Eventi Dal 12 al 19 febbraio al Teatro Biondo di Palermo va in scena l'Italia del futuro abitata dagli “aventi diritto”, che lottano giornalmente per la sopravvivenza, che si trasformano in “richiedenti miracoli”
Debutta giovedì 12 febbraio, al ridotto del Teatro Biondo di Palermo, “Paranza – il miracolo”, la nuova produzione dello stabile palermitano che vede in scena Nené Barini, Filippo Luna, Germana Mastropasqua e Alessandra Roca per la regia di Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte. La scena si svolge in una grande città d’Italia. L’Italia del futuro che verrà e che è già avvenuto. Un’Italia in cui tutti abbiamo perso tutto, un paese che somiglia all’immediato dopoguerra, dove le lancette del tempo vanno avanti e indietro. In una metropoli dove ci si accende e ci si spegne secondo un ritmo misterioso, quattro individui si trovano per strada: ci sono finiti. Un manager licenziato (Filippo Luna), una donna malata in attesa di cure (Nené Barini), una cantante di talento (Germana Mastropasqua), una signora benestante ma terremotata (Alessandra Roca): sono le dramatis personae di Paranza – Il miracolo.
Il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il diritto alla salute e il diritto all’espressione della propria identità, i diritti conquistati ieri, sono oggi diventati miraggi. Si lotta per la sopravvivenza. Si canta per non morire di stenti. E intanto si finisce col dormire in macchina, facendo finta che sia la stessa bella casa di sempre.Paranza, che significa “barca o associazione di barche che pescano insieme”, designa anche i gruppi di fedeli che il lunedì, in Albis, vanno dai quartieri di Napoli e dai paesi della provincia in pellegrinaggio alla Madonna dell’Arco. Spesso scalzi, in tenuta rituale, portano sulle spalle una pesante statua e cantando e danzando, sottoponendo il proprio corpo a digiuni e fatiche fisiche, per portare la richiesta di grazia alla Madonna.
La “paranza” dello spettacolo è quella degli “aventi diritto”, che si trasformano in “richiedenti miracoli”. Persone che hanno perso tutto ma che si tengono attaccati alla loro umanità. Una paranza che parla, mormora, intona, canta e continua a sperare. Per non rassegnarsi, per ricordarci che siamo esseri umani, con bisogni, diritti e desideri. Si replica fino al 19 febbraio.
drammaturgia Katia Ippaso
regia Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte
musiche originali e direzione musicale Antonella Talamonti
con Nené Barini, Filippo Luna, Germana Mastropasqua, Alessandra Roca
costumi Grazia Materia
scene Kallipigia Architetti
movimentazione scene e scenotecnica Massimo Bellando Randone
da un progetto di Gebbia/Ippaso/Roccaforte/Talamonti
produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo / Teatro di Roma
in collaborazione con Teatro Iaia/Umane Risorse