Eventi Martedì 30 agosto a Segesta lo spettacolo di realpolitik firmato da Nicola Alberto Orofino dal classico di Shakespeare
Un cast di straordinari attori siciliani è pronto a calcare il palcoscenico del Teatro Antico di Segesta con uno spettacolo – premiato da pubblico e critica – che attinge al passato per spiegare il presente: le tirannie, la politica, l’Italia di oggi, ma anche le donne e la mancanza di democrazia paritaria nel nostro Paese. Martedì 30 agosto alle ore 19.15 sarà messo in scena per le Dionisiache 2016 “Giulio Cesare” di cui firma la regia l’apprezzatissimo regista catanese Nicola Alberto Orofino che guida un cast (quasi) tutto al femminile: Alessandra Barbagallo, Carmela Buffa Calleo, Egle Doria, Alice Ferlito, Cinzia Maccagnano, Emanuele Puglia, Giovanni Santangelo e Sebastiano Sicurezza.
Giulio Cesare di William Shakespeare è forse uno dei più perfetti drammi politici mai scritti. Com’è noto racconta gli ultimi giorni di vita del dux romano, il suo assassinio e le conseguenze politiche della congiura. Un testo in cui l’autore inglese sembra non esporsi mai, anche se denso di teorie e dottrine, e segnato da un forte approccio realpolitik.
«Da Giulio Cesare in poi il nostro Paese ha visto un succedersi di esperienze forti al governo – scrive Orofino nelle note di regia – sempre concluse con importanti movimenti di ribellione stroncati poi da nuovi “cesarismi” ancora più energici dei precedenti. Le forme più o meno dichiarate di tirannia non si contano: la presenza costante di una autorità assoluta religiosa e politica (il papato) , l’esperienza della casa Savoia, il fascismo, il ventennio berlusconiano, fino ad arrivare alla recente cessione di una parte significativa della nostra sovranità: l’Europa»
Orofino parte proprio dalla storia di Giulio Cesare (qui interpretato da Emanuele Puglia), rappresentata in una chiave assolutamente moderna e a tratti caricaturale, per spiegare il “cesarismo”, offrendo quindi l’opportunità di riflettere su quanto da sempre succede in politica e ciò che ruota attorno a chi detiene il potere, nelle corti dei potenti, tra vizi, ipocrisie, tradimenti e cinismo.
In scena tante, moltissime donne (Cinzia Maccagnano è Bruto, Egle Doria è Cassio, Alice Ferlito è Casca, Carmela Buffa Callea Calpurnia, moglie di Giulio Cesare; Alessandra Barbagallo Porzia, moglie di Bruto), non a caso: in un Paese in cui la politica ha affidato sempre più spesso ruoli istituzionali importanti a star televisive, cantanti, subrette, serve a servizio del capo nelle notti allegre; in cui la democrazia paritaria è ancora un problema, ed è ancora diffuso il pregiudizio relativo alla scarsa capacità, inadeguatezza o inadattabilità della donna nel gestire situazioni di governo e comando, l’uccisione del maschio/Cesare diventa l’estremo atto di ribellione che sintetizza anni di dura lotta per la conquista delle pari opportunità.
Chiave di lettura della messa in scena è uno specchio deformante che stravolge tutti i personaggi, ma che è utilizzato nel tentativo di attuare un meccanismo di concreta identificazione fra lo spettatore e spettacolo.
Per i ruoli di Antonio (interpretato da Sebastiano Sicurezza), piccolo Asterix siculo, e Ottaviano (Giovanni Santangelo), quasi un magnaccia del Bronx, fedelissimi del dux romano, Orofino ha scelto due giovani attori nati e cresciuti nel pieno “cesarismo berlusconiano”, nel tentativo di restituire ai due personaggi un’autenticità difficilmente raggiungibile da attori di altre generazioni.
«Rappresentare il “cesarismo” dei nostri tempi ci sembrava la scelta più coerente – conclude Orofino – . Raccontarlo è indispensabile perché è urgente capire i meccanismi della politica di oggi».
GIULIO CESARE
Regia Nicola Alberto Orofino
Con Alessandra Barbagallo, Carmela Buffa Calleo, Egle Doria, Alice Ferlito, Cinzia Maccagnano, Emanuele Puglia, Giovanni Santangelo, Sebastiano Sicurezza
Scene Federica Buscemi
Assistenti alla regia Francesco Bernava, Alessandra Barbagallo
Foto di scena Gianluigi Primaverile
Produzione Magaemastema