Eventi Sabato 8 ottobre a Ragusa lo spettacolo di canti, cunti e musica da barberia di Totò Nocera per Ibla Music Festival
Sabato 8 ottobre al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, Totò Nocera – frontman dei Pupi di Surfaro – sarà l’interprete di “Giufà e la luna” spettacolo di canti, cunti e musica da barberia organizzato nell’ambito di Ibla Music Festival, la canzone d’autore. Quello di Totò Nocera (voce, tamburelli e marranzano, accompagnato da fisarmonica, organetto e zampogna, chitarre, mandolino, bouzuki , flauti e friscaletti) è uno spettacolo di e sulla musica, la poesia e la tradizione popolare siciliana. Uno spettacolo pieno di colori e di suoni. Divertente, intenso e sconfinato. Leggero e carico di poesia. Da ascoltare, da ballare, da ridere, da sognare.
La forza e l’ironia, l’immediatezza e l’ingenuità della musica popolare. Canti dei carrettieri, dei contadini. Serenate d’amore e di sdegno. Stornelli, filastrocche, scioglilingua. Poesie, giaculatorie e cunti. Musica da salone di barberia. Tarantella, pizzica, tammurriata e quadriglia. Contraddanza. Mazurcha, polca, schottish e valzer. Tango, fox-trot, rumba, salsa e beghine.
Totò Nocera, autore e cantante dei “Pupi di Surfaro”. Attore del fortunatissimo monologo teatrale “Letizia forever”, scritto e diretto dal palermitano Rosario Palazzolo. Da anni impegnato in teatri, piazze e palchi di tutta Italia. Interpreta con passione e brillante ironia brani del repertorio siciliano popolare, accompagnato da giovani musicisti delle Madonie, territorio montano dell’entroterra siciliano che ancora conserva con fierezza e rinnovato ardore il patrimonio culturale della musica folk siciliana.
Uno spettacolo fresco, semplice, che facilmente si adatta ai contesti più disparati. Capace di ricreare atmosfere di altri tempi, ma con un temperamento sempre attuale. Momenti in cui la musica rappresentava svago, divertimento, socialità e sollazzo. Ma anche rito e catarsi. Denuncia e riscatto. Quando la musica era espressione vera e genuina di un popolo che sentiva la forza delle proprie radici, della propria identità culturale. Il calore dell’appartenenza. Senza fanatismi, senza lucro. Quando non avevano ancora inventato il grande fratello e la macarena