Eventi A Catania dall'1 al 4 dicembre lo spettacolo sulla bellezza che non si vede di Corrado Accordino
C’è, intorno alle cose e agli uomini, impalpabile eppure viva, una strana luce. E c’è un’ombra avversa, che cancella le sfumature di questa luce, i suoi riverberi, le possibilità e i giochi del colore. Da giovedì 1 a domenica 4 dicembre Corrado Accordino propone al Teatro del Canovaccio di Catania “Così tanta bellezza”, spettacolo che vuole raccontare la bellezza che non si vede. Non la bellezza delle copertine, dei tacchi o dei trucchi alla moda, non la bellezza di chi vuole essere magro a tutti i costi o di chi vuole sedurre con un taglio di capelli mai visto, non la bellezza di chi indossa quei maglioncini da cui spuntano camicie e sorrisi, non la bellezza di chi sa parlare bene e di chi vuole piacere a tutti i costi, non la bellezza che compiace, non la bellezza che brilla di diamanti, di feste e di brindisi vivaci, non queste forme di bellezza così evidenti, così appariscenti, così deludenti. Raccontare invece la bellezza accecante e devastatrice che anima la vita. La bellezza che non t’aspettavi. Contraltare all’ovvio e al già visto. Che ispira e confonde gli uomini. Che sposta il tuo punto di vista dagli occhi al fegato. La bellezza che è meglio non incontrare. Perché folgora senza mai averla invocata. La bellezza come atto di resistenza poetica. L’ispirazione dell’ultima utopia, che non salverà la forma del mondo ma ne svelerà i suoi segreti.
Il lavoro si inserisce all’interno di un più ampio percorso di analisi e ricerca profonda sui grandi temi che ruotano intorno all’Arte, nel suo significato più ampio, e che ha affrontato l’amore e la rivoluzione in Mozart (2013), coraggio, fedeltà e ideali in D’Artagnan (2014) e infine la bellezza in questa nuova produzione.
NOTE DI REGIA Questo si chiama vivere e altro si chiama morire. Questo si chiama essere a metà, imperfetti e talvolta goffi, e quello si chiama fate silenzio, ho paura, non credo di farcela. Qualcosa si chiama solitudine e si lascia amare. Altro si chiama ancora solitudine ma ti uccide lentamente. Qualcosa si chiama malinconia ed è un dolce cullarsi, e altro si chiama no, non ero io, non voglio ricordare. Questo si chiama lasciate ogni speranza voi che mi avete rubato la moglie, i figli e la casa, e questo si chiama andatevene, per voi non posso fare nulla. Questo si chiama non uscirò da questa stanza perché non sopporto più niente, la faccia della gente, le strade, la televisione. E questo si chiama non uscirò da qui perché non c’è più uscita. Qualcosa si chiama eccomi qui, respiro ed è già molto. Altro si chiama follia. Questo si chiama sorriso raccolto a un semaforo, e altro ancora si chiama piangere qualcuno che è morto. Questo si chiama inferno, puro e semplice, e devi fare di tutto per resistere. Questo si chiama sforzarsi di andare avanti, e questo si chiama desiderio di cancellare tutto, cancellare ogni cosa e ricominciare. Questo si chiama non funziona nulla, e quello si chiama non accetto gli altri. Questo si chiama invocare aiuto, sfogarsi contro un muro, chiedere perdono, e quello si chiama non vedo, mi hanno tolto gli occhi, non ci sarà pace per me. Queste si chiamano parole che parlano, quelle si chiamano parole che non dicono.