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Macbeth

Eventi Dal 21 al 29 gennaio a Palermo l'opera di Giuseppe Verdi diretta da Emma Dante

Un Macbeth tragico, dominato da un enorme velo rosso sangue – sangue di delitti, sangue di parto, sangue di guerra e di morti – popolato da streghe che si fanno continuamente ingravidare per partorire altre streghe, circondato da una natura ostile e pericolosa rappresentata da una foresta di fichi d’India. Ecco il Macbeth di Verdi per la regia di Emma Dante, che sabato 21 gennaio, alle 20.30 (repliche fino al 29 gennaio), aprirà la stagione 2017 del Teatro Massimo di Palermo, trasmessa in diretta da Radio3, sulla web tv del Teatro, sul sito del Comune di Palermo e ripresa anche dalle telecamere di Sky classica. Una stagione importante, che celebra il centoventesimo anno dall’inaugurazione del Teatro e il ventesimo dalla riapertura.

Macbeth di Emma Dante

Macbeth di Emma Dante

Un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e con lo Sferisterio di Macerata, che ad agosto sarà al Festival di Edimburgo. Sul podio Gabriele Ferro – direttore musicale del Teatro Massimo – sulla scena un cast stellare, con Luca Salsi nel ruolo di Macbeth e Anna Pirozzi in quello di Lady Macbeth. Banco è Marco Mimica, la dama è Federica Alfano, Macduff è Vincenzo Costanzo, Malcom è Manuel Pierattelli, il medico Nicolò Ceriani, il domestico/sicario/araldo è Antonio Barbagallo. Nel secondo cast Macbeth è Giuseppe Altomare e Lady Macbeth è Virginia Tola. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo, Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante, Maestro del Coro Piero Monti. Scene di Carmine Maringola, costumi di Vanessa Sannino, assistente alla regia Giuseppe Cutino, coreografia di Manuela Lo Sicco, maestro d’armi Sandro Maria Campagna, assistente alle scene Roberto Tusa, assistente ai costumi Sylvie Barras, light designer Cristian Zucaro.

Emma Dante

Emma Dante

Alla prima , seguita da oltre trenta critici di testate italiane e straniere, sarà presente una folta rappresentanza del governo: il ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti; il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Salvo Nastasi; il direttore generale dello spettacolo del ministero dei Beni culturali, Onofrio Cutaia. E poi il sovrintendente dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes e il sovrintendente del San Carlo di Napoli, Rosanna Purchia. Alle successive recite parteciperanno il sovrintendente del Teatro Regio di Torino, Walter Vergnano; il sovrintendente del Teatro di Ginevra, Tobias Richter, il sovrintendente della New York City Opera, Michael Capasso.

«Ho lavorato molto sul mondo delle streghe – dice Emma Dante, che già due anni fa inaugurò la stagione del Teatro Massimo con Gisela – una comunità animalesca e selvaggia che perpetua la propria specie per continuare il proprio cammino fatto di sortilegi e di evocazioni, una cosa nuova rispetto al libretto. In scena c’è una forte promiscuità tra satiri con grandi falli e le streghe sempre gravide, con le loro pance. Tutto il discorso dei vaticini che queste streghe fanno a Macbeth hanno a che fare molto con la procreazione: Macbeth non ha figli, e Lady Macbeth vorrebbe tanto averne uno ma non ce la fa. Così alla sua famosa domanda di Macbeth ‘cosa state facendo?’, la risposta è ‘un’opera grande’, e l’opera grande è la nascita, l’opera più grande che esista»

Macbeth di Emma Dante

Macbeth di Emma Dante

Ma Macbeth è anche una parabola sul potere e la colpa. «A rappresentare questo – spiega ancora la regista – ci sono elementi scenografici che rappresentano dei troni dorati. Il più alto è quello dove Macbeth deve sedersi, ma nel momento in cui lo raggiunge non potrà più scendere. E tutto quello che c’è intorno al trono verrà tolto, resterà il trono isolato, altissimo, con lui sopra, e intorno il deserto”. La scena dell’uccisione del re rappresenta il travaglio interiore di Macbeth. “A impugnare il pugnale c’è un doppio di Macbeth, vestito come lui, una sua proiezione. Ma lui non riesce a ucciderlo e il re non muore. Finché Macbeth non prende il pugnale e lo uccide. Quindi è come se fosse un dissidio interiore, l’azione non produce effetti finché lui stesso non decide»
La foresta di Birnam, quella che nel libretto avanza contro Macbeth, in quest’allestimento è una foresta di fichi d’India, il frutto mediterraneo per eccellenza. «Scenderà dall’alto sul palcoscenico – dice la regista – ed entreranno in scena trenta attori: non mimi né figuranti, ma proprio attori, che porteranno il teatro nell’opera musicale. Una scelta, quella del fico d’India – che non è certamente fedele all’ambientazione scozzese ma che racconta di una natura pericolosa, spinosa, piena di insidie. Per me deve essere soprattutto un luogo simbolico, un luogo che racconta la natura selvaggia che prende il sopravvento sull’uomo. Gli attori in sala brandiranno le spade e i coltelli, sarà una scena apocalittica: la foresta non avanzerà, ma saranno gli attori a portarsela sulla testa»

Nei panni di Macbeth c’è il grande baritono Luca Salsi, protagonista un anno e mezzo fa di un fatto curioso di cui ha parlato tutta la stampa internazionale: ha sostituito un indisposto Placido Domingo in una recita pomeridiana dell’“Ernani” al Metropolitan di New York, un quarto d’ora prima dell’inizio dello spettacolo. La sera stessa doveva cantare in una recita della “Lucia di Lammermoor”, quindi ha cantato le due opere nello stesso giorno a distanza di poche ore. Al di là dell’aneddoto newyorchese, Salsi – che è originario di Parma, proprio come Verdi – si considera una voce puramente “verdiana”. Ha cantato nei grandi teatri del mondo (dalla Royal Opera House di Londra al Festival di Salisburgo, dal Liceu de Barcelona al Teatro alla Scala, dalla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera al Teatro Real di Madrid) e con direttori come James Conlon, James Levine, Daniele Gatti, Riccardo Muti. In particolare è diventato il baritono preferito da Riccardo Muti: recentemente hanno collaborato insieme a Chicago per “Falstaff” e a Stoccolma per “Macbeth” e ad agosto torneranno al Festival di Salisburgo per Aida (Muti sul podio, Salsi come Amonasro, Anna Netrebko come Aida, Francesco Meli come Radames).

 

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