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Gli “Altri Mondi” tridimensionali degli Utveggi

Video Pubblicato su You Tube il videoclip di "Altri Mondi", brano che dà il titolo al nuovo album della rockband, uscito lo scorso 27 gennaio

Da oggi è disponibile su YouTube il videoclip di “Altri Mondi” (regia, montaggio e post-produzione a cura di Antonio Cusimano alias 3112htm), brano che dà il titolo al nuovo album degli Utveggi, uscito il 27 gennaio per Almendra Music: “un video che racconta di un viaggio interdimensionale tra piani enormi o ristretti, alla ricerca del senso ultimo di un mondo decisamente avaro di soddisfazioni. Nel videoclip la band appare trasfigurata nei connotati mentre alcuni ambienti reali diventano scenari macroscopici per piccole figure operose e stralunate, catturate dall’obiettivo in un tempo congelato”. Il testo della canzone è liberamente ispirato al Faust (1891) dello scrittore portoghese Fernando Pessoa

Il nuovo album della rockband formata da Valerio Mirone (voce), Simone Giuffrida (chitarre, voci), Bruno Pitruzzella (chitarre, voci), Luca La Russa (basso, voci) e Giuseppe Montalbano (batteria, voci) è composto da “sedici piccoli quadri per altrettanti ritratti di vite bislacche raccontano gli Utveggi -. Fra questi la storia di un mondiale dimenticato (‘Gamba Re’), una piccola natività sbocciata nel cesto di fragole (‘Presepe 1’), il canto dei pescatori in una terra mai lambita dai mari (‘Ieccalo a mare’), l’infrangibile riflesso della luna sul lago (‘Mizu’), il metallo virile forgiato da uno spirito eroico (‘Turbature’), la via dell’aceto (‘Aceto’s Road’’). Fuori luogo e dunque inadatti al mondo, forse perché nipoti della vergogna o semplicemente fuori dal tempo e slegati da ogni spazio. L’universo intero nel dente di un gigante. È verde o giallo? Asino o coniglio? Una barchetta in acque calme o un incrociatore destinato allo schianto? La narrazione non tiene conto di epoche o nazioni, tutto è fin(i)to e per questo forse ancor più importante. Il discorso musicale si snoda tra sferragliare distorto e armonia vocale, anima del legno e fragore rugginoso, stilemi classicheggianti e bordate grunge. In una parola: divertissepunk.”

I testi di “Altri mondi” (scritti per la maggior parte da Valerio Mirone) a differenza del primo disco, sono prevalentemente in lingua italiana, tranne “Mizu” e “Caffè”, cantati in giapponese, e due brani in siciliano, e traggono spunto, come spesso usa fare la band, dalla letteratura internazionale, trasformandone i contenuti con ironia e conferendo un’atmosfera sognante all’impianto narrativo (come in “Gamba re”, liberamente ispirato a “Futebol. Storie di calcio” di O. Soriano; “Altri mondi”, ispirata a “Faust” (1891) di F. Pessoa; “Disadattitudine” che si rifà a “Il mondo salvato dai ragazzini” (1968) di E. Morante o, ancora, “Turbature”, ispirato a “Foglie d’erba” (1855) di W. Whitman.

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