Eventi Il 2 dicembre nell'aula magna della Scuola Superiore di Catania il filosofo e economista parigino fiero sostenitore della "decrescita conviviale" e del "localismo". Tutto l'opposto dello sviluppo sostenibile e della globalizzazione
E’ una delle voci più significative nel campo delle relazioni economiche e culturali Nord-Sud, forte oppositore dei processi di occidentalizzazione del pianeta, nonché sostenitore dei concetti di “decrescita conviviale” (in opposizione a quello di “sviluppo sostenibile”) e di “localismo” (in opposizione a quello di globalizzazione).
L’intellettuale francese Serge Latouche terrà mercoledì 2 dicembre alle 17.30 nell’aula magna della Scuola Superiore di Catania (villa San Saverio, via Valdisavoia, 9), una lezione su “L’economia è una menzogna”, dal titolo del suo ultimo libro pubblicato in Italia nel quale il filosofo ed economista parigino ripercorre le tappe che hanno portato alla maturazione del suo pensiero, affrontando – tra gli altri temi – proprio quello della necessità di “disoccidentalizzare” il pianeta e il ruolo che l’Europa può svolgere in questo processo.
La conferenza sarà aperta dagli indirizzi di saluto del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro e del presidente della Scuola Francesco Priolo e sarà introdotta dal prof. Maurizio Caserta, docente di Economia politica del dipartimento di Economia e Impresa dell’Ateneo.
Nelle pagine del suo volume Latouche – che già due anni fa era stato ospite dell’ateneo catanese – racconta la propria vita spesa per una società diversa da quella che, a suo parere, sta pagando duramente il prezzo delle proprie storture. Giovanissimo studioso, grazie a missioni di cooperazione in Africa e in Estremo Oriente apre subito gli occhi sulla scienza in cui si è formato: l’economia. Capisce che è la “religione ufficiale del nostro tempo”, e comincia a smantellarne i “dogmi produttivisti e sviluppisti”, contro i quali elabora il concetto di decrescita conviviale, unico modo per ottenere tutto ciò lo sviluppo forsennato ci sta negando: la gioia di vivere, la qualità dell’aria, dell’acqua e del cibo, la convivialità. Un concetto, quello di decrescita, alla cui diffusione ha dato di recente un autorevole “imprimatur”, secondo Latouche, papa Francesco che nell’enciclica “Laudato Si’”, sulla “cura della casa comune”, ha invitato l’umanità a “eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente”.
Per Serge Latouche – spiega il prof. Caserta nella sua presentazione – l’impronta ecologica che l’uomo lascia sulla Terra non è più compatibile con la capacità di carico della Terra stessa. “Non comprendere questo meccanismo elementare significa negare la stessa natura pensante dell’uomo – prosegue – . Non c’è niente di male ad ammettere che le istituzioni che le società si sono date si sono rivelate, nel tempo, inadatte a gestire un passaggio così delicato della storia dell’uomo, ossia la raggiunta
possibilità tecnica di produrre ciò che è necessario per tutti, che si può ottenere rinunciando agli eccessi per pochi e riscrivendo le regole del nostro consumo, dando più spazio a tutte quelle attività che rafforzano le connessioni umane e sociali”.
Il grande impegno di Serge Latouche, un impegno che è sia scientifico sia politico – conclude Caserta – è di rendere possibile questo raddrizzamento dell’attività umana verso un equilibrio veramente
Sostenibile, “individuando le implicazioni perverse di un comportamento simile a quello che il grosso dell’umanità adotta, e suggerendo le strade migliori per correggerlo”.