Visioni Dopo la trionfale presentazione alla Berlinale, il documentario del regista romano, nelle sale dal 18 febbraio, sul doppio focus lampedusano tra la popolazione residente e i migranti, vince il premio dei giornalisti cinematografici. Cerimonia il 25 febbraio a Roma
Dopo essere stato accolto con critiche positive al Festival di Berlino, unico film italiano in concorso, “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi conquista un premio anche in Italia vincendo il Nastro D’argento speciale per i Documentari. “Grande cinema, con un effetto di denuncia potente che richiama i Governi del mondo a responsabilità colpevoli e ormai indilazionabili”: con questa motivazione, che sottolinea la qualità artistica ma anche la straordinaria capacità di incidere nell’attualità di una vergognosa pagina internazionale, i giornalisti cinematografici italiani hanno deciso il Nastro d’Argento, nella sezione Documentari, per il film di Rosi sarà nelle sale da giovedì 18 febbraio. La premiazione il 25 febbraio, alla Casa del Cinema di Roma.
Accolto da scroscianti applausi e commozione della platea che non lasciava andar via il cast dal palco del Berlinale Palast dove è stato presentato sabato scorso, il film è stato accolto da critiche entusiastiche da tutto il mondo ed è tra i superfavoriti nella classifica stilata da Screen International alla Berlinale a suon di stellette attribuite dalla stampa internazionale; “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi è stato definito «Una cura contro il mal di mare» dal Süddeutsche Zeitung, «un potente pugno nello stomaco» da The Guardian, «Potente, a volte scioccante, intensamente umano» da Screen International, «Brillante» dal Times, «Opportuno, umano e sconvolgente» dal Daily Telegraph, «Potente e brillante» dall’Indian Express. E, ancora, parla di «Immagini indimenticabili» il Der Spiegel, mentre scrive «Dove il giornalismo finisce, inizia Fuocoammare» Deborah Young sull’Hollywood Reporter.
Nel suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili ai più, dopo l’India dei barcaioli (Boatman), il deserto americano dei drop-out (Below Sea Level), il Messico dei killer del narcotraffico (El Sicario, room 164), la Roma del Grande Raccordo Anulare (Sacro Gra), Gianfranco Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro del clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Da questa immersione è nato “Fuocoammare”. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
Il film, prodotto da Donatella Palermo e Gianfranco Rosi, è una produzione 21 Uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce-Cinecittà e Rai Cinema ed è una coproduzione italo-francese Les Films D’Ici e Arte France Cinema. Uscirà nelle sale italiane a febbraio distribuito da Istituto Luce-Cinecittà. Nel cast Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Giuseppe Fragapane, Maria Signorello, Francesco Paterna, Francesco Mannino, Maria Costa.