Musica Il 21 ottobre esce il terzo disco del pianista siracusano, realizzato dal vivo con Carmelo Venuto al contrabbasso e Emanuele Primavera alla batteria, ospite il sassofonista olandese Ben van Gelder. Il critico Flavio Caprera: «Musaico è un lavoro autobiografico che riflette a pieno la personalità di un musicista colto e sicuro delle proprie capacità
«Ho deciso di intitolare questo disco Musaico per due motivi: da un lato perché ogni composizione, come fosse una tessera, descrive una parte della mia personalità e della mia vita, dall’altra per l’utilizzo che fa di questo termine Dante nel Convivio. Sono fortemente convinto che la musica e la poesia siano strettamente legate». Con queste parole il pianista Raffaele Genovese presenta il suo terzo album, Musaico (Alfa Music/Egea), registrato all’ombra dell’Etna disponibile dal 21 ottobre in cd e digital download.
«Musaico – spiega il critico Flavio Caprera – è il disco della maturità, un lavoro autobiografico che riflette a pieno la personalità di un musicista colto e sicuro delle proprie capacità». Terzo lavoro nella discografia dell’artista (dopo “Freeway” del 2011 e “Anamnesi” del 2013), il disco è stato realizzato assieme al suo trio (Carmelo Venuto al contrabbasso ed Emanuele Primavera alla batteria) e vede la partecipazione di un ospite d’eccezione: il sassofonista olandese Ben Van Gelder.
A ispirare i nuovi brani sono soprattutto i ricordi di Genovese: da quelli più recenti, come “Settembre” – dedicata a suo figlio – a quelli più remoti come “Via D’Amelio”, una struggente ballata pensata come un omaggio a Paolo Borsellino e a tutti coloro che hanno combattuto e combattono la mafia ogni giorno. Non manca poi un toccante omaggio a una Sicilia preziosa e antica: il brano dedicato al siracusano Ibn Hadmis, massimo esponente della poesia araba di Sicilia vissuto a cavallo tra l’XI e il XII secolo. «Genovese – spiega ancora Caprera – riesce a bilanciare le pulsioni melodiche, solari e fisiche del suo essere isolano, con un jazz di natura occidentale e afroamericana, dove l’essenzialità dell’assunto, la rarefazione del suono e il dosaggio ritmico sono le peculiarità strutturali».
Determinante in questo sottile e affascinante equilibrio l’incontro col respiro nordeuropeo di Van Gelder. «Sono davvero felice – spiega quest’ultimo – che Raffaele mi abbia invitato a prendere parte al suo progetto. La Sicilia mi ha accolto in maniera strepitosa e il mood che si è creato è stato davvero speciale». Del resto l’universo musicale del trio di Genovese – una formazione in qualche modo emblema di una Sicilia capofila tra le regioni italiane per quanto riguarda la presenza di giovani talent – ben si confà a quello del sassofonista olandese, il quale ha fatto del suo sound lirico e vellutato un vero e proprio tratto distintivo, che lo rende riconoscibile dopo pochissime note.
Genovese: «Per la realizzazione dell’album è stato fondamentale il contributo di Emanuele Primavera, alla batteria e Carmelo Venuto al contrabbasso. Con loro abbiamo una collaborazione ormai quasi decennale. Ritengo importante che ci sia un feeling musicale e personale per poter esprimere emozioni attraverso la musica. Quando ho scritto le nuove tracce avevo in mente un suono di gruppo ben delineato, che mi ha spinto a invitare Ben van Gelder come ospite, perché in lui ritrovavo delle qualità musicali che si sposano perfettamente con la musica contenuta in questo nuovo progetto».