Itinerari Camminamenti segreti, cupole e sotterranei, laboratori artigianali e passeggiate d'autore, grotte rupesti e chiese mai aperte al pubblico. Dal 4 ottobre al 3 novembre sono oltre 160 i luoghi inediti e gli appuntamenti proposti a Palermo, 50 i siti - molti dei quali inediti - aperti a Catania, e altri 53 tra Ragusa Modica e Scicli che resteranno aperti fino al 20 ottobre
Da venerdì 4 settembre (e per tutti i week end fino al 3 novembre) chi ama scoprire i luoghi inediti della nostra Isola, immergendosi nella bellezza e perdendosi tra i meandri di città che pensavamo di conoscere a menadito, avrà solo l’imbarazzo della scelta. Le Vie dei Tesori, il festival nato a Palermo 13 anni fa, dopo i primi tre week end che hanno toccato 10 città siciliane è pronto ad aprire i battenti per 5 week end a Palermo e Catania: nella prima aprirà 170 luoghi, nella seconda 50 siti, mentre a Ragusa, Modica e Scicli i week end di visite guidate saranno 3, fino al 20 ottobre.
“Scopri la bellezza che ti appartiene” è il claim di quest’anno ideato dall’art director Alessandro Fiore. Accarezzala, tienitela cara perché è fragile e va salvaguardata. Le Vie dei Tesori – il festival ideato e diretto da Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori Onlus e quest’anno dedicato all’archeologo Sebastiano Tusa, compianto assessore regionale ai Beni culturali – nasce da un lavoro srotolato sull’intero territorio, a cui contribuiscono Comuni, Diocesi, gli enti.La Regione Siciliana conta il festival tra i Grandi Eventi annuali dell’Isola e, per volontà del presidente della Regione Nello Musumeci e del dirigente generale dell’assessorato ai Beni culturali, Sergio Alessandro, ha avviato un innovativo accordo di valorizzazione con cui ne riconosce la valenza strategica per la promozione della Sicilia. Da Roma, poi, sono arrivati, ormai per il quarto anno, la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica e i patrocini del Senato, della Camera, del ministero dei Beni culturali.
PALERMO. Scendere nei cunicoli della guerra e sentir cadere le bombe; indossare giubbotto e caschetto e addentrarsi in un cantiere di restauro, salire su una torre e osservare la città, scoprire come mangiavano i re e affacciarsi da un antico palazzo sulla cattedrale, librarsi in volo e scendere sottoterra. Le Vie dei Tesori è diventato un festival “sensoriale”: che oltre a far scoprire i luoghi, a sentirli narrare, a farli diventar vivi e non più “muti”, quest’anno aggiunge “esperienze” che camminano sul filo dei cinque sensi. Che diventano emozioni. Dopo un avvio entusiasmante – 80 mila visitatori nelle dieci città e borghi che a settembre si sono unite al “viaggio” del festival – Le Vie dei Tesori ritorna dove è nato tredici anni fa e apre da venerdì 4 ottobre oltre 160 luoghi delle più diverse titolarità (Stato, Regione, Comune, Diocesi, Università, enti diversi, privati), tra siti visitabili con un unico coupon (oppure una card unica, da regalare e da regalarsi), 17 luoghi aperti su prenotazione, e 5 studi d’artista dell’Itinerario contemporaneo. Tutti per cinque weekend. Oltre alle famose “passeggiate” d’autore, veri tour urbani che ogni sabato e domenica permettono di approfondire la storia, gli aneddoti, le leggende della città e dei dintorni, racconto affidato ad un plotone di appassionati narratori esperti, botanici, giornalisti, storici dell’arte; oltre al programma KIDS pensato per i più piccoli.
LE ESPERIENZE. Ma quest’anno a Palermo ci sarà anche molto altro: lo sapevate che su Palermo dal 1989 (l’anno del fallito attentato al giudice Falcone all’Addaura) c’è una no fly zone per i voli a bassa quota che include la città e Mondello? Da trent’anni esatti non è mai stata rimossa: quest’anno però c’è un passo in più, si potrà volare in parapendio con Le Vie dei Tesori (pochissimi posti ancora su www.leviedeitesori.it), voli che si aggiungono a quelli in Piper dall’aeroporto di Boccadifalco, gettonatissimi già lo scorso anno. Si potrà navigare lungo il waterfront della città sulla storica Lisca Bianca, la barca con cui gli Albeggiani circumnavigarono la terra (ci sono ancora pochi posti domani dalle 15 alle 18 e domenica dalle 11 alle 18, poi se ne parla a fine mese), e sabato e domenica (dalle 10 alle 18) montare a cavallo dopo aver visitato le scuderie settecentesche del principe Cottone. E ancora, incontri vis a vis con i pupari nei loro laboratori: sia il grande puparo e cuntista Mimmo Cuticchio svelerà i segreti di “famiglia” e proporrà una visita al teatrino (venerdì alle 15 e alle 16, sabato alle 11, alle 12 e alle 15 e domenica anche alle 16), sia l’artigiano Salvatore Bumbello permetterà di entrare (sabato e domenica dalle 10 alle 12) nel suo minuscolo “antro delle meraviglie” dove nascono i pupi. Si potrà scendere nei qanat arabi (questo weekend visite esaurite, ma riprovateci il 19 e 20 ottobre). E venerdì e sabato del prossimo fine settimana non perdete le visite teatralizzate a Villa Whitaker Malfitano, per rivivere la storia di Pip e della figlia Delia che fino all’ultimo volle vivere in stile “british”.
SCOPRI LA BELLEZZA CHE TI APPARTIENE. Ogni anno è difficile aggiungere: perché i luoghi de Le Vie dei Tesori “lievitano”: si va dagli oratori preziosi alle cripte nascoste, dai villini liberty ai palazzi settecenteschi, dai castelli normanni ai musei ai teatri. Un unico, enorme museo diffuso che si fa bello e si mette in mostra come una dama elegante. Questo primo weekend apriranno quasi tutti i luoghi visitabile con un unico coupon – la lista completa su www.leviedeitesori.it – più gran parte dei 17 siti su prenotazione, dove si può comodamente scegliere orario e giorno di visita per evitare lunghe code. La parte da protagonista – è facile intuirlo – toccherà all’aeroporto di Boccadifalco dove si potrà scegliere tra due percorsi, uno libero e uno su prenotazione (sabato e domenica) che raggiungerà la torre di controllo e la pista di atterraggio; sono stati scoperti e aggiunti al percorso altri cunicoli della guerra, dove si rivivrà (virtualmente) la paura dei rifugiati tramite effetti sonori e video. I ragazzi dell’Istituto Nautico Gioeni che conducono le visite – sono 1800 i volontari e i ragazzi, studenti e universitari, che in tutta la Sicilia partecipano al festival che cammina sulle loro gambe – domenica dipingeranno live un murales sulla parete di ingresso dell’aeroporto: i colori per raccontare visivamente la pista e la torre di controllo di Boccadifalco.
Peschiamo qua e là tra i luoghi, impossibile citarli tutti: dal seicentesco convento francescano, recuperato dalla cooperativa sociale nata al Malaspina, alle Antiche Fornaci Maiorana dove i carusi spaccavano a colpi di piccone la calcarenite da cui ricavare la calce; apparirà la Palermo di disegno fascista della Casa del Mutilato o dell’inedito Provveditorato delle Opere pubbliche (pochi palermitani saprebbero indicare dove si trova); e le chiese, tante, tantissime, sono 31 senza contare cappelle ed oratori dove sono in programma visite teatralizzate – sabato alle 17,30 alla Cripta delle Repentite e a Palazzo Comitini, domenica alle 18 all’oratorio del SS. Salvatore e in quello nascosto dell’Immacolatella) – e concerti barocchi (si inizia con quello del grande virtuoso Giulio Tampalini, venerdì alle 21 a san Mercurio). Il sempre splendido Teatro Massimo aprirà ancora una volta il suo palcoscenico, ma soltanto questo sabato (dalle 10 alle 14) e questa domenica (fino alle 15), poi si dovrà attendere il quarto weekend; occasione prelibata anche per le catacombe di San Michele Arcangelo, aperte questo fine settimana dalle 10 alle 17,40, poi solo nel terzo weekend.. Molte delle chiese e Palazzo di Città (con il rifugio antiaereo che si visita a parte) apriranno sabato e domenica dalle 10 alle 17,30. Solo questo sabato, il palazzo del Comune aprirà alle 14 e chiuderà alle 17.
Si rintracciano trame medievali a San Giovanni Decollato, tracce dei cavalieri teutonici a san Giovanni dei Lebbrosi o si scopre la neogotica chiesa evangelica Valdese. si scoprirà il tesoro librario dei Gesuiti nella Biblioteca Bombace (dove c’è anche un rifugio antiaereo che si visita su prenotazione), si salirà anche sulla cima della torre di Sant’Antonio Abate, da cui si domina il mercato della Vucciria. La Palermo della guerra va per casematte (quella del Porto permette di capire come i soldati facevano guardia alla baia) e rifugi e termina al Sacrario ai caduti; la Palermo intellettuale passa dal Circolo Giuridico e scopre che c’è un’antica e preziosa collezione di pupi privata in un’agenzia di viaggi, alla Conca d’Oro. Affreschi ritrovati: è proprio questo l’anno: da visitare il portico dell’ex convento di Sant’Antonino ma anche le pareti affrescate appena scoperte del complesso Malaspina. I musei: a Palazzo Abatellis (da venerdì apriranno anche le terrazze e il gabinetto di grafica della torre Nord e la sala adiacente che ospita la collezione di tessuti siciliani raccolta da Antonino Salinas per l’allora Museo Nazionale); domenica apre anche il Museo archeologico Salinas e la visita delle 11 la condurrà la direttrice Caterina Greco; e solo questa domenica (e quella del 3 novembre), aprono anche i siti regionali, la Zisa, la Cuba, San Giovanni degli Eremiti e il castello a Mare; e solo su prenotazione e dalle 10 alle 12,30, saranno disponibili anche i saloni settecenteschi di palazzo Mirto. I luoghi dell’impegno sociale: le due sedi create dal missionario laico Biagio Conte, e Villa Pantelleria dove si rinasce con l’arte. Si salirà al cimitero di Santa Maria di Gesù, si cercheranno nobili educande al Maria Adelaide e giovani “villici” al visionario Istituto Agrario Castelnuovo.
SITI SU PRENOTAZIONE. Sono 17 in tutto, siti che sarà possibile prenotando giorni e orari sul sito. Tra quelli aperti dal 4 al 6 ottobre, la Casina Cinese permetterà di percorrere gli antichi cunicoli delle cucine che la collegano all’attuale museo Pitrè (venerdì e sabato 10-17,30, domenica alle 9-13) e il Villino Favaloro darà la possibilità (a soli otto visitatori per volta solo il venerdì di ottobre, dalle 9 alle 16) di visitare il cantiere in corso e scoprire il lavoro dei restauratori che stanno riportando in vita i suoi decori Liberty. E ancora, la sede della DIA (dalle 10 alle 13) nella residenza di un ricco imprenditore ebreo; il Gran Hotel Piazza Borsa (domenica dalle 10,45 alle 17,30), la Camera dello Scirocco di Villa Naselli (sabato e domenica 10-17), le sorgenti del Gabriele (domenica dalle 10 alle 17,30), e i depositi segreti della GAM (sabato e domenica 10-17,30); si rinnovano le visite il Museo dell’Anice Tutone dove si distilla l’acqua ‘e zammù (la mattina, 10-12). Le residenze nobiliari: difficile scegliere tra la palazzina di Vincenzo Florio all’Arenella (venerdì 10-14, sabato e domenica 10-17,30), l’austero Palazzo Branciforte (10-18,30).
ITINERARIO CONTEMPORANEO. Terzo anno del percorso curato da Paola Nicita che stavolta condurrà in giro per gli studi d’artista. I cinque siti dell’itinerario saranno visitabili con lo stesso coupon dei luoghi e – tranne le Officine Calderai – saranno aperti di sera, dalle 18 alle 22, per un’ideale prosecuzione delle visite diurne. Si parte dallo Spazio Rivoluzione dove Adalberto Abbate accoglie il lavoro dei colleghi, e presenta “La sombra” con un video di Regina José Galindo; per raggiungere, attraversando il vecchio ingresso dell’Hotel Paradiso, Arèa, ex laboratorio artigianale di calzature, oggi studio dove Giovanni Lo Verso propone un laboratorio di scultura in argilla con la possibilità di partecipare alla dimostrazione dal vero, con una modella professionista. Passando dall’area archeologica di piazza XIII vittime si scopriranno le due sculture en plein air, di Daniele Franzella e Clemens Botho Goldbach, mentre alle Fabbriche Sandron ha preso corpo la casa-studio del pittore Nicola Pucci che racconterà i suoi lavori all’interno dello spazio che vive quotidianamente. Infine le Officine Calderai (aperte dalle 10 alle 18) dove gli architetti Carolina Martinelli e Vittorio Venezia, faranno nascere sotto gli occhi dei visitatori, rivisitazioni di oggetti di uso quotidiano che diventano opere di design, da realizzare con l’aiuto delle preziose maestranze dei Calderai.
VOCI DELLA MEMORIA – Le visite teatralizzate. Verità e finzione si mescolano in un percorso che va dal ‘600 all’800. Sette storie raccontate da altrettanti personaggi – interpretati da due bravissimi attori come Stefania Blandeburgo e Pietro Massaro, su testi di Piero Longo – che appariranno in chiese, palazzi, ville, come creature risvegliate dal passato, con brevi monologhi in lingua siciliana, frutto di una puntigliosa ricerca condotta fra le pagine degli annali della città, attingendo dal Mongitore, dal Palmerino, dal Marchese di Villabianca. Questa settimana rivivranno le scorribande corsare sabato alle 17,30 a Palazzo Comitini, e domenica alle 18 il meticoloso e nascosto mondo delle Confraternite regolato da legge ferree, tasse sulla morte e l’intricata regia dei funerali di un tempo, al Santissimo Salvatore; sempre sabato alle 17,30 nella cripta delle prostitute (Repentite) parlerà la cortigiana di un tempo e domenica alle 18 all’Oratorio dell’Immacolatella la vecchia levatrice Melina racconterà la nascita di Giovan Pietro nel 1576, padre del cardinale Giulio Mazzarino. (Prenotazioni sul sito)
I TESORI DAL BASSO VERSO L’ ALTO: LOOK UP!. Una mostra di taglio sociale oltre che culturale, legata al tema della custodia e della salvaguardia delle opere d’arte: inserita nel percorso di visita di Palazzo Zingone Trabia è la personale fotografica di Salvo Gravano che ha scattato le sue immagini da una prospettiva inedita, ovvero “Look up! con il naso all’insù”: dal blu cobalto che fende lo Spasimo ai “petali” del soffitto del Teatro Massimo, o la vorticosa prospettiva della scala delle Poste Centrali. Testi “verticali” di Salvatore Rizzo.
Le CORDE di PALERMO – Chitarre negli oratori. Le Corde di Palermo sono molteplici, tante quante sono le anime culturali e storiche di una città naturalmente musicale. In questa rassegna curata da Dario Macaluso la chitarra si anima tra gli stucchi di Serpotta. Sei corde che si srotolano nelle loro vesti concertistiche più classiche, per quattro concerti da intenditori. L’apertura sarà domani sera alle 21 (venerdì 4 ottobre) all’oratorio di San Mercurio e avrà come protagonista il bresciano Giulio Tampalini, uno dei più apprezzati virtuosi internazionali che eseguirà pezzi di Coste, Aguado, Granados, Llobet, Barrios e Tarrega. Ticket 7 euro. (Prenotazioni sul sito)
DEGUSTAZIONI E CENE “GIOIELLO”. Un bicchiere di vino e una visita guidata; una cena gattopardesca e la scoperta di un palazzo; una birra artigianale e l’abbazia che la produce. Le degustazioni guidate di Planeta partiranno il prossimo finesettimana, ma intanto l’aperitivo a Palazzo Asmundo è da non perdere: alle 19, quando le code saranno terminate e il pubblico pian piano scemato, si potrà vivere un’esperienza straordinaria sotto le volte affrescate, tra collezioni storiche ed eleganti boiserie: ogni venerdì visite seguite da aperitivo e degustazione di prodotti siciliani; e ogni sabato alle 21 una cena “da principi” con vista sulla Cattedrale che guarda alla cucina dei monsù, i cuochi francesi delle famiglie blasonate. Una visita d’eccezione per sole 30 persone e un cocktail offerto dai proprietari, è invece la proposta di domani sera (venerdì 4 ottobre) a Villa De Cordova, tra saloni affrescati, palme secolari, grandi terrazze e raffinate maioliche. (Prenotazioni sul sito).
LE PASSEGGIATE. Le passeggiate de Le Vie dei Tesori ormai sono un segno distintivo del Festival, e ne riproducono la prima delle intuizioni, quella di condividere e di divulgare il sapere, tirandolo fuori da accademie e università. Condotte da botanici, giornalisti, appassionati, geografi, professori, saranno più di cento, suddivise (e spesso replicate) nelle cinque settimane a Palermo. A Palermo si andrà come ogni anno, da monte a mare, da verdi riserve a colorati mercati, da vicoli a palazzi, sulle tracce di monache impaurite o truci pugnalatori, in virtuale compagnia di cavalieri o donne di malaffare, eretici o speziali. Questo fine settimana, sabato e domenica, vi proponiamo tra l’altro un percorso sulle tracce dei tanti martiri di oggi, si scoprirà la vera storia del Castello a Mare, che fu anche sede del Tribunale dell’Inquisizione, e si salirà lungo la Scala Vecchia per raggiungere il santuario della Santuzza cara ai palermitani. (Prenotazioni sul sito)
FESTIVAL KIDS. Dodici tesori aperti per le scuole (infanzia, primarie, secondarie di primo grado) ogni mattina, da lunedì 6 a giovedì 31 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. Il venerdì le visite si potranno svolgere non solo nei 12 luoghi Kids ma tra i quasi 130 luoghi aperti a Palermo per il Festival. Negli stessi giorni, due gazebo nelle piazze principali della città dove partecipare a laboratori creativi sul patrimonio della Sicilia in collaborazione con BabyPlanner – sui mercati storici, su santa Rosalia e sul paesaggio -, divisi per fasce di età, dai 3 ai 12 anni, con quattro turni al giorno: alle 9/10/11/12. Prenotazioni: 091.8420104 (tutti i giorni 10-18) o scuole@leviedeitesori.it. Il progetto KIDS è sostenuto dalla Chiesa Valdese con i fondi dell’8 per mille.
CATANIA. La sua storia è segnata da eruzioni, terremoti e invasioni: eppure Catania è sempre rinata, ogni volta più bella, più sulfurea, più intrigante. L’anno scorso ha partecipato a Le Vie dei Tesori con un’edizione pilota che, pur non avendo ancora fidelizzato il pubblico, è riuscita lo stesso a mettere insieme oltre 16 mila visitatori in soli tre weekend. Ora i luoghi diventano 50 e i weekend cinque, da venerdì 4 ottobre al 3 novembre, un programma “monstre” che affianca quello di Palermo dove il festival è nato 13 anni fa e dove quest’anno vengono proposti 170 tra luoghi, esperienze, siti su prenotazioni con eventi, passeggiate e un programma KIDS; e affianca anche il Ragusano dove si aprono invece 53 luoghi per 3 weekend tra Ragusa, Modica e Scicli.
+Forte di un avvio splendido – le prime dieci città siciliane negli ultimi tre finesettimana di settembre hanno sfiorato gli 80 mila visitatori tra Messina, Caltanissetta, Trapani e Marsala, Acireale, Siracusa e Noto, Sambuca, Sciacca e Naro – Le Vie dei Tesori ritorna dunque a Catania ma non proporrà soltanto i luoghi delle più diverse titolarità (Regione, Comune, Diocesi, Università, enti diversi, privati), anche se questi valgono sul serio il viaggio, tra chiese inedite, terrazze con una vista mozzafiato, erbari sconosciuti, bastioni dimenticati. Il festival ospita infatti cinque siti difficilmente visitabili (e quindi su prenotazione, per poter scegliere con comodità luogo e orario del percorso) e sei “esperienze”. “Ci prepariamo ad un mese intero e apriremo 50 siti – dice il sindaco Salvo Pogliese – Catania sta conoscendo una grandissima crescita turistica, abbiamo l’esigenza di allargare ancora di più l’offerta. Le Vie dei Tesori possiede la giusta ricetta per intrigare il turista e lo stesso catanese che riscopre luoghi di solito inaccessibili”. “La ricaduta sulla città lo scorso anno è stata splendida e ci aspettiamo un successo altrettanto eclatante – dice l’assessore comunale alla Cultura Barbara Mirabella -. Il coinvolgimento dei giovani nel festival straordinario, e l’aggiunta delle esperienze lo rende veramente completo”.
“Abbiamo una terra che per tre mesi viene invasa dai turisti, poi basta – spiega l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina –; ma abbiamo l’esigenza di “spalmare” i nostri eventi. Le Vie dei Tesori fa proprio questo: programma per tempo, organizza e si presenta, riuscendo a muovere numeri altissimi in periodi non turistici”. L’idea è quella di mettere in rete e raccontarli, luoghi che di solito sono “muti”. “La risposta di Catania lo scorso anno ci ha convinti non soltanto a ritornare ma a raddoppiare l’impegno, nello stesso identico periodo occupato da Palermo – interviene Laura Anello, presidente dell’Associazione le Vie dei Tesori – Presenteremo a breve il programma del prossimo anno sulla ribalta internazionale e c’è un grandissimo interesse: l’anno scorso il 40 per cento dei visitatori erano turisti”. Guardare, ammirare, ascoltare, annusare e assaggiare: questa è la vera novità del festival, tra visite teatralizzate, concerti, degustazioni, visite esclusive, laboratori aperti di antichi pupari, dove il pubblico diventerà protagonista di emozioni, appunto, impossibili da dimenticare. Si andrà da un’esperienza vis à vis con la più antica famiglia di pupari catanesi, i Fratelli Napoli che proporranno anche un loro spettacolo, alla visita teatralizzata – con attori o musicisti – al tramonto sulla cupola della Badia di sant’Agata dove arrivavano solo le monache; dall’itinerario alla scoperta della laboriosa cucina dei Benedettini, all’Orto Botanico dell’Università, con le sue specie quasi estinte; per poi arrivare fuori porta, al Parco Paternò del Toscano, un angolo di Paradiso costruito sulla lava; o al Parco dell’Arte, voluto da una mecenate artista.
Catania dunque, dal mare al terrazze: si entrerà nei sontuosi palazzi barocchi, nelle ville amate dai registi. Cinquanta siti aperti da un festival che ha fatto dello storytelling il suo punto di forza e che abbatte ogni steccato per condividere con tutti il sapere accademico. Camminando sulle gambe di 1800 giovani, la maggior parte volontari – 110 solo a Catania -, che decidono di scendere in campo. Per percorrere insieme i camminamenti segreti delle monache di clausura, scendere nelle terme antiche, e risalire sulle cupole. E visitare luoghi – alcune chiese (soprattutto) chiuse da anni – che difficilmente aprono le porte. Come San Giuseppe al Transito che sorge dove un tempo era l’antico torrione o Santa Maria dell’Aiuto che custodisce un’icona ritenuta miracolosa; San Benedetto con la “scala degli Angeli” di bellezza commovente, ma soprattutto la chiesa di santa Chiara dove Verga ambientò “Storia di una capinera” e che apre per la prima volta affidando la visita ad un ragazzo della comunità di Sant’Egidio, che la gestisce; oltre ai due bastioni, degli Infetti e del Tindaro che raccontano la storia antica della città fortificata di Carlo V. Apriranno le porte sia Villa Manganelli, unica residenza catanese disegnata da Ernesto Basile, che Palazzo Manganelli, dove Luchino Visconti girò alcune scene del Gattopardo. E si potrà visitare l’Ipogeo Romano con la sua piccola camera sotterranea, come ha ricordato Gioconda La Magna, alla guida del Polo archeologico di Catania. E tantissimi altri: i catanesi potranno riscoprire i luoghi legati al culto della patrona (persino Sant’Agata al Carcere, solo su prenotazione, dove leggenda vuole che fosse rinchiusa la santa prima del martirio), gli appassionati potranno scendere nelle antiche Terme Achilliane sotto la Cattedrale, sempre su prenotazione come anche il camminamento su Porta Uzeda che collega piazza Duomo a via Dusmet. Si ascolterà l’incredibile storia dei “falsi” conservati al Museo archeologico universitario e si salirà sulla cupola del monastero di San Giuliano. Apre le porte nella sua interezza la cattedrale, con spunti diversi di visita offerte al pubblico, “speriamo che vengano i giovani”, dice il parroco, monsignor Barbaro Scionti. Il colonnello Rubino farà invece da guida alla tomba antichissima conservata nell’ex convento carmelitano di Maria SS. dell’Annunziata, sede del Distretto Militare.
UN BICCHIERE DI VINO E UNA STORIA AL TRAMONTO. Una visita teatralizzata mozzafiato, al tramonto, condotta il venerdì da attori/aedi, e il sabato seguita da un recital musicale. Si arriverà fino alla cupola a 40 metri di altezza, lungo il camminamento delle monache. E in tre giorni (sabato 12, 19 e 26 ottobre) si chiude con una degustazione di vini Planeta. (Prenotazioni sul sito)
RAGUSA. Il cuore del Barocco, il Val di Noto prezioso protetto dall’UNESCO, dove ogni palazzo, ogni balcone, ogni convento, sembra nascere dalla mano di un artista. Il RagusaShire, come lo chiamano alcuni, è alla sua seconda esperienza con Le Vie dei Tesori e coinvolge la maestosa Ragusa, la nobile Modica e Scicli, il gioiello amato dalle fiction. Saranno esperienze per viaggiatori appassionati: si “volerà” di campanile in campanile, si scoprirà dove nasce il cioccolato degli atzechi, si scenderà nelle grotte nascoste per scoprirvi un presepe. Tra l’altro, visitabili con gli stessi coupon validi per le tre città. Da venerdì 4 a domenica 20 ottobre, tre weekend da non dimenticare, con programmi che affiancano quelli delle due “capitane”: Palermo dove il festival è un appuntamento fisso da 13 edizioni e dove quest’anno aprono le porte 170 luoghi, con esperienze, eventi, passeggiate e un programma KIDS; e Catania, alla sua seconda partecipazione con 50 luoghi, e un bel programma di siti su prenotazione ed esperienze. Forte di un avvio splendido – le prime dieci città siciliane negli ultimi tre finesettimana di settembre hanno sfiorato gli 80 mila visitatori tra Messina, Caltanissetta, Trapani e Marsala, Acireale, Siracusa e Noto, Sambuca, Sciacca e Naro – Le Vie dei Tesori ritorna dunque nel Ragusano che riparte da un “tesoretto” di 21 mila presenze lo scorso anno, con il pubblico affascinato da intarsi barocchi, chiese rupestri e palazzi sontuosi.
Quest’anno il percorso è ancora più particolare, vediamolo città per città. A partire dai venticinque luoghi a Ragusa, divisi tra la città superiore con le sue chiese, le rocche, i passaggi che salgono in verticale; e Ibla (in siciliano “lusu”, ovvero quello che giace sotto), miraggio di luci e di ombre, palazzi e musei. Dove apre perfino l’antico circolo di conversazione riservato solo agli aristocratici. Una città che si svela in tappe-gioiello, per veri appassionati, come per esempio le piccole cappelle rupestri (non perdete San Rocco con la sua “cona”), ma anche il frammento superstite del Retablo di San Giorgio; sant’Agata ai Cappuccini con un trittico di Pietro Novelli, o le mensole grottesche dei balconi di palazzo Zacco. Ma è già facile prevedere che il boom lo faranno le visite in notturna ai tre campanili – nel terzo ed ultimo weekend, dalle 18 a mezzanotte, un colpo d’occhio straordinario sulla vallata -, in collaborazione con le Scale del Gusto. Si potrà salire in vetta alla torre campanaria di Santa Maria delle Scale, scampata al terremoto, sotto cui c’è un fonte battesimale scolpito nella pece; o a Santa Maria dell’Itria che possiede anche una cupola ottagonale a maioliche con iris di vari colori; e trovare al Purgatorio un campanile che è separato dalla chiesa, anzi la affianca e poggia su un tratto delle mura bizantine del castello di Ragusa. Due le passeggiate che porteranno alla scoperta dei riti della vecchia Ragusa, tra santi e processioni, e alla particolarissima cava, sotto i ponti della città, tra latomie, forni per la calce, mulini e tombe protostoriche.
MODICA barocca, l’antica capitale della Contea, è pronta ad accogliere i visitatori: sembra una città partorita da un sogno ardito, con le scale che si inseguono sulle colline e poi scendono giù nei dirupi. Per questo, e per i 17 ponti che fino all’Ottocento l’attraversavano, Modica nell’edizione dell’ Enciclopedia Treccani del 1934 era definita la città più singolare d’Italia, come Venezia. Ai primi del ‘900, il fiume è diventato l’attuale corso Umberto, sono spariti i torrenti, i ponti e i 23 mulini ad acqua. Ma Modica è rimasta nello spirito la quarta città della Sicilia, come era un secolo fa, da scoprire in un viaggio lungo quindici tappe, con curiosità veramente particolari, dal Fattojo Bonajuto, la più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia dove si potrà assistere a tutte le fasi di lavorazione delle dolci tavolette; alle famose “botti” del Campailla dell’unico sifilicomio del Sud Italia, quando ancora la sifilide era una malattia da signori; e non ci si può esimere da una visita al famoso castello dei Conti, con le carceri e la cappella dei detenuti. Alla chiesa del Carmine si avrà l’inedita possibilità di visitare uno degli accessi laterali alla chiesa, un portale gotico che fu scoperto per caso nel 2008 in una casa privata; visibile anche l’ossario dei frati Cappuccini. Nella minuscola chiesa rupestre di San Nicolò si scoprirà l’abside bizantino, mentre a palazzo Castro Polara Grimaldi sembra che il tempo si sia fermato a due secoli fa.
SCICLI, accarezzata dall’Unesco che le riconosce il valore delle facciate storiche dei palazzi settecenteschi, l’unicità di un barocco prezioso e ancora intatto. Apriranno tredici luoghi – tra cui l’inedita grotta delle Cento scale che conduce sul serio nelle viscere della terra, dove però scoprirete un presepe in miniatura – con l’occhio imprescindibile alla fiction più conosciuta d’Italia: cercare il commissario Montalbano si può, il festival permetterà di scoprire alcune delle location più note, come la stanza dell’agguerrito impossibile Questore. Se ne avete abbastanza delle ampolle segrete e dei bilancini da speziale dell’antica farmacia Cartia, potete inerpicarvi fino a San Matteo: troverete un sito affascinante, anche se abbandonato, da dove lo sguardo spazia fino al mare lontano. A palazzo Spadaro, un attimo prima di perdersi tra le marine di Guccione, bisogna lasciarsi incantare dal “onte degli innamorati” , mentre nei “bassi” del ex convento san Michele sono stati ricostruiti i laboratori quotidiani di sartoria e cucina. Senza dimenticare le due passeggiate, che condurranno tra le chiese rupestri e alla ricerca delle più importanti committenze architettoniche degli ultimi due secoli.
I VIAGGI DEI TESORI e i PULLMAN. Anche questa è una novità, l’intento è quello di lavorare sul turismo. Per viaggiatori curiosi che ameranno essere “condotti per mano” da chi le città le conosce sul serio. Da quest’anno Le Vie dei Tesori, in collaborazione con un tour operator, propone viaggi da non perdere per scoprire angoli siciliani come non li avete mai visti. Con accompagnatori, alberghi ed esperienze gastronomiche che sono pure piccoli tesori da scoprire. I primi due appuntamenti saranno alla scoperta di Ragusa e Modica che insieme apriranno 40 siti (viaggio il 12 e 13 ottobre), ma ci si muoverà anche tra hotel particulier, cene d’autore, angoli segreti; e a Catania (tutti i weekend dal 4 ottobre al 3 novembre) dove si potrà scegliere tra 50 tesori, in gran parte di solito chiusi o non raccontati. Un weekend con una guida personale, anche solo per due persone, alla scoperta della città nera di lava, con una notte in un palazzo storico, lo street food catanese, una cena gourmet. Con Flyfamily Travel. E sulla stessa scia si muove anche il progetto nato con Labisi Eventi vettore ufficiale del festival: gite giornaliere in comodissimi pullman che da Palermo hanno condotto e condurranno nelle città siciliane che partecipano al festival. Questa domenica e quella del 27 ottobre, da Palermo si potrà raggiungere e visitare Catania. Prenotazioni: Labisi Eventi di Alessio Labisi. 347.5595656 – 091.7478029 labisieventi@gmail.com