La Fondazione Inda aderisce a “Posto occupato”, la campagna di sensibilizzazione nazionale contro la violenza sulle donne. L’iniziativa, che ha ot
La Fondazione Inda aderisce a “Posto occupato”, la campagna di sensibilizzazione nazionale contro la violenza sulle donne. L’iniziativa, che ha ottenuto migliaia di adesioni in tutta Italia, compresa quella del consiglio comunale di Siracusa, è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Una sedia posta sulla scena prima di ogni spettacolo servirà proprio a riservare un posto a quelle donne che se non fossero state uccise avrebbero assistito agli spettacoli classici.
«Le notizie che arrivano da tutto il mondo sugli atti di violenza contro le donne purtroppo sono costanti – ha dichiarato il presidente della Fondazione Inda Giancarlo Garozzo -. E’ anche per questa ragione che come Fondazione Inda abbiamo subito colto l’invito ad aderire a questa campagna di sensibilizzazione perché sono atti inaccettabili contro i quali non bisogna restare in silenzio ma al contrario compiere gesti concreti perché nessuno dimentichi che seduta su quel posto, all’interno del nostro Teatro Greco così come della nostra società, ci sarebbe potuta essere una donna che invece è stata uccisa».
Tra i primi ad aderire all’iniziativa ideata da Maria Andaloro, Moni Ovadia regista della tragedia “Le Supplici” e Mario Incudine che ha curato le musiche e l’adattamento in siciliano dell’opera di Eschilo.
«Abbiamo accolto con grande consenso l’invito ad aderire a questa iniziativa – ha spiegato Ovadia – anche perché è un segnale forte che viene lanciato contro una vera e propria piaga della nostra società che rimane lontana da una soluzione contro la misoginia. Proprio per questo condividiamo in pieno e sosteniamo questa idea»
«Le Supplici è una tragedia che già nel 463 avanti Cristo – ha aggiunto Mario Incudine – parlava di donne che rifiutano la violenza maschile. Questa iniziativa è un manifesto della lotta contro la violenza e sotto questo punto di vista rappresenta un binomio perfetto perché ci troviamo davanti a un’opera che è un vero proprio grido contro la violenza»