Hi tech Lavorare dalla Sicilia con il Nord Italia senza spsoatrasi dall'Isola? Oggi grazie alla tecnologia si può fare. Il bilancio della digital agency palermitana sul periodo di smart working forzato. Pasquale Esposito Lavina: «Risultato sorprendente: avere una sede fisica a Milano non è più necessario, lo smart working si traduce in un vantaggio competitivo fortissimo e una grande opportunità per tutte le aziende del Sud»
L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha sconvolto le vite e la quotidianità di aziende e famiglie, rinchiusi forzatamente in casa si è cercato di continuare una vita tra le mura domestiche che fosse il più possibile produttiva. Alcune aziende più di altre sono riuscite ad ottenere risultati molto performanti affidandosi esclusivamente al lavoro da remoto. Le realtà produttive più reattive hanno approfittato di questo periodo per gestire clienti e risorse totalmente a distanza, hanno studiato e messo a punto nuove soluzioni per la condivisione del lavoro e cercato di ottenere il massimo in un momento di difficoltà e incertezza generale. Tra questa sicuramente avvantaggiate sono state le aziende del digitale, che per loro natura sono organizzazioni complesse ma agili, abituate al cambiamento e ad adattarsi alle continue novità del settore, sempre attentissime alle nuove opportunità offerte dalla tecnologia digitale.
Im*Media, digital agency tutta siciliana “based in Palermo”, è tra le aziende dell’isola che meglio ha reagito al difficile periodo di chiusura forzata, non solo in termini di performance produttiva (l’agenzia non ha rallentato un solo progetto) ma soprattutto in termini di consapevolezza rispetto a opportunità di business futuri.
«La nostra agenzia – spiega Pasquale Esposito Lavina, co-founder di Im*Media – lavora con clienti nazionali e locali con cui studiamo soluzioni specifiche e personalizzate che coprono i diversi aspetti del mondo digitale. Durante il lungo periodo della quarantena abbiamo potuto toccare con mano quanto alcune vecchie abitudini siano adesso completamente superflue. Mi riferisco soprattutto alla necessità di gestire e organizzare incontri fisici con i clienti, che per noi che lavoriamo a Palermo significa un notevole dispendio di energie per i nostri collaboratori, giorni di trasferta, maggiori costi e una generale diminuzione della produttività».
Le aziende di successo sono spesso quelle che riescono a trasformare in opportunità i momenti di crisi. Così anche nella drammaticità di una pandemia si può approfittare per crescere e creare nuovi modelli di business. «Abbiamo approfittato dello smart working forzato per mostrare a tutti i nostri clienti che una call conference è efficace quanto un incontro fisico se non di più – aggiunge Esposito Lavina – ad un meeting da remoto possiamo far partecipare tutte le figure coinvolte nel progetto, questo rappresenta un’opportunità di crescita e confronto soprattutto per i junior. Inoltre questa modalità, che ci risparmia di viaggiare su e giù per l’Italia, ci offre la possibilità di sentire i nostri clienti più spesso, consentendoci paradossalmente di seguirli meglio. Questo si traduce in una grande opportunità di crescita per tutte le aziende del Sud, che possono finalmente emanciparsi dalla necessità della presenza fisica obbligatoria. Oggi grazie a questa nuova consapevolezza le aziende del Nord e quelle del Sud possono competere ad armi pari. Il vantaggio competitivo per chi, con costi inferiori, decide di fare impresa al Sud è davvero forte».
Telelavoro, smart working e call conference possono davvero essere uno strumento per colmare le distanze tra le imprese del Nord e chi ha deciso di rimanere a Sud. Soprattutto per le aziende di servizi o per le aziende del digitale e del multimedia che a distanza riescono ad ottenere performance eccellenti, investendo come Im*Media in un territorio in cui le competenze non mancano ma i costi fissi aziendali rimangono sostanzialmente più bassi.
Tuttavia un cambiamento così profondo non è sempre facile da gestire, soprattutto per le organizzazioni complesse che includono un gran numero di figure professionali su un unico progetto, inoltre lavorare da casa può sottoporre i dipendenti ad uno stress maggiore, dovuto ad una sensazione di lavoro prolungato e costante in un ambiente familiare.
«Nonostante i vantaggi dello smart working siano evidenti gestire un’emergenza come quella vissuta in quarantena ci ha posto di fronte a diverse difficoltà – precisa Marco Mineo, partner, Head of Finance, Legal & HR di Im*Media. Non bisogna dimenticare che adattarsi a cambiamenti repentini di questo tipo può essere molto stressante per alcuni collaboratori, sopratutto quelli più legati alle attività manageriali o di coordinamento e che nessuno era preparato a questo nuovo modo di lavorare. Durante lo smart working in quarantena abbiamo verificato un’accentuata invasione delle dinamiche familiari nei processi lavorativi, la carenza di spazi tranquilli e silenziosi, un aumento del tempo dedicato alla disponibilità al lavoro. Tutte difficoltà che abbiamo preso in carico e abbiamo cercato di gestire con attenzione verso ogni singolo collaboratore. Dopo un periodo di normale assestamento siamo riusciti a proseguire con successo le nostre attività con un notevole miglioramento dei flussi e dell’organizzazione. Non secondario è il fatto di non aver utilizzato ammortizzatori sociali, mantenendo quindi i livelli retributivi dei collaboratori invariati».
Per sopperire a difficoltà di questo tipo e mantenere la forza del gruppo l’azienda ha sviluppato dei veri e propri momenti rituali che accompagnavano la quotidianità a distanza ma anche momenti di allineamento e riunioni fisse per la condivisione delle informazioni. «Ogni giorno ci vedevamo alle 8.45 per 15 minuti per prendere virtualmente un caffè insieme e parlare soprattutto di argomenti futili lontani dal mondo lavorativo – racconta Davide Aloi, Head of Delivery – abbiamo anche istituito l’aperitivo del mercoledì e delle video lezioni di Yoga con un insegnante di Milano. Grazie a queste piccole attività siamo riusciti a mantenere il gruppo unito e a sostituire degli appuntamenti di team building già programmati e che sono purtroppo saltati causa covid».
Fondamentale, in un’azienda del digitale anche l’approccio ai social network che diventano strumento di coesione e aumentano il senso di comunità del team di lavoro. «Quando lavori con il digitale e più in generale nel mondo della comunicazione non esistono barriere, nemmeno il lockdown ha potuto fermare la nostra voglia di raccontarci – spiega Ornella Daricello, Social Media Strategist di Im*Media -. Le pubblicazioni social sui nostri canali non si sono mai fermate durante il lockdown. Abbiamo raccontato la quotidianità del lavoro da casa, mostrandoci più naturali che mai, abbiamo condiviso scatti delle nostre call e sdrammatizzato i momenti che scandivano le nostre giornate realizzando delle mini clip dove abbiamo messo in luce il contrasto tra la vita lavorativa e quella personale di ognuno di noi. Abbiamo fatto tutto il possibile per essere vicini tra di noi e con chi ci segue».
La creatività, le relazioni, la forza del gruppo sono fondamentali in un’azienda del digitale eppure le nuove consapevolezze non tardano ad arrivare anche all’interno del team di lavoro che ad oggi include più di cinquanta collaboratori. «Organizzare il lavoro durante l’emergenza covid non è stato semplice – aggiunge Marina Cerami, Head of Customer Success – e abbiamo dovuto fare fronte a problemi organizzativi che non avevamo mai affrontato. Ma questa esperienza ci ha insegnato tanto, Im*Media è un’agenzia che basa il suo successo sulle persone, sulla loro capacità di dialogare, costruire e creare squadra, pensieri e progetti comuni. Lo smart working sembrava andare contro il concetto stesso di fare gruppo, ma abbiamo potuto constatare con i nostri occhi che non è così e che le persone possono fare squadra e lavorare bene in gruppo anche a distanza».
Con tutta probabilità l’alternanza tra lavoro da remoto e presenza in ufficio sarà il futuro per Im*Media come per moltissime altre aziende. «Alcune figure come lo sviluppatore sono addirittura più performanti se restano a casa – prosegue Esposito Lavina – altre hanno maggiormente bisogno di lavorare a stretto contatto con i colleghi, come chi ha dei ruoli di coordinamento o più legati alla creatività e alla condivisione delle idee. Noi già da settembre ci orienteremo su un nuovo scenario, al centro delle nostre scelte ci saranno sempre le esigenze e le storie personali dei nostri collaboratori, in Im*Media la qualità di vita di chi lavora con noi è un fatto fondamentale, per questo dopo l’estate alcuni collaboratori potranno lavorare prevalentemente da casa, altri alterneranno lavoro da remoto e presenza in sede, altri ancora ritorneranno ad essere presenti in agenzia non rinunciando però ad una certa flessibilità se necessario».
I vantaggi di scelte manageriali di questo tipo sono chiari: risparmio di tempo e energie per spostarsi da casa a lavoro, maggiore sostenibilità ambientale, più tempo libero, organizzazione aziendale più agile e flessibile, e nel lungo periodo riduzione dei costi fissi aziendali.
Commenti