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“Gustibus” esporta il made in Italy nel mondo e punta sul doypack

Tutto fa panza L'azienda di Assoro ha chiuso importanti accordi le principali catene di supermercati presenti negli Stati Uniti, Emirati Arabi, Giappone e Corea del Sud e annuncia la realizzazione del primo impianto di doypack in Sicilia, nuovo packaging a basso impatto ambientale

Il gusto 100% italiano, con le materie prime prevalentemente siciliane, è pronto a sbarcare nei più importanti mercati internazionali, grazie agli ultimi accordi chiusi tra “Gustibus Alimentari” e le principali catene di supermercati presenti negli Stati Uniti, Emirati Arabi, Giappone e Corea del Sud.
«Quattro aree strategiche – anticipa il presidente Francesco Pecorino – nelle quali abbiamo concentrato studi di settore e investimenti per i prossimi 2 anni. Puntiamo su queste aree perché guardano sempre più con estremo interesse ai prodotti italiani, il prodotto made in Italy è sinonimo di qualità. Inoltre, la presenza degli italiani all’Estero, e soprattutto in queste aree, è sempre più consistente. Il nostro obiettivo è quello di intensificare le relazioni cercando di esaudire appieno la richiesta del cliente».

L’appeal dell’Italian style resta, dunque, sempre un grande complice per le aziende che scommettono nell’internalizzazione del prodotto, anche nel settore agroalimentare.
«Sono Paesi in cui c‘è una forte curiosità per la cucina Italiana – spiega il presidente Pecorino – l’operazione di marketing che stiamo portando avanti è quella di unire la tradizione Italiana, che ha una riconoscibilità in tutto il mondo, l’eccellenza di materie prime siciliane provenienti da una filiera certificata e rigorosa, intercettando le tipicità che ogni popolo esprime nel proprio paniere d’acquisto, creando un prodotto che sia di nicchia, gourmet, disponibile negli scaffali. Vogliamo non solo soddisfare i palati degli italiani ma mixando i nostri ingredienti con i sapori del luogo puntiamo a soddisfare anche la popolazione locale. Le ricette vengono studiate scrupolosamente dopo lunghe call che ci permettono di captare ciò che il cliente desidera, si procede con lo studio di nuove ricette per poi realizzare i campioni di prova prima della conferma definitiva».

Gli americani, per esempio, sono dei grandi consumatori, oltre che produttori, di formaggio, e negli ultimi anni le performances delle esportazioni hanno premiato la qualità del prodotto italiano non solo nelle grandi metropoli come New York, San Francisco e Boston ma anche nelle aree più piccole, dove la richiesta di prodotti italiani si va via via sempre più forte, anche per un accresciuto interesse verso la dieta mediterranea: sulla scia di questo trend è nato il sugo al formaggio. Stessa operazione in Corea del Sud, dove il prodotto Gustibus è presente con un private label e tra le varietà di sughi al pomodoro, a vincere sono le referenze all’aglio e alla ricotta. Con la gamma dei sughi al pomodoro, Gustibus è da poche settimane presente anche in Giappone. E negli Emirati Arabi, dove gli Emiratini soprattutto di Dubai e Abu Dhabi si sono scoperti grandi estimatori del tartufo, è in arrivo un pesto pronto realizzato “ad hoc”, frutto di ricette ‘personalizzate’ e mirati brand test.

Non solo sughi, anche il mercato dei pesti è in forte incremento a livello internazionale. Il mercato che consente di raccogliere un maggiore fatturato resta quello europeo, anche perché il prodotto, soprattutto il pesto al basilico, è legato ad una forte tradizione culinaria occidentale. «Ma anche il mercato medio Orientale e degli Emirati Arabi – prosegue Pecorino – è molto incuriosito». La referenza più performante resta il pesto verde tradizionale al basilico, con e senza aglio, ma l’azienda sta puntando molto sul pesto di pistacchio e il pesto alla trapanese.
Per affrontare i mercati internazionali, non basta, però, l’attenzione alla materia prima e al palato dei consumatori, ma anche la capacità di intercettare tendenze e stili di vita sempre “più green” di ogni popolo, oltre alla necessità di esprimere una corretta immagine dell’azienda attenta ai temi della sostenibilità e della salubrità dell’ambiente. In questo senso, saper scegliere il packaging per un’azienda che voglia raccogliere la sfida della competitività, è un importante strumento di comunicazione.
«In un paese come l’Inghilterra, dove il vetro non è più utilizzato da tempo, noi esportiamo solo prodotti in doypack – spiega Pecorino che annuncia anche la realizzazione di un impianto, unico in Sicilia, che entrerà in funzione il prossimo gennaio -. Il doypack sarà il nostro futuro».
La busta in doypack è assolutamente performante: stabile (quando la si posiziona su di un piano), versatile e compatibile con qualsiasi tipo di prodotto, a basso impatto ambientale, ermetica per garantire freschezza e durata del prodotto, condizione imprescindibile per il trasporto, quando si parla di e-commerce. Su quest’ultimo punto Gustibus ha già firmato un accordo con Alibaba per aprire una vetrina: si parte con 6 prodotti, per salire presto a 15, con l’obiettivo di gestire una vetrina con una cinquantina di prodotti a marchio.

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