Musica Sarà online dal 17 novembre il nuovo videoclip del brano della cantautrice catanese diretto dalla regista emergente Giorgia Scapolaro: «Ad un primo ascolto la canzone fa subito pensare ad un amore saffico - dice Debra- ma è solo la punta dell’iceberg»
Un viaggio mentale in cui inevitabilmente si viene coinvolti e rapiti, un brano che trasporta l’ascoltatore in un cammino empatico con la propria psiche e i propri ragionamenti, fino al punto di arrivare a conoscere meglio se stessi. Questo il senso dell’introspettivo videoclip “Nella Scatola”, scritto, ideato e interpretato della cantautrice catanese Debra durante il lockdown, è l’ultimo progetto musicale dell’artista prodotto da NelloProd e distribuito da Jonio Culture, che dal 17 novembre sarà online su you tube.
«Il video diretto dalla regista emergente Giorgia Scapolaro è stato concepito come un cortometraggio – dice Debra che con l’interpretazione del brano Disney “È una storia sai” ha superato il milione di visualizzazioni su youtube-, che per la particolarità delle tecniche utilizzate da Graziano Piazza per la fotografia ed Emanuele Pappalardo per il montaggio, ricrea ambienta la scena dentro una scatola di cartone, tanto da non essere presentato come “official video” ma come “The short film”».
“Nella Scatola” è un video-film audace per le immagini di passione e violenza tra due figure femminili, molto vicine ad un amore saffico, che nel finale capovolgerà ogni cosa, aprendo la strada ad una serie di punti di domanda.
«Nel video si vede un uomo che maneggia una scatolina di cartone mentre segna il tempo con una clessidra – continua l’artista catanese che da anni si occupa di produzioni indipendenti ed è stata protagonista del format TRL di MTV del 2009-, mentre all’interno si muovono la protagonista ed un’altra donna senza volto con la quale comincerà a scrutarsi e conoscersi con l’ausilio del corpo, mostrando le diverse possibili fasi dell’approccio fra due persone. Ad un primo ascolto la canzone fa subito pensare ad un amore tra due donne, suggestionati da quel primo verso “sei rimasta solo tu” che introduce una scrittura al femminile, riproposta anche nel ritornello. Ma è solo la punta dell’iceberg, in quanto tutto il testo gioca tra un possibile coming out e una necessaria apertura mentale che punta all’introspezione psicologica con un’emozionante finale a sorpresa che, grazie all’interpretazione della coprotagonista Gloria Grasso nelle vesti di una mantide religiosa, scruta e rapisce».
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