Teatro e opera L’attore e regista catanese Alessandro Idonea porta sulla scena un nuovo spettacolo con il quale celebra la straordinaria capacità interpretativa e umana di suo padre Gilberto e i principali capiscuola del teatro siciliano: Martoglio, Musco e Pirandello. Nasce così “L’importanza di essere Idonea”, in scena dal 25 al 27 agosto a Catania, spettacolo che riannoda le fila con il passato guardando al futuro. Alessandro Idonea: «Ho capito che il mio valore risiede proprio nel fatto di essere siciliano»
In uno dei momenti più delicati per lo spettacolo dal vivo, l’attore e regista catanese Alessandro Idonea decide di portare sulla scena un nuovo spettacolo con il quale celebrare la straordinaria capacità interpretativa e umana di suo padre Gilberto e i principali capiscuola del teatro siciliano: Nino Martoglio, Angelo Musco e Luigi Pirandello. Nasce così “L’importanza di essere Idonea”, in scena dal 25 al 27 agosto all’Anfiteatro Le Ciminiere di Catania per il cartellone estivo Catania Summer fest promosso dal Comune, uno spettacolo che promette già di riannodare le fila con il passato guardando al futuro. Classe 1985, Alessandro Idonea ha sempre affrontato con temerarietà le sfide che la vita gli ha posto davanti, sin da quando nel 2018, nonostante gli impegni teatrali della sua associazione GAGS, dovette accogliere l’ingombrante eredità del padre pur di non lasciare orfani i numerosissimi abbonati che a ogni stagione riempivano il Teatro Metropolitan. O come quando nel 2020, dopo mesi di stop, accettò la nomina a direttore artistico della storica stagione del teatro catanese di via Sant’Euplio, conferitagli dal proprietario Nino Mazza. Lo stesso coraggio che oggi lo porta ad affrontare i cavalli di battaglia che hanno reso noto nel mondo l’indimenticabile Gilberto Idonea. L’abbiamo incontrato per farci raccontare del progetto e della necessità, dopo mesi di chiusure, di tornare a confrontarsi con il pubblico.
Nel 2007 Gilberto Idonea ha voluto celebrare il più grande attore comico siciliano, Angelo Musco, con un one man show al quale oggi “L’importanza di essere Idonea” s’ispira.
«Il progetto nasce prima di tutto nelle università del mondo dove mio padre teneva le sue lezioni sul teatro siciliano; poi nel 2007, appunto, in occasione dei 70 anni della morte di Musco, è diventato uno spettacolo a tutti gli effetti. Oggi sono io a riprenderlo perché mi sono reso conto, come diceva Ignazio Buttitta, che ogni giorno stiamo perdendo una corda del nostro dialetto. Abbiamo sempre meno conoscenza e padronanza della nostra lingua che invece dovremmo preservare. Ho fatto di tutto per allontanarmi dallo stile di mio padre, dal suo modo di recitare e fare teatro perché lo consideravo minore, intento com’ero a un teatro di respiro europeo. Con il tempo, però, mi sono reso conto che erano quelle le mie radici e che la drammaturgia siciliana non aveva nulla da invidiare a Cechov o Shakespeare. Negli anni mi sono confrontato con molti attori e registi del panorama nazionale ed è stato allora che ho capito che il mio valore risiedeva proprio nel fatto di essere siciliano e spero che anche il pubblico possa uscire da teatro con un pizzico di orgoglio in più per quello siamo ma soprattutto siamo stati».
Quanto è pesato essere figlio d’arte nella sua carriera?
«Come in tutte le cose c’è sempre il rovescio della medaglia. Se da un lato il fatto di portare il nome degli Idonea mi ha agevolato, dall’altro mi ha creato dei problemi. Spesso ho anche sentito forte l’ansia da prestazione perché comunque dovevo dimostrare di essere all’altezza. Con il tempo ho capito che avrei fatto bene a farmi scivolare addosso i giudizi; tanto nel bene o nel male sarei stato sempre il figlio di Gilberto mentre per me era più importante mettermi in gioco. Ed è quello che sto cercando di fare da qualche anno a questa parte».
Oltre che attore e regista Alessandro Idonea è anche impresario teatrale. Quali sacrifici ha comportato la crisi pandemica ancora in corso?
«Diciamo che prima del Covid stavamo raccogliendo i primi frutti del nostro duro lavoro e non mi riferisco solo ai guadagni. Avevamo cominciato a fare tournée in giro per la Sicilia e stavamo per aprirci al Nord Italia quando il lockdown ha bloccato tutto, per cui credo che quando rientreremo definitivamente dall’emergenza dovremo ripartiremo da capo, sempre che avremo le forze per farlo perché purtroppo questo nostro mestiere è bello ma anche molto complicato oltre che dispendioso. Vedremo cosa succederà».
Fra l’altro lo scorso settembre era stata annunciata la “Stagione a 4 stelle – Gilberto Idonea”, mai iniziata, a causa delle nuove chiusure.
«Sì, tutto era pronto per ripartire. Avevamo anche affrontato delle spese ingenti per mettere a norma il teatro, spese che alla fine si sono rivelate vane dato che a fine ottobre ci hanno fatto sospendere le attività. Noi abbiamo pronta anche la stagione del prossimo anno, l’abbiamo scritta a matita questa volta, aspettando di capire le prossime indicazioni del Governo. Certo, rispetto al 2020 vorremmo più garanzie per evitare di fare la stessa identica trafila che in passato».
A oggi qual è il rapporto con gli abbonati della Stagione a “4 stelle – Gilberto Idonea”?
«È quello di due amici che senza un perché si sono dovuti separare anche se noi non li abbiamo mai abbandonati perché la coda della stagione 2019-2020 è solo congelata, non appena sarà possibile i nostri abbonati recupereranno i due spettacoli in cartellone che non riuscirono ad andare in scena. Ci auguriamo che il pubblico continui a seguirci sempre con lo stesso affetto e la stessa stima, anche nelle stagioni future. È mancato anche a me quel dialogo simpatico che ogni anno c’era tra me e loro dal palcoscenico alla platea e sebbene non li conosca tutti, il loro affetto mi è sempre arrivato sincero per cui spero di non tradirli mai, cercando sempre di essere il più onesto possibile con me stesso e con loro».
A proposito di legami, Gilberto Idonea ha avuto con Angelo Musco un’affinità difficile da descrivere a parole. Da cosa nasceva questa staffetta ideale fra i due artisti?
«Lo racconto anche a un certo punto dello spettacolo. Papà voleva scoprire la ragione per cui un attore come Musco avesse girato in lungo e largo il mondo per diffondere la nostra cultura. E alla fine la scelta di ripercorrerne le orme li ha uniti ancora di più. Se mettiamo a confronto le loro esistenze, ci accorgiamo dei tanti parallelismi che li hanno accomunati, non ultimo la data di morte: Angelo Musco morì il 6 ottobre del 1937, mio padre il 5 ottobre del 2018; anche se il loro comune denominatore è sicuramente l’arte e l’amore per la cultura siciliana che hanno esportato in tutto il mondo, facendola diventare la loro bandiera. E poi c’è anche questa somiglianza: l’altro giorno passavo delle immagini e qualcuno mi ha detto: “ma quello è tuo padre”, ed io “no, no, quello è Angelo Musco”. “Dai non scherzare – mi sento rispondere – è tuo padre” ed io “Ti garantisco che è Angelo Musco”».
Lo spettacolo “L’importanza di essere Idonea”, oltre che un omaggio alle figure di Gilberto Idonea e di Angelo Musco, prende spunto dai testi di Martoglio e Pirandello.
«In particolare da Nino Martoglio, da molti erroneamente considerato un drammaturgo di serie B in quanto le sue opere vengono spesso rappresentate dalle compagnie amatoriali. In realtà lo scrittore belpassese è stato il vero motore di tutto, senza di lui Pirandello non avrebbe mai scritto capolavori del teatro in dialetto come “Il berretto a sonagli”, “Liolà”, “Pensaci, Giacomino” e Musco non li avrebbe mai interpretati».
C’è oggi un loro degno successore, qualcuno che possa raccogliere la loro eredità e portarla avanti?
«Oggi abbiamo autori siciliani anche molto bravi, il problema è che difficilmente si punta sulla nuova drammaturgia. Basti solo pensare che la compagnia fondata da Nino Martoglio con Musco prim’attore, nel giro di tredici anni mise in scena qualcosa come 120 nuove opere. Forse per fame o per necessità, sta di fatto che all’epoca si era disposti a sperimentare molto più di adesso. Oggi il teatro si è arenato in porti sicuri, con testi noti che attirano il pubblico. Così facendo abbiamo abituato lo spettatore ai soliti titoli, privandolo della voglia di novità. Per questo quello che vorrei chiedere al nostro pubblico è di tornare ad avere fame di teatro assaporando le novità, anche se sono brutte, potrà comunque essere l’occasione per apprezzare di più il bello».
Come reagirà il pubblico catanese a una novità come “L’importanza di essere Idonea”?
«Non lo so. Sarebbe bello se riuscisse a ritrovare quella genuinità che noi siciliani abbiamo e di cui spesso ci dimentichiamo. La nostra terra non può esportare solo mafia ma deve fare della cultura il suo vessillo».
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