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Pippo Pollina e la musica salvifica: «”Canzoni segrete” nasce dal confronto con i miei dubbi»

Musica Nuovo album per il cantautore palermitano, in uscita il 7 gennaio. I tempi cambiano e anche gli scenari di vita non sono più gli stessi: «Ho potuto sfruttare questo periodo tranquillo a causa del virus per scrivere un romanzo e registrare l'album senza fretta. Le canzoni sono l’espressione musicale dei dubbi con cui anche io ho dovuto confrontarmi». Concerti in Sicilia l'11 giugno al Bellini Catania ed il 12 giugno al Massimo di Palermo

I tempi cambiano e anche gli scenari di vita non sono più gli stessi. L’età che avanza, i figli che se ne vanno da casa, gli addii e le possibilità che emergono quando la vita vira bruscamente. Sono queste esperienze fondamentali e affascinanti che suscitano riflessioni e ispirano la scrittura di Canzoni segrete”, il nuovo album di inediti di Pippo Pollina, in uscita il 7 gennaio: canzoni che traducono stati d’animo in versi e melodie, canzoni che raccontano le riflessioni di un poeta.

Alcune tappe fondamentali della vita di Pollina: l’infanzia e la giovinezza a Palermo, gli esordi come cantante, cantautore e chitarrista con band che univano suoni folk a cultura regionale e coscienza politica. Lo studio della chitarra classica, poi il passaggio alla giurisprudenza e al giornalismo critico. Con la presenza della mafia in Sicilia questo percorso divenne pericoloso e allo stesso tempo così frustrante da spingere Pollina verso nord. A metà degli anni Ottanta viaggia per le zone pedonali d’Europa, cantando le sue canzoni ai passanti per strada. Un fatidico giorno a Lucerna, viene avvicinato dal cantautore Linard Bardill che portò il giovane in studio, evento che ha completamente cambiato la sua vita. Pollina incontrò altri come lui, persone affini come Konstantin Wecker e, in seguito, Werner Schmidbauer e Martin Kälberer con cui iniziò a collaborare assiduamente. Il busker divenne un cantautore con numerosi album pubblicati, un poeta della canzone con radici nel sud e una nuova casa a Zurigo, un artista le cui canzoni trasmettevano non solo la magia del Mediterraneo ma anche l’inquietudine e la fallibilità dell’uomo.

Pippo Pollina, foto di Lena Semmelroggen

«Ho compiuto 58 anni quest’anno, e sono in un luogo nel tempo in cui molto sta cambiando – racconta Pollina -. I primi amici ci salutano, così come i genitori. E’ ora di cominciare non solo a fare il punto, ma anche di prendere coscienza delle nuove domande che ora si prospettano. I capelli cominciano a ingrigirsi, i figli sono volati via dal nido, le prospettive cambiano. Prima di tutto, però, ritrovarsi di nuovo significa dire addio alla vita come l’hai vissuta fino a qui. Prima si trova la pace, poi si passa ad affrontare nuove esperienze e obiettivi. Questi non saranno gli stessi di quando avevi 30 anni. Per molte persone, questo periodo implica nuove relazioni, per qualcuno forse una nuova famiglia. Non siamo più gli stessi di prima».

Ed è anche per questo che Pippo Pollina continua a cantare “Canzoni segrete” sul potere della musica, sulle conseguenze della prosperità, su questa strana pandemia e su passioni mutevoli, sogni, speranze e delusioni. Tutte le canzoni sono state scritte tra gennaio 2019 e giugno 2020, ad eccezione di “Leo”, scritta e composta da Pollina e Georges Moustaki nel 1994, struggente omaggio al celebre chansonnier francese Léo Ferré.  Registrato in diversi studi tra Italia, Francia, Germania e Svizzera, l’album si è trasformato in un progetto che ha sfidato Pippo Pollina come compositore e poeta, ma anche come pensatore, musicista e arrangiatore: «Dopotutto, sono nel mezzo della mia ricerca e sono consapevole che a questa età ho bisogno di scoprire cose nuove e affrontare nuove sfide. È una fase strana in cui trovarsi, non più giovane, ma non ancora vecchio. E poi ecco che arriva il Coronavirus a bloccare tutto. Ho potuto sfruttare questo periodo tranquillo per scrivere un romanzo e registrare l’album senza fretta. Le canzoni sono l’espressione musicale di questi dubbi con cui anche io ho dovuto confrontarmi».

Sono oltre venti i musicisti coinvolti nella registrazione di questo nuovo lavoro di Pollina, tra cui il polistrumentista Martin Kälberer (che è stato anche produttore e co-arrangiatore dell’album), i chitarristi Jean Pierre von Dach e Titus Vollmer, il bassista Alex Klier e il batterista Leonardo Guadarrama. Si possono ascoltare archi, vari strumenti a fiato, armonica e fisarmonica, e in alcuni brani compare un coro maschile potentemente evocativo. Con una voce ruvida e allo stesso tempo musicale, Pippo Pollina gioisce e discute, chiacchiera e riflette. A volte con tocco laconico ma mai senza mai perdere una fondamentale riverenza per la bellezza del suono e la potenza dell’arte, nella consapevolezza che la musica è un dono. Ecco le basi, fuor di ogni dubbio, di un album ambizioso, maturo e coerente, che Pippo Pollina porterà in scena con il Palermo Acoustic Quintet in tutta Europa dall’inizio del 2022, con tappe a Catania l’11 giugno al teatro Massimo Bellini e a Palermo il 12 giugno al Teatro Massimo, culminando in un gran finale all’Arena di Verona nell’agosto 2023.

Pippo Pollina

La tracklist di “Canzoni segrete” di Pippo Pollina: 1) Una musica anche domani; 2) Di come quando cristo fuori piove; 3) Scacciaferro; 4) Guarda scende la neve; 5) Come una felicità improvvisa; 6) Abbiamo tutti; 7) Prendile se vuoi; 8) Senti le cicale; 9) Pizzolungo; 10) Leo; 11) Immaginarti; 12) Dove ti nasconderai; 13) Tutto chiuso; 14) Un’altra vita.

I crediti dell’album. Produzione e arrangiamenti di Pippo Pollina e Martin Kälberer. Arrangiamento archi: Roberto Petroli. Partiture: Alessandro Presti. Registrato tra giugno 2020 e 2021 nei seguenti studi: Indigo Studio Palermo; Malawi Mystery Studio Hemhof, Germania; Bio-StudioObing, Germania; Studio de Meudon, Parigi; Studio Cento Chimere e 571 Tonstudio di Zurigo. Missato da Martin Kälberer, Malawi Mystery Studio, masterizzato da Alex Klier, LXK Studio, Monaco. Fotografie di Lena Semmelroggen.

Pippo Pollina racconta “Canzoni segrete” brano per brano:

Una musica anche domani. Fra il passato e il presente. Fra le gioie e i dolori. Fra gli addii che si consumano nel solco del tempo e delle passioni, ci sarà sempre una musica che ci salverà. Una colonna sonora che accompagnerà le fasi cruciali della nostra vita.

Di come quando cristo fuori piove. Il blues è nel sangue di chi gode della sofferenza. Pensare alla donna amata che ha scelto di andar via è un vortice impossibile da stoppare. E sulle note di un blues imprecare: di come quando cristo fuori piove.

Scacciaferro. Parlare con chi non c’è più’ diventa un esercizio indispensabile per non crederci per davvero. E così d’un tratto ne senti la voce, il respiro, l’ironia e persino i passi sul selciato. E tutto diventa una milonga sbiadita.

Guarda scende la neve. Ci sono momenti della vita in cui la poesia è tutto. Non descrive ma dipinge. E’ solo un acquarello su una tela pronta a riceverne i colori. Ed ogni frase rimanda ad uno stato d’animo anche diverso. Poi getti lo sguardo fuori dalla finestra e ti dici: guarda, scende la neve.

Come una felicità improvvisa. Fra le braccia di chi va via e di chi invece rimane sgorga un’energia vitale. Quel testimone ideale che si consegna con il proprio corpo e la propria anima a chi si ama.

Abbiamo tutti. Un vizio, un gioco, una passione, una fiducia. E anche una consapevolezza: non vale la pena giudicare sempre gli altri. Meglio seguire il proprio cammino con la massima coerenza possibile.

Prendile se vuoi. Davvero il tempo andato scompare come neve al sole? O forse invece ci attende dietro l’angolo preparandoci una sorpresa? O forse ancora si accumula in una ideale biblioteca degli attimi dove tutto non è scritto ma vissuto.

Senti le cicale. Un marziano ci attende all’ultima curva del promontorio. Vuole forse rivelarsi proprio a noi che ci allontaniamo dalle follie delle metropoli. Dall’isteria delle masse, dall’incoscienza del quotidiano. E con la sua faccina verde ci chiede: senti le cicale?

Pizzolungo. Margherita era piccina quando la sua famiglia morì facendo da scudo al giudice Carlo Palermo negli anni caldi delle stragi di mafia. Morirono tutti al posto del magistrato che invece rimase miracolosamente illeso. Da quel giorno la vita del giudice e di Margherita cambiarono. La strage di Pizzolungo.

Leo. Dedicata a Léo Ferré. Scritta a quattro mani con Georges Moustaki negli anni novanta ed interpretata ora con Celia Reggiani, la figlia del grande Serge, attore e chansonnier. In questa canzone c’è un terzo della storia della canzone francese.

Immaginarti. L’avvicendamento delle generazioni provoca anche tenerezze. I padri e i figli. I loro conflitti. E soprattutto l’incapacità di cogliere l’attimo fuggente. Quello della parola prima dell’oblio.

Dove ti nasconderai. C’è un modo di comunicare quando si è lontani scevri dai social e dalle tecnologie? E allora colleghiamoci con i pensieri.

Tutto chiuso. Non c’è male per quanto sia grande che non venga anche per un po’ di bene. La pandemia ha consentito anche la possibilità di riflettere su tante cose. E di conoscere il proprio circondario meglio di quanto non si sia fatto negli anni precedenti.

Un’altra vita. Quanto spesso ce lo siamo detti che vorremmo un’altra vita? Per poi alzare bandiera bianca e rivelare la nostra inconsistenza e incapacità. E non basta ammetterlo. Che il solo pensiero ci opprime.



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