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“La mia dea” di Giuseppe Cucè, non c’è viaggio della vita senza le madri

Musica Il nuovo brano del cantautore catanese, pubblicato da Trp Music, descrive il legame che ciascuno di noi ha con la propria madre, il tramite che ci permette di fare il viaggio più bello. Cucè: «Le nostre scelte e la costruzione della nostra identità sono il frutto di questo legame». Il video, scritto e diretto da Nanni Musiqo, girato nell’Oasi naturale del Simeto, ha una narrazione in stile ritratto/portrait, in bianco e nero

Da venerdì 13 gennaio sarà disponibile in rotazione radiofonica “La mia Dea” (TRP Vibes / Believe Digital), il nuovo singolo delcantautore catanese Giuseppe Cucè, già disponibile su tutte le piattaforme di streaming dal 30 dicembre 2022. Il brano “La mia Dea” descrive il legame che ciascuno di noi ha con la propria madre, quel dono prezioso, la scintilla che ci dà la vita, il tramite meraviglioso che ci permette di fare il viaggio più bello. La madre è anche amore incondizionato, anche quando non necessariamente ci ha portati nel suo grembo, come persona fisica può commettere tanti errori, ma sarà sempre e comunque la nostra fonte. La funzione materna non si esaurisce solo in un significato biologico e generativo, bensì ha un importante significato simbolico. La madre è colei che accompagna il bambino nel mondo e che gli rimanda il primo sguardo su di sé, importante nella costruzione del proprio senso di identità. Spiega l’artista a proposito del brano: «Spesso sottovalutiamo l’importanza del rapporto che abbiamo con nostra madre, quel legame senza il quale il nostro viaggio potrebbe risultare più difficoltoso, le nostre scelte e la costruzione della nostra identità sono il frutto di questo legame»

Giusseppe Cucè

Il videoclip de “La mia Dea” scritto e diretto da Nanni Musiqo è stato girato nell’Oasi naturale del Simeto a sud della città di Catania. La narrazione è in stile ritratto/portrait, in bianco e nero per dare un tono elegante e retrò, pur mantenendo la modernità. Le foto sono dei fotogrammi video animati a rallentatore di coppie di figli con le madri, di tutte le età, sia uomini che donne. Compatibilmente alla sezione portrait c’è una linea temporale di storytelling di Giuseppe che viene accompagnato da qualche parte. Lo si trova all’interno di un abitacolo di una macchina non moderna, molto elegante, vintage, questo per rispecchiare l’anima elegante, ma allo stesso tempo wild del cantautore. Il video è il primo capitolo di una trilogia che ha per filo conduttore “il viaggio”, inteso come un viaggio interiore alla ricerca di se stessi.

Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica.

Inizia il proprio percorso dipingendo i propri pensieri su tela, per poi successivamente farsi catturare dalla danza contemporanea, fino a confrontarsi con diverse identità esistenti nel proprio essere e capire la propria strada incanalando le proprie energie verso la scrittura e la composizione. Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti, tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi, il percussionista Francesco Bazzano, i chitarristi Antonio Masto, ed Edoardo Musumeci, Marcello Leanza ai fiati, Alessandro Longo al Violoncello, Adriano Murania Violino. 

Nel 2008 inizia a collaborare con la Trp Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il cd “La mela e il serpente”, un album che sarà espressione assoluta dell’anima Saudade dell’artista. L’album viene anche pubblicato dalla Eedina Music, etichetta parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album appena pubblicato darà al cantautore catanese la possibilità di esibirsi in importanti teatri parigini come Le Trianon, L’Alhambra e  Le Petit Saint Martin. 



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