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Torna “Petra lavica” di Kaballà, 33 anni fa nasceva il rock mediterraneo cantato in siciliano

Musica L’8 novembre esce in vinile a tiratura limitata una nuova versione rimasterizzata dell'album di debutto del cantautore catanese, nel 1991 manifesto di contaminazione musicale tra rock, folk mediterraneo e influenze internazionali in dialetto siciliano. I brani “Petra lavica”, “Quantu ci voli”, “Fin’a dumani” e “Sutta lu mari” fanno parte della colonna sonora, firmata da Kaballà e Antonio Vasta, di “Paradiso In Vendita” film di Luca Barbareschi presentato alla Festa del Cinema di Roma

Dopo 33 anni dalla sua pubblicazione, l’8 novembre torna in una nuova versione totalmente rimasterizzata, in formato vinile 33 giri a tiratura limitata, Petra lavica” (Warner Music Italy), l’album di debutto di Kaballà. Inoltre, 4 brani dell’album (“Petra lavica”, “Quantu ci voli”, “Fin’a dumani e “Sutta lu marisono stati inseriti all’interno della colonna sonora del nuovo film di Luca Barbareschi “Paradiso in vendita con, tra gli altri, Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro, Domenico Centamore. Il film, una produzione Italia/Francia Èliseo Entertainment, con Rai Cinema in coproduzione con Leon Film, prodotto da Luca Barbareschi, viene presentato in anteprima oggi, giovedì 17 ottobre, alla Festa del Cinema di Roma. La colonna sonora del film è firmata da Kaballà e Antonio Vasta e comprende anche il brano “Paroli d’amuri”, estratto dall’album live “Astratti furori”.

Pubblicato originariamente nel 1991, Petra Lavica” sfidò le convenzioni con un audace mix di rock, folk mediterraneo e influenze internazionali, cantato in dialetto siciliano. In un’epoca in cui il panorama musicale italiano stava appena sperimentando la fusione tra dialetti e nuove sonorità, Kaballà osò spingersi oltre, dando vita a un lavoro che anticipava i tempi e guardava alla scena musicale europea. Acclamato dalle riviste specializzate, l’album è diventato un simbolo di contaminazione sonora, grazie anche alla produzione con Gianni De Berardinis e Massimo Bubola e gli arrangiamenti di Lucio Fabbri.

Pippo “Kaballà” Rinaldi, foto di Charley Fazio

Oggi, questo manifesto di contaminazione musicale torna con una nuova energia con la supervisione al progetto di Paolo Corsi, il coordinamento di Mario Cianchi e la produzione esecutiva di Nuccio La Ferlita di Puntoeacapo. Rimasterizzato da Tommaso Bianchi e la supervisione del leggendario produttore Rodolfo “Foffo” Bianchi, il disco riscopre, con il suono rinnovato e allo stesso tempo analogico, la magia della musica d’autore in una celebrazione che unisce passato e presente. Questa la tracklist di “Petra Lavica”: In gloria; Petra lavica; Il mirto e la rosa; Sutta lu mari; Fin’ a dumani; Ventu d’amuri; Quantu ci voli; Sciogli i capelli; Petra lavica (strumentale). 

Il cantautore catanese Giuseppe “Pippo” Rinaldi, in arte Kaballà, è noto per la fusione di musica popolare, rock e world music. Nel corso della sua carriera ha pubblicato diversi album (“Petra Lavica”, “Le vie dei canti”, “Lettere dal fondo del mare” e “Astratti furori”) e ha scritto per artisti nazionali e internazionali come Eros Ramazzotti, Mario Venuti, Anna Oxa, Antonella Ruggiero, Baustelle, Irene Grandi, Nina Zilli, Alex Britti, Ron, Andrea Bocelli, Josh Groban, Placido Domingo e tanti altri. Dopo l’esordio con il testo siciliano “Brucia la terra” composto sulle musiche di Nino Rota per il film “il Padrino III” di Francis Ford Coppola, ha in seguito lavorato anche per il cinema, scrivendo colonne sonore e testi, per il teatro e per la televisione.

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