Eventi La commedia dell'anormalità di Thomas Bernhard secondo Walter Pagliaro, dal 30 gennaio al 6 febbraio al Teatro Musco di Catania
Creazione pessimistica e amaramente ironica. Una madre ossessiona e investe verbalmente la figlia mentre preparano, con rito maniacale, i bagagli per l’annuale villeggiatura al mare. C’è però una variante che genera agitazione: l’imminente arrivo di un compagno di viaggio, un drammaturgo da poco e superficialmente conosciuto.
Questa è la situazione, abbastanza normale, su cui Bernhard costruisce la sua formidabile commedia dell’anormalità. Le due donne vivono, in realtà, un ambiguo rapporto familiare. La madre, discendente da una famiglia circense, aveva sposato un ricco industriale, da cui aveva avuto due figli: uno dal volto prematuramente senile, morto molto presto, l’altra vagamente ritardata, con cui vive anche dopo la morte del marito. La famiglia sembra avere tutte le caratteristiche di singolarità e anormalità, tipiche di molte dinastie circensi, in cui l’irregolarità, forse anche la mostruosità, diventano naturalmente qualità spettacolari. In effetti, seduta al centro della scena, la madre si comporta con la figlia come un dispotico domatore. Il climax sale, fino a tradursi in un’esperienza fisica con la parola teatrale. La madre prosegue il regista parla incessantemente, quasi sfidando le sue capacità polmonari: una performance vocale degna di un giocoliere. La figlia è la sua spalla, l’irrinunciabile partner senza il quale il numero non sarebbe più possibile. L’arrivo dello scrittore per cui la figlia sembra avere simpatia, potrebbe vanificare la perfezione del loro esercizio.
L’epilogo esalta ulteriormente il delirio verbale costruito dal grande drammaturgo austriaco. Nella seconda parte evidenzia Pagliaro l’azione si sposta in una casa al mare. Abbiamo immaginato una forma circolare molto cara a Bernhard. Un’idea di circo-mondo? Pian piano le istanze e la poetica dello scrittore di teatro vengono risucchiate dall’energia della madre. L’approdo finale sembra essere l’inesauribile performance di un saltimbanco della parola; come se la distruzione del teatro borghese, perseguita da Bernhard, fosse innanzi tutto cancellazione del dramatis personae. ‘Io sono tanti personaggi”, dice la madre. E allora, quella Meta tanto agognata non potrebbe essere “l’esibizione assoluta”? L'”essenza” stessa del teatro?». Viene qui in gioco l’espressività e al virtuosismo di Micaela Esdra.
Uno scricciolo di attore riassorbe in sé, condensa in sé, lo spazio, i movimenti, i suoni, le parole, le maschere. Tutto il senso del teatro sembra essere in quel piccolo corpo, collocato al centro del circo-mondo.
di Thomas Bernhard, traduzione di Eugenio Bernardi, regia Walter Pagliaro, con Micaela Esdra e Rita Abela
Per gli orari degli spettacoli, consulta il sito del Teatro Stabile di Catania