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Barbieri di Sicilia

Eventi Dal 20 agosto al 7 settembre a Taormina la mostra fotografica di Armando Rotoletti sulle antiche barberie siciliane

Nelle splendide sale del Palazzo Palazzo dei Duchi di Santo Stefano a Taormina, si inaugura il 20 agosto 2016 alle 18.30 la mostra fotografica “Barbieri di Sicilia”, 40 scatti di Armando Rotoletti sul mondo affascinante e ormai scomparso delle antiche barberie siciliane.
Le immagini presentate fanno parte di una ricerca compiuta dal fotografo Armando Rotoletti vent’anni fa, scovando le ultime barberie non ancora travolte dalla modernizzazione, nella profonda provincia dell’isola. Il risultato è un reportage unico, che mescola con eleganza fotogiornalismo, e ricerca antropologica.

Barbieri di Sicilia, foto Armando Rotoletti

Barbieri di Sicilia, foto Armando Rotoletti

«Nella primavera del 1991 – racconta Rotoletti – mi trovavo in Sicilia per una storia di copertina da me proposta. Nella piazza di Corleone entrai in una barberia per chiedere un’informazione. Non ricordo se ebbi soddisfazione in ciò che volevo sapere, ma ricordo che ebbi come una rivelazione. Avevo davanti il luogo più autentico della socialità siciliana, dove ogni sussulto della vita del paese veniva passato al pettine fine, con sorniona noncuranza, vedendo senza vedere, dicendo senza dire.” Da questa esperienza inattesa “nasce l’idea”, continua Rotoletti, di “fermare il tempo con la pellicola, cogliendo, prima che fosse troppo tardi, quell’impalpabile impronta culturale, quel distillato di ‘sicilianità’ che io stesso, da siciliano, ben conoscevo e tenevo a documentare»Gli scatti fotografici, realizzati tra il 1992 e il 1993, hanno seguito un itinerario dettato dall’istinto, fra barberie di città e di piccoli paesi, procedendo dall’entroterra alla costa per tutta la Sicilia. Un detournemént che ha fatto emergere dei tratti comuni tra queste barberie, creando una narrazione di un mondo popolare e interclassista, che rappresentava il fulcro della comunità di ogni paese, più ancora della chiesa, del corso o del circolo.

Barbieri di Sicilia, foto Armando Rotoletti

Barbieri di Sicilia, foto Armando Rotoletti

Impiegando metodi prossimi a quelli dell’antropologia culturale, integrando gli scatti con conversazioni per comprendere più a fondo caratteri, storie e abitudini, il reportage di Rotoletti va oltre la banalità del pittoresco per cogliere le singole personalità dei barbieri e dei loro avventori, le atmosfere gravide di umanità dei saloni da barba ma anche il pathos e la fatica del lavoro quotidiano. Sono scatti pieni di curiosità ed empatia che ritraggono persone autentiche, sorprese nei momenti più impegnativi e anche più divertenti della loro giornata, in un flusso ininterrotto di voci e silenzi carichi di significati, profumi, musiche e suoni della strada.
Una collezione di foto che ha saputo affascinare anche, Igor Man, al secolo Igor Manlio Manzella grande decano del giornalismo italiano. «Si può commentare una fotografia?», scrive Man. «No, se la fotografia è bella: perché parla da sola. Prendiamo queste che compongono una sorta di “Reportage nella Barberia”, scattate da Armando Rotoletti nella Sicilia che ancora resiste alla volgarità della plastica in saffico connubio con la formica: sono bellissime, veri “pezzi d’arte”. Impossibile commentarle, dunque, ma sollecitano il vecchio cronista a tentare una sorta di fragile amarcord che il rasoio del tempo presente porterà via, proprio come schiuma di sapone sapientemente montata da un effimero barbiere».
Ed è sempre Man, i cui scritti corredano anche il catalogo della mostra, con una serie di rievocazioni, a descrivere una di queste foto, con una memoria di lui 13enne, di una domenica del febbraio ’ 39 nel quartiere Cibali di Catania dove abitava. Il barbiere Don Puddu stava per chiudere per sempre il suo “Salone Venus” ma ci teneva a fare lui la prima rasatura al giovane Igor. «Il Salone Venus odorava di sapone, di borotalco, di lozione dopobarba contenuta in uno spruzzatore di latta nichelata, con la pompetta avvolta in una sottile reticella di seta. Tutti gli strumenti di Don Puddu erano allineati accanto al lavandino, su di un tavolinetto: come li vedo nelle fotografie di Rotoletti. Prima di attaccare i capelli, Don Puddu sillabò “senta, non le pare sia giunto il momento di farsi la barba? […] Confuso avrei voluto dirgli che la mia barba era poco più di una peluria ma lui, deciso, aveva cominciato a insaponarmi come soltanto i barbieri del Sud sanno fare. Infine estrasse dal taschino della giacca il rasoio, prese ad arrotarlo sul palmo della mano. “Il mio rasoio marca Puma”, sorrise fiero».

Armando Rotoletti

Armando Rotoletti (Messina, 1958) ha studiato fotografia presso il St. Mary College e il London Polytechnic (ora University of Westimnster) a Londra, città dove ha iniziato la sua attività professionale. Trasferitosi a Milano negli anni ’80 si è quindi dedicato al fotogiornalismo. Tra il 1985 e il 1995 ha prodotto diversi reportage presentati in mostre personali e collettive. Nel 1990, su invito di Grazia Neri, è entrato a far parte della sua storica agenzia, dando avvio all’attività di fotografo-ritrattista di personaggi della cultura, dello spettacolo e dell’economia.I suoi reportage sono stati pubblicati da molte importanti riviste tra cui i settimanali “Sette” e “Io donna” del Corriere della Sera, Vanity Fair, The Sunday Times, etc. Contestualmente ai suoi impegni editoriali da una decina d’anni si dedica anche a lavori di ampio respiro e di approfondimento sociale; tra questi Le facce della saggezza (ritratti di filosofi italiani); Casa della Carità. I volti le storie, dedicato agli ospiti della Casa della Carità di Don Colmegna; Barbieri di Sicilia, un reportage sulle ultime botteghe di barbiere nell’isola. Attualmente, in parallelo alla ritrattistica, documenta paesaggi e volti dei distretti agroalimentari (Langhe, Food Valley, ecc.) pubblicando i relativi volumi: Gente di Barbaresco è il primo risultato di questo nuovo impegno. Con Circoli di conversazione a Biancavilla, Rotoletti esplora la realtà antropologica di un paese siciliano alle pendici dell’Etna, dal destino incerto e in lotta perenne con la modernità. Un altro suo recente volume, Valelapena, racconta storie di riscatto dal carcere di Alba, dove ai detenuti è consentito il lavoro nel vigneto dello stesso carcere. Scicli, città felice, è il racconto fotografico di una delle più affascinanti città barocche del Sud Est della Sicilia. Nel 2015 ha pubblicato Vino e gente dell’Etna che documenta lo straordinario territorio dell’Etna e il suo rinascimento enoico, il Volto dell’IO, che raccoglie 50 ritratti di filosofi realizzati negli ultimi 10 anni e Noto. Le pietre i volti, al centro del libro l’unicità e la bellezza di Noto, di cui Rotoletti ha indagato tutti gli aspetti.

Sabato 20 agosto al vernissage sarà presente l’autore

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