Teatro e opera Mercoledì 13 marzo a Catania lo spettacolo con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini
Un viaggio attraverso i sentimenti, la natura, la fantasia, la quotidianità. È questo il tema della produzione firmata dall’attore napoletano Mariano Rigillo insieme a Anna Teresa Rossini, intitolata “Buongiorno Contessa“, programmata al Must Musco Teatro di Catania il 13 marzo 2019 alle ore 21,00, che sostituisce il titolo provvisorio precedentemente anticipato “A tavola da Eduardo”. Un viaggio in cui non c’è bisogno di fare le valigie o mettersi in cammino, ma solo lasciarsi trasportare dalle parole e dalla musica. Le parole, accuratamente scelte dal regista-attore, sono quelle di grandi poeti e letterati diversi fra loro per epoca, genere e stile ma raggruppati da Rigillo in tre grandi temi: l’amore, il mare, i giorni. Ecco dunque alternarsi sulla scena Aldo Palazzeschi e il “maestro” De Filippo, Dante Alighieri e Federico Garcia Lorca, Luigi Malerba e Stefano Benni in una danza che riesce a far rivivere tutte quelle passioni e quegli impulsi che il mondo cerca di sottrarci. In un aristocratico salotto anni Trenta avviene l’incontro tra la contessa Pizzardini Ba e il suo amico (amante?) Aldo (Palazzeschi, La visita alla contessa Pizzardini Ba). Discutono più o meno animatamente per tentare di sconfiggere la mortale noia da cui la nobildonna è afflitta in maniera ossessiva. L’incontro lascia malinconicamente aperto il tema della vita e dell’amore, che viene scherzosamente proseguito dalle figure di Pulcinella e Colombina e le parole di Eduardo De Filippo (L’ammore che d’è?).
Sulla scena viene introdotta la donna sesso/gioiello di Dènis Diderot (da I gioielli indiscreti) che passerà il testimone a Jacques Prèvert in dialogo con Roberto Lerici (Questo amore).
Il tema della natura (il mare e il viaggio) è presentato dai versi di Montale (Riviere) e dalla prosa arcaica e affascinante di Stefano D’Arrigo e della sua Ciccina Circè (da Horcynus Orca) e, attraverso la grandiosità dei versi di Dante (Ulisse, Inferno, Canto XXVI), si chiude con le immagini dei mari di Garcia Lorca (Il mare) e Eduardo (’O mare). L’eros racchiuso in una Seicento Multipla con l’ironica descrizione di un amplesso (da Il serpente di Luigi Malerba) e la semiseria, straordinaria avventura di De Pretore Vincenzo, ladruncolo eduardiano, portato da una barella d’ospedale ad un immaginario e personale Paradiso grazie all’ignaro San Giuseppe da lui devotamente scelto come autorevole protettore, introducono il tema dei giorni e della quotidianità. Stefano Benni ci racconta quindi in pochi e scherzosi versi la trasformazione dell’amore di coppia (Le piccole cose). In uno scompartimento di treno, con garbo e distaccato dolore si congeda il Viaggiatore cerimonioso e consapevole di Giorgio Caproni e, a conclusione dello spettacolo, due brani tratti da Le luci di Algeri di Gianni Guardigli (Premio Flaiano 2000) ci riportano alle nostre riflessioni sull’oggi.
Le musiche originali di Paolo Coletta, accompagnano la declamazione creando l’atmosfera adatta ad ogni momento prima con un allegro, poi con un adagio ed infine con un andante. I brani sono interpretati da Rigillo e Anna Teresa Rossini. Proprio quest’ultima è la contessa del titolo che, a partire dal prologo fino all’ultima interpretazione tratta da ‘Le Luci di Algeri’ di Gianni Guardagli, sarà una donna ora annoiata, ora disperata, ora maliziosa ma sempre credibile ed appassionata. Mariano Rigillo, regista e protagonista sul palco insieme alla Rossini, è capace di incantare il pubblico qualsiasi cosa reciti, dal canto ventiseiesimo della Divina Commedia dedicato ad Ulisse alla semiseria avventura di De Pretore Vincenzo composta da Eduardo. Un tale viaggio in soli 75 minuti.