Teatro e opera Il nuovo Sovrintendente dell'Istituto nazionale del dramma antico, durante l'inaugurazione della sede ristrutturata dell'Accademia d'arte del dramma antico, mette in chiaro le linee guida del suo progetto per l'Inda
L’inaugurazione della sede ristrutturata nell’ex Convento di San Francesco di Siracusa e del nuovo anno di studi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico (A.D.D.A.) è stata l’occasione per il primo discorso ufficiale del nuovo Sovrintendente Antonio Calbi. Preceduto dalla performance “Voci per dramma antico” – messa in scena degli allievi del secondo e terzo anno diretti da Marco Podda e Dario La Ferla e accompagnati al pianoforte da Salvo Sampieri – Antonio Calbi ha augurato agli allievi dell’Accademica di vivere un anno di ricco di esperienze formative, di condivisione e di occasioni di conoscenza.
«Vedere presenti in questa sala i nuovi allievi dell’Accademia, mi trasmette una energia forte e positiva e sono sempre colpito ed emozionato quando giovani neppure ventenni scelgono quest’arte antica e vera qual è il teatro, in un’epoca fatta di virtualità e ipertecnologia». Così il Sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. «Posso assicurare che l’Inda e la sua Accademia metteranno sempre gli artisti e gli allievi in condizione di avere e dare il meglio, di lavorare a ritmo serrato e di comprendere non soltanto il valore culturale del teatro ma anche il suo ruolo sociale, la sua funzione civica, che unisce il teatro antico e le missioni dei teatri pubblici di oggi».
«Il teatro – ha proseguito Calbi – è l’arte sociale per eccellenza, esperienza di condivisione e dunque non può che essere testimone del proprio tempo con il compito di captare le trasformazioni della società, contribuire a trasformare le sue inquietudini in visioni di un futuro migliore, come auspicava Bertolt Brecht. La sfida più importante sarà quella di fare di Siracusa la capitale internazionale del teatro antico al tempo del presente: non si tratta solo di fare filologia, ma di far vibrare, oggi, quelle antiche parole così potenti e universali. Il teatro greco deve essere palcoscenico dell’inclusione e deve contribuire a ripristinare il senso di appartenenza di un’intera comunità. Confido che il nostro progetto per Inda possa contribuire a fare di Siracusa ancor più una città delle culture, delle arti, della conoscenza».