Eventi Arriva a Palazzo Sant'Elia di Palermo la mostra con 86 capolavori della Banca Popolare di Vicenza, ampio panorama della pittura veneta e toscana tra il '400 e il '700
Dal 4 ottobre al 6 gennaio 2016, a Palazzo Sant’Elia a Palermo, una rara sequenza di capolavori di Filippo Lippi, Giovanni Bellini, Jacopo Bassano, Tintoretto, Caravaggio, Tiepolo, Giulio Carpioni e altri un’occasione unica per vedere riunite le più importanti opere d’arte provenienti dalla Collezione della Banca Popolare di Vicenza, proponendo per la prima volta in Sicilia, un ampio panorama della pittura veneta e toscana tra il ‘400 e il ‘700.
Le 86 tele che compongono la mostra “Capolavori che si incontrano” sono messe a confronto consentendo di avvicinare nella lettura iconografica, dipinti di differente scuola e di diversa epoca ed origine.
L’esposizione, promossa dalla Banca Popolare di Vicenza e dalla Fondazione Sant’Elia, è curata da Fernando Rigon e presenta, dal Rinascimento alla Rivoluzione francese, i temi più trattati nei secoli dalla pittura, attraverso un approccio che favorisce una riflessione sulle costanti della storia dell’arte.
Il percorso espositivo, rigoroso e innovativo, pur concedendosi slanci e divagazioni ludiche, invita a una riflessione sulle costanti della storia dell’arte. La mostra “Capolavori che si incontrano” non soltanto fa rivivere le suggestioni che si celano dietro ad ogni dipinto, ma spinge a guardare l’opera fin dentro le sue pieghe, per scorgere dettagli nascosti e contenuti non ancora rivelati. L’approccio iconografico, con la sua attenzione ai contenuti, rende la mostra un percorso carico di fascino e di sorprese, grazie alla fitta rete di rimandi che l’accostamento delle opere crea continuamente, nonostante le differenze di scuola, epoca e origine.
A testimonianza della centralità assunta dall’immagine l’esposizione si articola in quattro sezioni, ognuna delle quali riunisce i dipinti per affinità di temi e soggetti. La prima sezione della mostra, intitolata “Imago Magistra“, ruota intorno ai soggetti pittorici a tematica religiosa. Prendendo le mosse da quello più diffuso nella storia della pittura, la “Madonna col Bambino”, questa sezione si snoda attraverso le rappresentazioni dei simboli delle Virtù, per passare ai temi ispirati dai testi evangelici e dall’Antico Testamento. Qui è possibile ammirare capolavori assoluti della storia dell’arte come la Crocifissione di Giovanni Bellini o la Coronazione di Spine del Caravaggio, come la Madonna col Bambino e San Giovannino di Jacopo Bassano o la Madonna col Bambino di Filippo Lippi. Il rapporto tra la Madre e il Figlio, insieme alla metafora del Fiore e del Frutto, reggono il passaggio, in un continuo gioco di rimandi e riferimenti, alla raffigurazione delle virtù, in particolare Carità e della Concordia, rappresentate in mostra da due opere fondamentali di Carlo Dolci e Pietro Dandini. Parte della sezione viene poi dedicata al cammino evangelico di Gesù, con illustrazioni riferite principalmente alla sua infanzia e al periodo della passione, episodi più semplici da rappresentare in figura rispetto a manifestazioni e momenti appartenenti alla sfera dell’invisibile.
Nella seconda sezione, “L’Immagine Ideale”, assume rilevanza centrale l’essere umano, con i suoi miti e le sue credenze; da opere d’ispirazione cristiana volte a indicare e rappresentare la via della salvezza divina, l’attenzione si sposta sull’immaginario mitologico dell’antichità classica greca e romana. In questa sezione si possono ammirare dipinti di estrema raffinatezza formale come l ‘Apollo di Cesare Dandini o L’ Entrata di Alessandro Magno in Babilonia di Gaspare Diziani, insieme ad opere caricaturali e grottesche come l’Allegoria di Bacco di Piero della Vecchia, che ritrae con impareggiabile abilità una sorta di rito orgiastico.
La terza sezione, “Il volto dell’Idea: il ritratto“, offre invece un approccio globale al tema del ritratto. Particolare rilievo viene dato alla lettura del vestito, all’habitus, importante non solo perché delinea il modo in cui la persona ritratta sceglie di farsi rappresentare, ma anche perché si presenta a noi come storia psicologica e sociale di epoche passate. Passando in rassegna la ritrattistica toscana e veneta soprattutto del Rinascimento, con due approfondimenti riservati ai ritratti ufficiali della Serenissima e a quelli edificanti dei Santi, questa sezione consente di ammirare alcuni dei maestri più riconosciuti del genere, da Santi di Tito con il suo Ritratto di Ferdinando de’ Medici, alRitratto del Doge Nicolò da Ponte del Tintoretto.
A concludere la mostra, la quarta e ultima sezione, dal titolo “La Bella Natura“, una antologia di opere che affronta il tema della rappresentazione della natura, sotto forma di paesaggio e di natura morta, attraverso i dipinti di Zuccarelli, Zais, Chimenti, Scacciati, e che consente una riflessione sul “falso e il vero” della natura trasposta in pittura.