«Dobbiamo essere orgogliosi di questi ragazzi vincitori di questo concorso nazionale che regala lustro alla città e contribuendo ad abbattere i luoghi
«Dobbiamo essere orgogliosi di questi ragazzi vincitori di questo concorso nazionale che regala lustro alla città e contribuendo ad abbattere i luoghi comuni che vorrebbero un Sud che cede le armi di fronte all’illegalità».
Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco intervenendo nella scuola Vittorino da Feltre alla cerimonia per consegna, da parte del Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Roberto Manna – alla presenza dell’assessore alla Scuola Valentina Scialfa, il provveditore Emilio Grasso e la preside Lucia Lanzafame – della terza edizione del progetto “Educazione alla legalità economica” realizzato dalla Guardia di Finanza e dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.
Il sindaco ha sottolineato come i ragazzi della scuola catanese – Giuseppe Calvo, Rosa Marta Cannavò, Marika Mattia e Federica Spampinato – abbiano vinto un buono per l’acquisto di libri classificandosi primi in tutt’Italia con un cortometraggio nella categoria lavori di gruppo. Alla segreteria del concorso sono giunti circa cinquecento elaborati per le quattro categorie del concorso: scuola primaria, secondaria di primo grado e primo biennio e ultimo triennio della secondaria di secondo grado.
Il colonnello Manna ha illustrato il progetto, che ha visto impegnata la Finanza in una serie di incontri nelle scuole per affrontare il tema della legalità economica a tutela della sicurezza dei cittadini e che è abbinato al concorso “Insieme per la legalità”. Quest’ultimo ha lo scopo di sensibilizzare i giovani anche sul ruolo del Corpo favorendo la loro espressione libera, creativa e spontanea attraverso produzioni grafiche, pittoriche, fotografiche e video documentaristiche. Contraffazione e falsificazione sono fenomeni di rilevante attualità e per combatterli è necessario trasmettere un chiaro messaggio educativo: chi acquista dei falsi o scarica dal web prodotti pirata è come se fosse complice di un reato, di organizzazioni delinquenziali che minano alla base i valori della convivenza civile.