Tutto fa panza Trenta chef siciliani e non solo hanno voluto salutare le nozze del trombettista augustano e della psicologa palermitana a Palermo con piatti personalizzati per l'occasione
I migliori chef siciliani e non solo si sono ritrovati a Palermo per le nuove nozze del trombettista augustano Roy Paci con la psicologa Giovanna Schittino, originaria di Lascari nel Palermitano, nozze celebrate il 6 settembre al Nautoscopio di Palermo dal sindaco della città Leoluca Orlando.
Una squadra di trenta tra chef, produttori e street fooder coordinati da Andrea Graziano di Fud Bottega Sicula. Moltissimi i nomi blasonati della ristorazione siciliana da Pino Cuttaia, che ha deliziato gli ospiti con il suo celebre “la Scala dei Turchi” a Ciccio Sultano con uno dei suoi piatti più famosi “Spaghetti Sultano Taratatatà”, Martina Caruso del Signum di Salina con “pane, pomodorini e limone” e Valentina Chiaramonte del Fud Off di Catania con “A Caval Tonnato”. E poi ancora Bonetta dell’Oglio con “inversione di tendenza”, Fabrizio Mantovani con “spaghettino freddo Palermo-Bangkock”, Giorgio cicero “gnocco di tenerume”, Gianfranco Pascucci con “Stracotto alla romana” e le imperdibili “tagliatelle mojito” di Dum Dum Repubblic.
Veri e propri omaggi agli sposi sono invece stati i piatti ideati per l’occasione da Gioacchino Gaglio con “Toda joya, Toda Beleza” e Pietro D’ Agostino “Omaggio a Roy”, ispirato a “red beans and ricely yours” di Lousi Armstrong. Non potevano mancare le ostriche di Oyster Oasis, il crudo di pesce di Emanuele Fede, lo spaghettone ai ricci di Giovanni Morello e le cozze pepate di Giuseppe Geraci. La serata è stata anche un’occasione per far conoscere alcuni giovani chef emergenti al raffinato parterre di ospiti: come Lorenzo Ruta con “Alici a Beccafico” e Alessio Marchese con “Sfince salate con tenerumi bufala affumicata e caciacavallo”.
Tanti anche i ristoratori dalla vocazione street food tra cui Scirocco Sicilian Fish Lab con il suo “arancinetto al nero di sappia su cartoccio di mare” e Fud Bottega Sicula con “Suitt Drims” oltre ai produttori di eccellenze siciliane come la porchetta di maialino nero cotto a legna dell’agriturismo “Il Vecchio Carro”, le mozzarelline di Bufala di Bubalus, le lumache Croccanti di “Lumaca Madonita”, la mortadella e il salame d’asino de “Il Chiaramontano”, la tuma persa del caseificio Passalacqua e il miele siciliano di miele Meli. Il buffet di dolci è stato affidato all’elegante mano del maestro Maurizio Santin, con le sue celebri monoporzioni e poi la squisita granita rigorosamente catanese di “Duci, la Monofficina”, il cannolo di ricotta di bufala siciliana di Bubalus, e l’immancabile torta nuziale. Tre piani di crema chantilly e fragoline per il più classico dei dolci curato dal maestro Giovanni Cappello. Ha chiuso la serata la speciale esperienza alcolica messa a punto dal visionario chef Carmelo Chiaramonte: “Dopo cena: dentifricio e collutorio, crema carmelitana e rose antiche”, un divertente gioco di sapori che ha incuriosito a suon di spazzolino da denti, crema pasticcera e vodka al profumo di rose.
Lo chef stellato ragusano Ciccio Sultano, del ristorante “Il duomo” e de “I banchi” entrambi a Ibla, ha donato ai novelli sposi la sua versione degli spaghetti Taratatà ribattezzati per l’occasione Taratatà per una tromba. Fu alla fine dell’inverno che una sera – racconta Sultano sui social, la futura sposa annunciò: «Mi ha chiesto di sposarlo ed a naturale coronamento del nostro amore mi ha regalato un anello. Era un contesto molto romantico, eravamo nel ristorante di un nostro caro amico, Ciccio Sultano». Sembra anche che Roy Paci, dietro consiglio dello stesso Sultano, glielo abbia dato, mettendosi in ginocchio. Gli spaghetti Taratatà di Sultano sono stati il trionfo delle alici, quelle pescate nel mar Ionio dalla famiglia Testa, pescatori di Ognina a Catania dal 1800. A cucinarle, ci ha pensato Nino Testa, secondo capitano dell’Atlante, una delle due motonavi per la pesca del pesce azzurro e la cattura del tonno rosso. «Cucinare è un po’ come armare e guidare una barca – dice Nino Testa – ci vuole spirito di osservazione, regole, umiltà, cultura ed entusiasmo. Posso dire di amare il mare da due punti di vista».
Lo chef stellato taorminese Pietro D’Agostino ha partecipato alle nozze con un augurio che sa di promessa: «Che questo sia l’inizio di una gustosa vita insieme!». E lo ha fatto a suo modo, esprimendosi attraverso la sua cucina, che è estro, amore, memoria, dedicando loro un piatto che ricorda i mitici “Red beans & ricely yours” celebrati da di Louis Armstrong. «Mi viene in mente lui, Louis – spiega D’Agostino allo stesso Paci -. Mi piace quello sguardo vivo e veloce che vi rende simili. Insegui le note e le fai vivere, vibrare. Rotei nell’aria come fossi una nota anche tu. E parli, racconti, ti esprimi, con quello che ami di più: la musica. Ho pensato a Louis, alla sua altrettanto grande passione per il cibo, per le cose buone, per tutte quelle bontà che nascono dall’anima e a sua moglie Lucille che gli preparava il suo piatto preferito: riso e fagioli con cui toccò le corde del suo cuore. Dalla povertà, ecco la grandezza. Mi piace pensare di poter fare qualcosa per te oggi, nel giorno più incredibile per Voi».
E partendo proprio dai due ingredienti principali, appunto, riso e fagioli, la stella Michelin del ristorante La Capinera di Taormina ha rielaborato il piatto preferito del virtuoso trombettista di Augusta, con un gamberone di Mazzara del Vallo in tempura di farina di fagioli e tapas croccante. Il tutto servito su straordinari piatti da finger food, fatti a mano dal designer Peppino Lopez realizzati in materiale stonewale, la cui forma rievoca una foglia di calla, battezzati “foglia divina”. Duecento esemplari bianchi, grezzi, decorati al centro con smalti ceramici apiombici, destinati alta ristorazione per uso professionale. «Un piatto tecnico progettato in base alla pietanza pensata dallo chef – commenta Lopez – uno dei casi in cui la forma si adatta al contenuto».
Numerosi ovviamente anche gli ospiti musicali come Levante, Dario Brunori, Daniele Silvestri, Pau dei Negrita, Diodato, il percussionista Alessandro “Jah Sazzah” Azzaro e il rapper degli Aretuska Raphael.