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Cinisi, Giovanni Impastato ricorda il fratello Peppino, a 38 anni dalla morte. Il 10 maggio la fiction sulla madre Felicia

Sono stato in tremila a Cinisi ad affollare il tradizionale corteo per ricordare ils acrificio di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 19

Sono stato in tremila a Cinisi ad affollare il tradizionale corteo per ricordare ils acrificio di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. «Il 9 maggio è una data incisa nella nostra carne – ha ricordato il fratello Giovanni -. Da una parte ci procura molta sofferenza, ma dall’altra conferma la nostra determinazione. Tante sono le cose da non dimenticare: il coraggio di mia madre e la sua scelta di rottura sulle orme del figlio, l’impegno del Centro Impastato per ottenere giustizia e verità e il sostegno e la caparbietà dei compagni di Peppino». Il corteo, formato da studenti, attivisti e comuni cittadini, è partito da Radio Aut a Terrasini e si è concluso davanti la Casa della memoria di Cinisi. In piazza in tanti hanno gridato “Peppino è vivo e lotta insieme a noi”.

Il discorso di Giovanni Impastato

Il discorso di Giovanni Impastato

«In un momento in cui l’indifferenza, la rassegnazione e la rinuncia all’attivismo imperversano, distraendo e allontanando le nuove generazioni, diventa complicato parlare», ha aggiunto Impastato, che, nel corso della giornata ha continuato a sottolineare la distanza da «certa antimafia percorsa da problemi e protagonismi come fatto da Pino Maniaci».

Peppino Impastato

Peppino Impastato

«Il revisionismo storico è in atto. Le piazze si svuotano, i social network si riempiono di inutilità, di parole vuote e reciproci attacchi spropositati – ha proseguito -. La politica ha perso il piacere del confronto e dello scontro costruttivo tra le parti, alla base della democrazia». Il 9 maggio per l’Italia è anche l’anniversario dell’uccisione da parte delle Br di Aldo Moro e nei giorni precedenti al corteo a Cinisi è intervenuta la figlia dello statista, Agnese Moro, ricordata da Impastato: «La sua presenza ci ha dato modo di riflettere e interrogarci su una parte della nostra storia sulla quale non è stato possibile trovare parole di verità – ha concluso -. Il 9 maggio 1978 ha interrotto un processo di ampliamento della democrazia che probabilmente ci avrebbe condotto verso un futuro differente. Ora però dobbiamo vivere il presente. Un presente che dobbiamo trasformare e in questo la memoria ci può aiutare, una memoria che deve diventare costruzione e impegno. Per esserci e non subire la storia”.

Martedì 10 maggio, Rai Uno manderà in onda la fiction “Felicia Impastato”, di Gianfranco Albano con Lunetta Savino nei panni di Felicia Bartolotta, madre del’attivista di Radio Aut, sempre al fianco del figlio nella lotta ai vincoli mafiosi non solo della famiglia ma di tutto il territorio.

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