Grande partecipazione e interesse al Convegno #Connettiamoci, l’appuntamento promosso da Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confc
Grande partecipazione e interesse al Convegno #Connettiamoci, l’appuntamento promosso da Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio, che si è tenuto ieri mattina all’Hotel Baia Verde. In questa occasione, sono stati presentati i dati dell’Osservatorio delle Competenze Digitali 2015 e il Report sui trend del mercato IT, in Italia e in particolare in Sicilia.
Le figure professionali ricercate dalle aziende It
I profili più ricercati nelle aziende ICT sono il Security Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Analyst. Nelle aziende utenti e nella PA sono il CIO, il Security Manager, il Database Administrator e il Digital Media Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Information Manager, l’ICT Consultant e il Business Analyst.
Le lauree piú utili per trovare lavoro
Le lauree più accreditate sono Informatica/Scienza dell’Informazione, unitamente ad altri indirizzi di Ingegneria. Sia presso le aziende del settore ICT che presso quelle della domanda, infatti, sono le lauree che rispondono meglio alle variegate sfide che l’evoluzione digitale comporta. L’apprezzamento si attesta intorno all’80% degli intervistati. Per l’80% delle aziende informatiche risulta inoltre fondamentale un sistema di certificazione delle competenze tecniche.
Dove le nuove competenze digitali vengono impiegate
Il livello di copertura delle competenze (definite sulla base del sistema europeo e-Competence Framework – e-CF), misurato come simultanea presenza di tutte le componenti necessarie, varia dal 73% delle aziende ICT al 67% delle società in house delle Regioni e Province Autonome al 48% delle aziende utenti, per poi scendere al 41% nella PA Centrale e al 37% nella PA Locale.
Dove si acquisiscono le competenze digitali
La crescita delle competenze interne è basata soprattutto sul training on the job (oltre il 90% degli Enti Centrali, 75% di quelli Locali, 80% delle aziende utenti, 87% delle aziende ICT). Fanno eccezione le società ICT in house di Regioni e Province Autonome, che più di tutte ricorrono a corsi di formazione, ma ciò non corregge il fatto che in generale le giornate dedicate alla formazione sono pochissime: la media è di 6,2 giornate annue pro-capite nelle aziende ICT, 4 nella PA, 3 nelle aziende utenti.
A presentare i dati sul mercato IT e le competenze digitali sono intervenuti: Giorgio Rapari, presidente Assintel; Pietro Agen, presidente Confcommercio Sicilia; Alfredo Gatti, vice presidente Assintel; Andrea Ardizzone, segretario generale Assintel; ed Emanuele Spampinato, coordinatore Assintel Sicilia.
In particolare Emanuele Spampinato, nel suo intervento ha tracciato una roadmap ben definita che entro il 30 giugno porterà alla predisposizione di un protocollo d’intesa, da condividere con il sistema Associativo e con le Istituzioni Pubbliche, con l’obiettivo ultimo di creare un vero e proprio ecosistema ICT siciliano.
“Assintel Sicilia, sin dalla sua istituzione – ha detto Spampinato -, ha come obiettivo primario quello della creazione di un ecosistema ICT locale nell’isola, tenendo conto di tutti gli attori attivi nel territorio e dei loro fabbisogni: Pubblica amministrazione quindi, insieme a imprese, istituti finanziari, scuole e università, eassociazioni no-profit”.
“Accettando la sfida della trasformazione digitale – ha concluso il Coordinatore di Assintel Sicilia -, costruiremo un nuovo genere di bene comune, che faccia dialogare meglio le persone e le istituzioni, che integri informazioni e generi intelligenza, producendo inclusione e migliorando la vita del cittadino ed il business per le imprese”.
Pietro Agen, Presidente di Confcommercio Sicilia, si soffermato sul valore dell’innovazione e delle competenze digitali che “assumono in una terra come la Sicilia una valenza del tutto particolare, favorendo da una parte un superamento di quella esasperata burocratizzazione che ci caratterizza dall’altra contribuendo in qualche modo a superare la posizione di marginalità geografica rispetto ai grandi mercati del centro europeo”.