Eventi Tre giorni di incontri, dibattiti e show cooking dello chef Pietro Parisi - dal 28 al 30 novembre - a cura della Città del Gusto di Catania, scuola del Gambero Rosso
Cultura e cibo, queste le tematiche che saranno protagoniste a Catania sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 novembre grazie alla Città del Gusto di Catania, scuola del Gambero Rosso, che, in sinergia con l’Università di Catania dipartimento di Economia aziendale, la Fidapa della città etnea e l’Alliance Francaise di Catania, ha organizzato attività di rilievo e primordine.
Sabato 28 novembre alle h.18.30, in occasione della 2^ ed. di Expo Food and Wine, alle Ciminiere di Catania si terrà il seminario “Le abitudini alimentari dei catanesi dal ‘300 a oggi”. Interverranno Annamaria Iozzia, esperta di alimentazione e colture antiche oltre che funzionario dell’Archivio di Stato di Catania, Federica Genovese, esperta di linguistica enogastronomica e Nuccio Daidone, maestro pasticcere di Catenanuova e massimo esperto di dolci dei conventi. A moderare l’incontro sarà Giuliana Avila Di Stefano, addetta stampa della Città del Gusto.
Gli eventi organizzati dalla Città del Gusto durante Expo Food and Wine continueranno domenica 29 alle h. 15, quando Giuliana Avila Di Stefano intervisterà lo chef Pietro Parisi, che ama definirsi “un semplice cuoco contadino” , si esibirà in uno show cooking, raccontando la propria storia, iniziata all’istituto alberghiero di Ottaviano, in provincia di Napoli, e poi proseguita lavorando in hotel e ristoranti d’eccellenza di tutto il mondo. Tra i suoi maestri, Gianfranco Vissani, Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. L’amore per la propria terra, ha poi portato lo chef vesuviano a porre fine alla vita di “cuoco girovago” decidendo di rientrare a Palma Campania e aprire il primo ristorante, che già nel nome, “Era Ora”, vuole comunicare rinnovamento, pur restando fedele alle tradizioni. Rischiando in prima persona, Parisi è riuscito a costruire un’impresa di successo e creare lavoro anche per altri, tanto da essere citato come esempio positivo nel testo “Impresa impossibile. Storie di italiani che hanno combattuto e vinto la crisi”, scritto dal giornalista di La7, Corrado Formigli.
Parisi, lunedì 30, dalle h.8 alle h.10 sarà anche “professore” all’Università di Catania, (aula Magna del Palazzo delle Scienze, corso Italia 55, Catania) durante il corso di International Business, appartenente al dipartimento di economia aziendale.
L’incontro è organizzato dai professori Veronica Benzo, Giuseppina Di Gregorio, Maria Cristina Longo e Francesco Garraffo, in collaborazione con la presidente dell’Alliance Francaise di Catania, Chiara La Russa Sudano.
Durante la lezione Parisi racconterà agli studenti la propria esperienza di “cuoco – imprenditore con i piedi per terra” e del perché ha deciso di rinunciare alle stelle Michelin, riuscendo a ingrandire in dieci anni la propria attività e a lavorare come consulente agroalimentare, in tutto il mondo. In Oman, piccolo Stato a sudest degli Emirati Arabi, ha cucinato per il compleanno dello sceicco Saleem Q. Al Zawawi, che fa parte della famiglia reale, è presidente della Marina Bandar Al-Rowdha e Advisor del Ministry of Sports Affairs. Lo sceicco, innamorato della sua cucina, lo ha voluto con sé per l’inaugurazione dei suoi tre ristoranti. Anche qui, in uno dei luoghi più esclusivi del mondo, lo chef campano non ha tradito il principio cardine del suo lavoro: la semplicità.
Sempre lunedì 30 all’interno della libreria VoltaPagina alle h. 17.30, Pietro Parisi presenterà, il suo libro “Un cuoco contadino, i volti della sua terra”, testo di racconti e memorie incentrato sulla storia di un territorio e sull’importanza di utilizzare i prodotti a chilometro zero. Il volume è arricchito dalle foto di Vittorio Guida, che ritraggono chi ogni giorno è a contatto con la terra, i piccoli produttori locali della Campania, che il grande chef chiama affettuosamente la sua “wall street”.
Non solo ricette: il libro trasuda famiglia, tradizione e passione, a partire dalle parole della nonna Nannina, sua musa ispiratrice, che amava dire: “Se possiamo stare intorno ad un tavolo a mangiare, è grazie alla terra”.