Mestieri perduti Sparito negli Anni 70 a causa dell'agricoltura intensiva, la varietà di pomodoro licatese dalla caratteristica forma a punta torna in tavola grazie all'Associazione di tutela che mira ad ottenere un prodotto sano e stagionale coltivato in modo ecosostenibile
«Il pomodoro Buttiglieddru è tornato nella piana di Licata. Dopo circa 35 anni le sperimentazioni sulla coltivazione in campo aperto hanno dato gli esiti sperati». Lo ha annunciato l’associazione di tutela del pomodorino Buttiglieddru di Licata, nata un anno fa con lo scopo di tutelare e promuovere la coltivazione di questa tipologia di pomodoro in pieno campo, rifacendosi alla tradizione locale. Per secoli la piana di Licata ha ospitato coltivazioni a campo aperto di questa speciale varietà locale di pomodoro dalla caratteristica forma a punta.
Negli anni settanta l’agricoltura intensiva, l’avvento della serricultura e l’utilizzo dei pesticidi, aveva visto sparire questo vegetale in favore di specie più produttive e di sistemi di raccolta più semplici. Dopo oltre un anno di sperimentazioni sono state portate avanti delle linee di piante di Buttiglieddru resilienti, e dopo avere individuato il territorio di coltivazione che comprende la piana di Licata e parte dei paesi limitrofi, la coltura del Buttigilieddru, stagionale e in pieno campo, è diventata realtà nei giorni scorsi.
L’associazione di tutela, con il supporto di agronomi, ha proceduto alla stesura di un disciplinare di produzione del pomodorino Buttiglieddru. Sono state fatte delle prove di coltivazione a Campobello di Licata, Palma di Montechiaro, Naro, Butera e infine nella piana di Licata e più precisamente in contrada Piano Bugiades nei terreni della Società Cooperativa San Francesco di Angelo Di Blasi. Nell’ottenimento di un prodotto sano e stagionale è stata rispettata l’epoca di semina tradizionale e, grazie al supporto dell’agronomo Tommaso Di Teresa, è stato adottato un piano di lotta sostenibile basato su trattamenti repellenti con l’utilizzo di insetti utili, ovvero insetti predatori che si nutrono delle uova degli insetti fitofagi.
Tra le piante di pomodoro, a tale scopo, sono state inserite piante di “zucchina lunga”, habitat ideale per questo genere di insetti. I risultati sono stati eccellenti e proprio in questi giorni nei terreni della cooperativa San Francesco si sta raccogliendo il pomodorino Buttiglieddru di Licata.
Si tratta di un pomodoro con un grado brix molto alto che gli dona una dolcezza che non si trova in prodotti analoghi. La specificità della piana, di origine alluvionale e ricca di potassio a causa delle piene del fiume Salso, ne fa un prodotto unico che finalmente potrà essere nuovamente riassaporato, anche dalle nuove generazioni.
Soddisfazione è stata espressa da Giuseppe Patti, portavoce della neonata Comunita Slow Food di Licata che ha, nella promozione del Buttiglieddru, uno degli scopi associativi: «Questo è l’anno zero della nuova agricoltura licatese. Dopo 35 anni abbiamo rivisto i pomodori crescere sulla piana grazie al sole e alla natura. Speriamo che negli anni tutti seguano l’esempio di questi veri e propri pionieri della terra e che le serre possano sparire a favore di una agricoltura giusta, pulita e che rispetti la stagionalità».