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“Ecuba | Ifigenia”, la Palermo sperimentale rilegge il mito

Musica Tra classica ed elettronica, il felice incontro fra il compositore e pianista classico Marco Betta con due anime elettroniche, quella di Naiupoche e di Giovanni Di Giandomenico in un ep pubblicato da Almendra nel quale l'elemento visivo, evocativo e immaginifico è centrale

Un compositore che ha fatto transitare i linguaggi del tardo XX secolo nell’attualità. Musiche per il teatro, il cinema e la televisione, musica sinfonica e da camera, opere liriche e multimediali, l’insegnamento al Conservatorio e alla LUISS: Marco Betta ha una storia prestigiosa, di dimensione internazionale, in cammino tra il respiro antico del Mediterraneo e il cosmopolitismo. Un produttore visionario, creatore e ricreatore di materia propria e altrui, electrowizard dalla forte personalità, sempre riconoscibile nonostante i multiformi progetti: Naiupoche è una delle identità con cui opera Luca Rinaudo, pittore di suoni dalla tavolozza in perenne cambiamento. Un folletto dei tasti d’avorio e della circuiteria elettronica, difficile da tener fisso a un pianoforte, in movimento com’è tra Berlino, Palermo, la musica contemporanea e le nuove pulsioni indie-classical: Giovanni Di Giandomenico non fa in tempo a sfornare un disco che si trova già altrove, a lavorare ad un altro, nel suo ribollente laboratorio del tempo e della memoria.

È curioso vedere insieme questi tre musicisti, che solo in Almendra Music avrebbero potuto trovare l’ideale ‘sedes materiae’ per collaborare, in un gioco di specchi, richiami e intrecci unico nel suo genere. Ecuba | Ifigenia è la prima tappa di una lunga navigazione che di volta in volta toccherà la terraferma per condividere col proprio pubblico singoli ed EP, e giungere così insieme alla fine del viaggio, con una pubblicazione “fisica” che raccoglierà tutto il materiale.

Marco Betta, Naiupoche e Giovanni Di Giandomenico offrono il primo fermo-immagine del loro progetto, nel quale l’elemento visivo, evocativo e immaginifico è centrale: un EP sviluppato in quattro brani – due al pianoforte, due rework elettronici – e un “continuous mix” degli stessi che ne sottolinea ulteriormente la spiccata narratività. Le composizioni di Betta, con lo stesso compositore per la prima volta su disco al pianoforte, sono colate laviche nate ciascuna da uno spunto, una sorta di ‘idée-fixe trasfigurata’, come sottolinea l’autore: «Ecuba, Ifigenia sono ombre e cristalli di melodie e armonie nate solo ascoltando il suono dei nomi, figure da ritrarre ma personaggi irraggiungibili che rimangono sospesi nel fondo della memoria. Immagini di personaggi di Euripide che per la loro organizzazione in suoni possiedono la leggera vertigine che hanno i ritratti nel non somigliare completamente ai soggetti che raffigurano, sorte di figure non viste ma che vivono dentro di noi e che emergono a tratti nei pensieri come immagini di anime o ombre che attendono di essere confermate ad ogni nuova lettura, ad ogni nuovo incontro, ad ogni nuovo sogno».

Dall'alto Giovanni Di Giandomenico, Marco Betta e Naiupoche

Dall’alto Giovanni Di Giandomenico, Marco Betta e Naiupoche

Ecuba e Ifigenia sono i due brani ai quali Naiupoche e Di Giandomenico rispondono con le rispettive elaborazioni elettroniche, alla luce della propria personalità: ancora una volta gli “Almendra piano album” rivelano un concept originale, una sorta di “opera aperta” rimessa all’ascoltatore stimolato anche dal lavoro visivo di 3112htm (Antonio Cusimano), ideatore di un artwork quanto mai onirico ed enigmatico. A proposito di pianoforte e del senso complessivo dell’operazione nella visione di Almendra Music, Naiupoche afferma: «Il lavoro di Marco, con lui stesso al pianoforte, è in qualche modo “antipianistico”, nel senso che distrugge la esperienza solita dello strumento: ti spinge a concentrarti più sulla musica che sul “pianismo” o sul pianoforte in sé e per sé. […] In Almendra cerchiamo sempre di “prenderci delle libertà”, abbiamo cominciato a farlo col violoncello di Giovanni Sollima in Sonate di terra e di mare, e credo sia proprio nella nostra natura: smontare e rimontare continuamente, inventare il nuovo dentro il nuovo. A questo gioco ha cominciato a giocare anche Giovanni…». Giovanni Di Giandomenico conferma: «La musica di Marco attiva spesso in me un processo di fantasia molto legato al senso della vista. Ho voluto quindi tradurre Ifigenia come una piccola architettura di immagini, molto definite, nitide, un palazzo di piani non allineati che si affacciano l’uno sull’altro senza che mai si riesca a trovarne un principio e una fine». Il rework di Naiupoche e Di Giandomenico si ricollega all’altra faccia di Almendra: accanto a una rigorosa e informata visione “classica”, un intervento eversivo che fa penetrare nel cuore delle composizioni un’elettronica destabilizzante, ma a suo modo rispettosa del pianoforte, delle composizioni e della coerenza, intellettuale ed emotiva, dell’intera operazione

Ecuba Ifigenia

Ecuba | Ifigenia esce martedì 17 gennaio in download e streaming su BandCamp, piattaforma che permette e agevola la relazione diretta tra musicisti e pubblico senza mediazioni. Il download sarà con la formula “name your price”, quindi anche gratis, secondo le disponibilità di ciascuno: una soluzione voluta dagli autori come ulteriore segnale di condivisione diretta col proprio pubblico, per una ‘musica a km. zero’. A seguire, l’EP sarà anche disponibile su tutte le usuali piattaforme digitali di download e streaming (distr. The Orchard), in attesa delle nuove visioni dei tre artisti, in una navigazione che non ha, conclude Marco Betta: «Nessuna direzione se non quella del sentirsi insieme per condividere con semplicità e naturalezza la bellezza dell’esserci con e per la musica che vive in noi. Siamo fatti anche di suoni».

 

Ecuba | Ifigenia:

1. Ecuba | Ifigenia [continuous mix]

2. Ecuba
3. Ifigenia [Giovanni Di Giandomenico rework]
4. Ifigenia
5. Ecuba [Naiupoche rework]

Marco Betta: piano

Naiupoche: electronics, programming

Giovanni Di Giandomenico: electronics, programming

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