Eventi Con Nellina Laganà nel ruolo che fu anche della Magnani, dall'1 al 6 marzo al Musco di Catania
Gianni Scuto firma la messa in scena che dall’1 al 6 marzo vedrà in scena, al Teatro Musco di Catania, Nellina Laganà. Già il titolo “Grigio parigino” introduce immediatamente il pubblico in quell’atmosfera unica, poetica e rarefatta di una Parigi da “Alba tragica”. E proprio dal film di Marcel Carné, infatti, Cocteau sembra mutuare alcune atmosfere di grande tragicità esistenziale, senza né delitti né morti però, che ne “Il bell’indifferente” e “La voce umana” assumono contorni di grande forza drammaturgica e prorompente emotività, di cui lo spettacolo è pervaso.
A questi elementi sono da aggiungere alcune introduzioni sceniche e pochi interventi di caratteri o personaggi emblematici della Ville Lumiere: marionette, Pierrot, ambientazioni da bistrot, Sartre, perfino Proust e la stessa Edith Piaf, vere icone di quel “grigio parigino” che, quasi in opposizione alla solarità artistica e culturale di Saint Germaine e del Quartiere Latino, ci propone un’immagine se vogliamo insolita di Parigi.
La messinscena sfiora così l’esistenzialismo ideale del grande Sartre, che negli anni ’50 ha “modellato” quasi tutta la cultura della capitale francese, e ci presenta nello stesso tempo un Cocteau lontano dal suo neoclassicismo, ma sempre dotato di fortissimo senso emotivo e intenso trasporto emozionale. L’attrice è chiamata a due superbe prove drammaturgiche: “Il bell’indifferente” (1940) scritto per Edith Piaf, e “La voce umana” (1930), cavallo di battaglia di attrici straordinarie, che Anna Magnani interpretò in maniera coinvolgente e straripante nel film di Roberto Rossellini “Amore”. In verità, la sofferenza esistenziale e il grande impatto drammatico di entrambi i monologhi si prestano ad interpretazioni magistrali sia “Il bell’indifferente” (in un primo momento concepito con il pensiero all’affascinante Jean Marais, compagno del drammaturgo), sia ne “La voce umana”, inscindibile dall’idea di un’eccezionale interprete al limite della più tragica drammaticità. Lo spettacolo, con il suo possente impatto di sofferenza, di teatralità e di poeticità parigina, tenta un’impresa quasi impossibile: intrattenere per quasi 80 minuti, con due testi d’immensa difficoltà tecnica e di una spettacolarità d’altri tempi, che colpisce direttamente il cuore e i sensi dello spettatore.
regia Gianni Scuto
costumi Concetta Maccarone
musiche composte ed eseguite dal vivo dal M° Alberto Alibrandi
luci Franco Buzzanca
con Nellina Laganà, Valentina Ferrante, Cettina Bonaffini, Azzurra Drago, Federico Fiorenza, Luigi Nicotra