Formazione e ricerca Grazie al progetto “Shelf-life”, l’intervento di ricerca del Distretto Tecnologico Agrobiopesca della Sicilia, 12 giovani laureati degli atenei di Palermo e Catania avranno l’opportunità di lavorare nelle aziende dove hanno svolto il percorso formativo oppure continuare nell’ambito della ricerca
Grazie al progetto “Shelf-life”, l’intervento di ricerca del Distretto Tecnologico Agrobiopesca della Sicilia, 12 giovani laureati siciliani avranno l’opportunità di lavorare nelle aziende dove hanno svolto il loro il percorso formativo oppure continuare il loro lavoro nell’ambito della ricerca. Sono queste alcune delle possibilità che si sono aperte per i 12 laureati siciliani, tra i 25 e i 36 anni degli atenei di Palermo e Catania, che hanno preso parte al percorso formativo organizzato nell’ambito del progetto “Innovazione tecnologica per migliorare la shelf-life di prodotti della filiera agroalimentare” collegato al progetto PON02_00451_3361909 (in breve “Shelf-life”) del Distretto Tecnologico Agrobiopesca della Sicilia. Un intervento di ricerca e di sviluppo da quasi 6 milioni di euro, questo, che ha permesso di allungare la “vita da scaffale” (shelf-life) fino a quindici giorni in più per frutta e verdura fresche, ma anche per prodotti a base di frutta e i cosiddetti cibi “pronti all’uso”. I risultati del progetto di formazione sono stati presentati questa mattina nel corso di un workshop organizzato presso l’aula conferenze del Cnr di Catania.
«Si è trattato di un percorso che, grazie alla articolazione in attività d’aula, attività di laboratorio e stage aziendale, ha consentito ai corsisti di realizzare una esperienza assai diversificata e significativa in tema di miglioramento della conservazione e sorbevolezza dei prodotti agroalimentari», spiega Cherubino Leonardi, professore ordinario presso il dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente (Di3A) dell’Università di Catania, nonché responsabile dell’intervento formativo del progetto “Shelf-life”.
I 12 giovani laureati, infatti, hanno seguito un percorso specialistico che ha permesso loro di acquisire competenze specifiche nelle diverse fasi produttive della filiera agroalimentare. Nello specifico, sono state formate tre figure professionali altamente specializzate: esperti di materiali polimerici per il packaging agro-alimentare; esperti di tecnologie integrate per la produzione e la conservazione dei prodotti agro-alimentari e di IV gamma; ed esperti di logistica e Supply-Chain per i prodotti agro-alimentari.
I ragazzi sono stati impegnati per un totale di 2160 ore, di cui: 300 di lezioni teoriche specifiche in base al profilo e 900 di attività pratiche di laboratorio presso il CNR e le università di Catania e Palermo; 560 dedicate allo stage aziendale e le altre 400 tra visite aziendali e studi di statistica, informatica avanzata, sistemi di qualità, sicurezza sul lavoro, e project financing, coordinato dal Consorzio Quark di Siracusa.
«Al di là dell’esperienza maturata – conclude il professore Leonardi –, l’interesse manifestato da qualche azienda ospitante di voler continuare il rapporto di collaborazione con alcuni degli stagisti, rappresenta certamente una prima rilevante ricaduta che testimonia il pieno raggiungimento degli obiettivi del progetto di formazione».
Dopo questa esperienza, sono diverse le opportunità di lavoro che possono aprirsi per i 12 formati: «Per loro si concretizza l’opportunità di inserirsi in aziende che operano nei settori della produzione e trasformazione di prodotti agroalimentari e questo permetterà alle aziende di instaurare e/o mantenere rapporti di collaborazione con gli enti di ricerca per il miglioramento della qualità dei prodotti ed in ultimo per incrementare le attività di supporto alle aziende nella gestione dei rapporti commerciali anche con l’estero», sottolinea Concetto Puglisi, responsabile del progetto di ricerca “Shelf-life” e della sezione etnea dell’Istituto per i Polimeri, compositi e biomateriali del Cnr.
Le realtà imprenditoriali che hanno accolto i 12 universitari sono: l’azienda agricola Ortomoncada di Ispica (Ragusa), Rao Erbe di Valverde (Ct), Etnadolce di Ragalna (Ct), Frantoi Cutrera di Chiaramonte Gulfi (Rg), azienda agricola Fratelli Giardina di Siracusa, G. Privitera Icodor Srl di Acicatena (Ct), A.A.T(Agroindustry Advanced Technologies) Spa di Catania, Il Cacio Siciliano di Belmonte Mezzagno (Pa), società agricola F. Mascarella di Alia (Pa), Istituto Zooprofilattico della Sicilia, Cra-Acm di Acireale (Ct), Cielle Imballaggi e Plasticonf Shop di Città Giardino – Melilli (Sr).
La ricerca “Shelf-life” è stata resa possibile grazie al supporto economico del MIUR – Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, e alle risorse messe in campo dagli Atenei di Catania e di Palermo, dal CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Zooprofilattico di Sicilia, dal Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia e da alcune aziende private che hanno deciso di investire nel progetto. Soggetto promotore e coordinatore è il Distretto Tecnologico Agrobiopesca della Sicilia, con sede a Palermo, presieduto dal professore Mario Enea: «I risultati ottenuti con questo progetto – dichiara – dimostrano che la collaborazione tra le imprese, le università e i centri di ricerca può essere realmente efficace, dando anche un valore aggiunto ai giovani che così hanno l’opportunità di acquisire nuove conoscenze per un efficace inserimento nel mondo del lavoro».