Eventi Lo spettacolo di Roberto Cavosi apre, il 30 ottobre, la stagione del Teatro Biondo di Palermo. Repliche fino all'8 novembre
Nel novembre del 2015 ricorrono i cento anni del coinvolgimento dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Una guerra terribile, che ha lasciato ferite indelebili non solo nei vinti. Una guerra che è diventata simbolo di tutte le guerre. Un mito, una tragedia. In tutto l’Occidente I Persiani sono forse l’opera più esaustiva e profonda riguardo alla guerra, oltretutto vista dal punto di vista degli sconfitti. Un’ottica inaudita se pensiamo che Eschilo militava fra i vincitori. Ma il grande insegnamento è proprio questo: nelle guerre non esistono né vincitori né vinti, la guerra stessa è una sconfitta. Lo spettacolo I Persiani a Caporetto – che apre la stagione del Teatro Biondo di Palermo venerdì 30 ottobre – racconta esattamente questo: la sconfitta. E Caporetto è per noi infatti simbolo di disfatta, di disastro. L’intera vicenda è ambientata in una cucina dei primi del ‘900 ed è vista attraverso gli occhi di una Cuoca e di un Maggiordomo. Due personaggi che, sostituendosi al Coro, diventano i veri protagonisti della “Storia”. Due esseri indifesi di fronte alla catastrofe, di fronte a una ReginaStato così incapace di guardare al futuro da essere anchessa un fantasma tra i caduti del suo stesso esercito. La trasposizione di Eschilo nella Grande Guerra diventa così emblema di tutte le nostre paure e del nostro implorante smarrimento. Si replica fino all’8 novembre
da I Persiani di Eschilo
traduzione, adattamento e regia Roberto Cavosi
con Anna Maria Guarnieri, Luciano Virgilio, Marco Gambino
scene e costumi Daniela Cernigliaro
musiche Marco Betta
produzione Teatro Biondo Palermo