Eventi Dal 15 al 17 aprile a Messina Ninni Bruschetta dirige la prima nazionale sul testo di Antonio Caldarella
Alla Sala Laudamo di Messina, dal 15 al 17 aprile, la prima nazionale di “I Siciliani”, testo di Antonio Caldarella, con la regia di Ninni Bruschetta, che vedrà in scena Annibale Pavone, Margherita Smedile e Maurizio Puglisi e le musiche eseguite dal vivo da Giovanni Renzo.
Antonio Caldarella, nasce a Siracusa il 5 aprile 1959, cresce ad Avola, poeta, scrittore, attore, regista, artista. Una vita intensa, come lo è quella di un uomo che ha sofferto, amato, guardato con ironia e disincanto alla vita e alla morte senza infingimenti o ipocrisie, con coraggio e amore per le cose belle. Antonio Caldarella è morto il 3 febbraio 2009 e la sua figura, di artista e scrittore, resta ancora oggi poco o nulla conosciuta. Eppure sono tante le parole scritte, parallelamente ad una carriera di attore e regista teatrale, frammenti di vita tramutati in poesia. Che diventerà l’ossatura dello spettacolo “I Siciliani di Antonio Caldarella”, un omaggio al poeta, che Ninni Bruschetta, attore, regista, direttore artistico della prosa del Teatro Vittorio Emanuele di Messina ha voluto realizzare come occasione per costruire memoria attraverso le parole di un artista fuori dagli schemi, e di un amico. In scena le poesie e testi narrativi di Caldarella, sempre attento e smaliziato osservatore della realtà che lo circondava, critico e cinico nei confronti di quel provincialismo che tende all’omologazione, tra storture, manie e persecuzioni. Le sue parole, affilate e taglienti, provocatorie e divertenti, si muovono tra emozione, sensi e doppi sensi. I brani selezionati da Ninni Bruschetta saranno proposti da Annibale Pavone, Margherita Smedile, Maurizio Puglisi, un canto a più voci, impreziosito dalle note al pianoforte di Giovanni Renzo, autore delle musiche che saranno da lui eseguite dal vivo. «Un gruppo di amici – sottolinea Ninni Bruschetta – per uno spettacolo che nasce e si concretizza come un omaggio». Charles Bukowski scriveva che: “Una poesia è una città piena di strade e tombini/piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi, piena di banalità e di roba da bere. […] Una poesia è una città, una poesia è una nazione,/una poesia è il mondo.[…]”. Ed è attraverso le sue poesie che il mondo di Caldarella appare e si svela, nella sua complessità, ricchezza e bellezza