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Il National Geographic finanzia uno studio sulle mummie di Gangi

Territori Nel Borgo più bello d'Italia la cripta della chiesa di San Nicolò di Bari apre agli studiosi: saranno analizzate 36 delle 60 mummie dei prelati gangitani

Dopo le mummie delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo adesso tocca a quelle dei prelati di Gangi, e questa volta scende in campo anche il National Geographic.

Le mummie di Gangi

Le mummie di Gangi

La rivista che studia il mondo e si prende cura della terra finanzia una ricerca che si inserisce nell’ambito del progetto ”Mummie Siciliane”, nato nel 2007 in cooperazione con la Soprintendenza di Palermo, e si concentra su 36 delle 60 mummie (risalenti a un periodo compreso tra 1700 e il 1800, e conservate in ottimo stato) dei prelati gangitani custodite nella cripta della chiesa di San Nicolò di Bari, la “fossa dei parrini”, per scoprire le abitudini alimentari, le malattie e le usanze funebri dei membri del clero e del loro ricchi protettori. Da giorni l’ispettore dei Beni Culturali, Dario Piombino Mascali, è a lavoro con esperti radiologi di fama internazionale. Grazie alle attrezzature per la ricerca inviate dagli Stati Uniti, nei prossimi mesi verrà redatta una relazione che sarà consegnata direttamente a National Geographic che finanzia l’iniziativa. Nell’equipe che conduce lo studio ci sono Ronald Beckett e Gerald Conlogue, scienziati esperti in radiologia dell’università statunitense di Quinnipiac, Mark Viner, radiologo forense dell’università di Cranfield in Inghilterra, Katherine Harper, ricercatrice di Quinnipiac e tre studenti di radiologia diagnostica di Quinnipiac, Aniello Catapano, Jennifer Curry e Annamaria Di Cesare. Dopo aver dedicato anni di studi alle mummie nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, l’ispettore dei Beni Culturali aveva sperato di poter sottoporre all’esame del Dna quelle di Caccamo e Gangi, dove venivano create anche delle particolare maschere funerarie con la cera. Tramite quest’ultimo materiale è stato possibile ricostruire le fattezze dei loro volti. Con gli studi promossi, nel caso delle mummie dei frati cappuccini di Palermo (alcune risalenti al 1599), è stato possibile estrapolare alcune informazioni sui defunti, tra cui le loro abitudini alimentari: una dieta ricca e bilanciata. «Conoscere per valorizzare – ha detto il sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello – un importante studio sulla nostra cripta dei preti imbalsamati non era mai stata fatta, sicuramente questo aggiungerà valore al nostro prezioso scrigno culturale e turistico qual è la chiesa madre, voglio ringraziare don Pino Vacca, la curia e la soprintendenza per aver concesso le autorizzazioni e ancora Dario Piombino e il suo team di scienziati per aver promosso il progetto di collaborazione internazionale come sempre la mia amministrazione è molto sensibile nella valorizzazione dei nostri beni culturali e monumentali».

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