Video Nel nuovo brano della formazione etnea guidata da Francesco Sciacca un elogio di chi, dall'alto della sua "pazzia" è convinto di poter smontare le teorie più assodate. Il video girato da Nino Giuffrida
L’atmosfera generale è sempre quella della festa, caratteristica che accompagna la musica degli Archinué da 20 anni, da quando Francesco Sciacca dalla sua Misterbianco, cerca con la poesia musicale del combo musicale da lui ideato e animato sin dalla prima ora, di restituire all’esterno momenti di sincerità. Ecco “Corteo”, il nuovo brano degli Archinuè, dove Sciacca, su sonorità vagamente irlandesi e giocosamente richiamando la terrazza dei Beatles, fa il pazzariello che guida un corteo di ragazzi convinti di poter navigare in direzione “contraria”.
«Di un corteo se ne dipingono le facce, facce di ragazzi che sognano una vita migliore, un mondo migliore e per questo sperano, lottano, manifestano – racconta Sciacca -. Facce pulite, sorridenti con obiettivi sempre ben scolpiti. Tra loro c’è Antonio, un “matto” e, a suo modo, aspirante scrittore che inventa la sua vita di giorno in giorno, convinto di poter navigare in direzione “contraria”, convinto di poter smontare le teorie più assodate fino a poter dimostrare “che il mondo non è tondo e che all’orizzonte finisce tutto quanto” consapevole della reazione che provocherebbe in chi “dall’alto non sa farsi i cazzi suoi”. Quindi un altro racconto, un’altra storia narrata sempre con quell’ironia frapposta a una cruda realtà che alla fine ti riporta pesantemente a terra».

Francesco Sciacca
Come da tradizione Archinuè, testo e musica di “Corteo” sono di Francesco Sciacca. La regia del video è di di Nino Giuffrida. Con Sciacca, chitarre e voce, in “Corteo” suonano Giuseppe Roccella alla fisarmonica, Salvo Longo alla chitarra elettrica, Monica Ricceri al violino, Daniele Bellomia al basso, Luccio Nicolosi al piano Hammond, Davide Santonocito alle percussioni, Marco Santonocito alla batteria. Il brano arriva un anno e mezzo dopo “Biancaneve non vuole svegliarsi”, ultimo in ordine di tempo, un disco più maturo, e “serio” rispetto alla storia degli Archinué che ci ha abituato sempre ad una gioviale commistione fra folk, rock, pop e canzone d’autore. In quel disco le radici di sempre si uniscono a ballate di intima riflessione. (Gianni Nicola Caracoglia)