Teatro e opera Il 6 maggio al via le rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, le prime con Roberto Andò direttore artistico. Tema "il teatro e la città", in scena "Sette Contro Tebe" di Eschilo regia di Marco Baliani, "Fenicie" di Euripide regia di Valerio Binasco e "Rane" di Aristofane regia di Giorgio Barberio Corsetti, che vede il debutto "classico" di Ficarra e Picone
Si intitola “Il teatro e la città” il 53° ciclo di rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa, presentata oggi a Roma. Tre le rappresentazioni in programma per la stagione 2017. Dal 6 maggio va in scena “Sette Contro Tebe” di Eschilo con la regia di Marco Baliani; dal 7 maggio va in scena “Fenicie” di Euripide con la regia di Valerio Binasco; e dal 29 giugno va in scena “Rane” di Aristofane con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Il 53° ciclo di rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa, è stato allestito dalla Fondazione Inda per raccontare, attraverso il mito di ieri, scenari di un’attualità a tratti sorprendente, con l’obiettivo di far risuonare domande essenziali, quanto mai urgenti e attuali.
Il dramma di una città sotto assedio, la difesa della democrazia, la lotta per il potere ma anche una riflessione profonda sull’evoluzione del teatro e sul suo rapporto con la città: ‘Sette contro Tebe’, ‘Fenicie’, ‘Rane’, sono le tre opere che per l’edizione 2017 sono state affidate rispettivamente a tre grandi registi Marco Baliani, Valerio Binasco e Giorgio Barberio Corsetti, chiamati a condurre altrettanti grandi nomi dello spettacolo. Salvo Ficarra e Valentino Picone, Marco Foschi, Guido Caprino, Isa Danieli, Anna Della Rosa e Gianmaria Martini sono solo alcuni dei nomi che, grazie al connubio tra qualità degli spettacoli e popolarità degli artisti, fanno del ciclo di rappresentazioni classiche a Siracusa, il festival con il maggior numero di spettatori in Italia. Il 2016 ha rappresentato per la Fondazione Inda un anno di grande successo, con oltre 119 mila spettatori, 37.500 dei quali studenti, rendendola l’unica grande istituzione di spettacolo – insieme all’Arena di Verona – capace di generare dalle proprie attività il 70% dei ricavi. Risultati importanti, che hanno spinto la Fondazione Inda non solo a proseguire lungo questa strada, ma a voler crescere ulteriormente per regalare a spettatori da tutto il mondo una stagione indimenticabile.
Il programma di questa stagione è il primo frutto del grande lavoro di rinnovamento che il commissario straordinario Pier Francesco Pinelli e il direttore artistico Roberto Andò hanno portato avanti nell’ultimo anno. L’obiettivo è quello di rafforzare il ruolo del Teatro greco di Siracusa al centro del panorama teatrale internazionale. Il palcoscenico di Siracusa, tra i più antichi e suggestivi al mondo, è il luogo ideale per accogliere lo sguardo della scena contemporanea sul mito e sul classico. Esso diventerà un cantiere orientato a mostrare i linguaggi e le forme attraverso cui i grandi talenti del teatro, italiani e stranieri, rinnovano e vivificano la grande drammaturgia antica.
Tra le grandi novità di questa edizione, la durata: la stagione 2017 è la più lunga di sempre, con il debutto previsto per il 6 maggio e l’ultima replica in programma il 9 luglio, con 55 spettacoli in poco più di due mesi. Una sfida ambiziosa che l’Inda ancora una volta ha deciso di assumersi nel solco di una storia lunga 103 anni e nell’anno in cui Siracusa celebra i 2.750 anni della sua fondazione. Al Teatro greco, dopo due anni, torna anche la commedia. I tre registri, Marco Baliani per ‘Sette contro Tebe’ di Eschilo, Valerio Binasco per ‘Fenicie’ di Euripide, Giorgio Barberio Corsetti per ‘Rane’ di Aristofane, sono tutti al loro esordio a Siracusa e presenteranno una visione completamente nuova di tre opere che hanno già attraversato il Teatro greco. ‘Sette contro Tebe’ sarà messa in scena per la quarta volta dopo gli allestimenti del 1924, del 1966 e del 2005 mentre ‘Fenicie’ ritorna a Siracusa a distanza di 49 anni dall’unica messa in scena nel 1968. ‘Rane’ torna invece a Siracusa per la terza volta dopo le edizioni del 1976 e del 2002.
La commedia di Aristofane, avrà due protagonisti molto attesi per la loro peculiarità e originalità in un contesto così classico, anche loro all’esordio al Teatro greco di Siracusa:
Salvo Ficarra e Valentino Picone, nei panni di Xantia e Dioniso. Reduci dall’ennesimo grande successo al cinema, i due attori si misureranno con un testo che è un esperimento di prima critica letteraria a teatro e mette a duello due “giganti” come Eschilo ed Euripide. Uno spettacolo che si annuncia unico, moderno, con grandi effetti visivi e le musiche dal vivo dei ‘SeiOttavi’.
Le due tragedie raccontano la stessa vicenda da due punti di vista differenti, mettendo a confronto due diversi modi di intendere il teatro: quello di Eschilo e quello di Euripide. Sullo sfondo la stessa Tebe che – come sottolineato da Marco Baliani – “è una città assediata come ce ne sono tante altre nel mondo, come la Sarajevo di ieri e la Aleppo di oggi”. Sul palco, per ‘Sette contro Tebe’ saranno protagonisti Marco Foschi, che interpreterà Eteocle e Anna Della Rosa che invece sarà Antigone in uno spettacolo sul quale aleggia la catastrofe incombente prima e dopo la guerra quando, sempre per usare le parole del regista, “comincia la spartizione cruenta tra i vincitori alleati, quello che è accaduto alla Libia dopo Gheddafi, quel che accadrà a Mosul tra breve, quel che accadde a Berlino nel secolo scorso”.
Quello di ‘Fenicie’ al Teatro greco di Siracusa è un grande ritorno, dopo 49 anni di lunga assenza, a raccontare un dramma che è “un’architettura di grande effetto – come sottolineato da Luciano Canfora – una molteplicità di punti di vista e una forte introspezione psicologica dei numerosi personaggi”. Il compito di riportare a Siracusa questa tragedia “dimenticata” è stato affidato a Valerio Binasco, mentre in scena i protagonisti saranno Guido Caprino nel ruolo di Eteocle, Gianmaria Martini in quello di Polinice e Isa Danieli nei panni di Giocasta. Un’opportunità rara, come spiega lo stesso regista, per tutti gli avventori di questa straordinaria edizione: “il pubblico assomiglia più a un testimone privilegiato che a uno spettatore”.
In tutti e tre gli spettacoli a comporre il coro saranno invece gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, una delle eccellenze tra le attività portate avanti ogni anno dalla Fondazione Inda. Le due tragedie si alterneranno dal 6 maggio al 25 giugno, tranne il lunedì. La commedia, invece, sarà in scena tutti i giorni dal 29 giugno al 9 luglio.
Il commissario straordinario Pierfrancesco Pinelli: «L’Inda con il suo Ciclo di Rappresentazioni Classiche offre all’Italia il festival di prosa più partecipato. Negli ultimi dieci anni gli spettatori teatrali sono cresciuti in Italia del 2% mentre al Festival dell’Inda al Teatro greco di Siracusa sono cresciuti del 29% sfiorando i 120.000 spettatori nella stagione record del 2016, ben 2840 a serata. I ricavi sono cresciuti nello stesso periodo del 59% rispetto ad una media del teatro italiano del 10%. L’Inda oggi è l’unica grande istituzione di spettacolo assieme all’Arena di Verona capace di generare dalle proprie attività il 70% dei ricavi, ed è quindi a pieno titolo una “azienda culturale” di successo che dimostra la possibilità di generare valore, sia culturale che economico, utilizzando i fondamentali contributi pubblici come un seme che si moltiplica e non come mezzo di sussistenza. L’Inda ha un indebitamento finanziario pari a zero (dato da leggere accanto a quello delle 14 consorelle Fondazioni Lirico Sinfoniche che al termine del 2014 totalizzavano 426 Milioni di debito, in media a 33 Milioni ciascuna), grazie ad una gestione attenta in particolare ai costi che gli permette di onorare con regolarità i propri impegni. Per la stagione 2017 sono già in programma tournée a Taormina, Pompei, Terme di Baia e Verona, per un totale di 12 rappresentazioni. Si aggiungeranno ad una stagione che la prima volta durerà due mesi e toccherà il mese di luglio estendendosi dal 6 maggio fino al 9 luglio. 55 serate (il 28% in più rispetto allo scorso anno), un concept filologico arguto e drammaturgicamente ardito, registi affermati e nuovi per il teatro greco di Siracusa, un cast importante consapevole ed entusiasta: un investimento cospicuo per sperimentare nuove frontiere e per festeggiare il 2750°anno dalla fondazione di Siracusa».
Il direttore artistico Roberto Andò: «Le storie sono antiche come il teatro stesso. Gli autori più grandi, nei secoli, se le sono sempre passate di mano: Eschilo, Sofocle, Euripide. Il teatro che è nato sotto il cielo degli dei Greci abita nel silenzio, nelle parole, nei gesti, nel corpo a corpo – una vera e propria danza – degli attori nello spazio. Ogni trasposizione non è una semplice riproposta della medesima storia, ma l’irrompere di un diverso punto di vista, in cui oltre a far emergere emozioni e passioni differenti, si complica la prospettiva con cui guardare agli eventi.
I sette a Tebe e Le Fenicie raccontano la stessa storia, i fatti cruciali che coinvolgono i fratelli Eteocle e Polinice, figli di Edipo, culminanti nella loro reciproca uccisione. In entrambe le tragedie c’è Tebe, una città che, interrogandosi sul proprio destino, si fa emblema di una strenua difesa della democrazia, un tema che oggi sembra riguardarci più che mai.
Lo spettatore che verrà a vedere le due tragedie in programma quest’anno a Siracusa avrà dunque modo di seguire l’evolvere della drammaturgia ateniese dagli inizi al prosieguo. Avrà tempo di cogliere nelle variazioni di quella drammaturgia la maniera diversa di trattare il coro e l’attore, immergendosi nelle diverse finalità civili e politiche dei due autori: Eschilo e Euripide. Con Le Rane, la commedia di Aristofane, avrà invece l’opportunità di assistere a una disamina critica degli esiti morali e ideologici di quella stessa poetica, attraverso l’irresistibile duello tra i due grandi tragici.
I registi che cureranno la regia dei tre spettacoli, Marco Baliani, Valerio Binasco e Giorgio Barberio Corsetti, pur debuttando per la prima volta al Teatro Greco di Siracusa, sono da sempre abituati a un’opera di ripulitura dei testi, inclini a richiamarne la contemporaneità senza impoverirne la drammaturgia, rendendone più chiare le corrispondenze e le infinite rifrazioni».
Non poteva mancare la battuta ilare del duo Ficarra e Picone che debutta nel teatro classico con “Rane” di Aristofane: «La cosa che ci ha convinti a farlo – ha sottolineato Salvo Ficarra – è che Aristofane non lo verrà a saper mai. La tragedia, poi, è una cosa che sessanta milioni di italiani vivono ogni giorno». «E’ come fare cinema duemila anni fa – sottolinea Valentino Picone -, alloira come oggi si davano messaggi attraverso la scena».