Teatro e opera Lo spettacolo diretto da Walter Manfrè sabato 11 e domenica 12 maggio a Catania e dal 14 al 22 maggio a Messina
Una sontuosa tavola apparecchiata per trenta persone, spettatori inclusi e un cameriere che serve dell’ottimo vino. Lo spettacolo La Cena, scritto da Giuseppe Manfridi e diretto dal regista Walter Manfrè torna, a grandissima richiesta, al Piccolo Teatro della Città di Catania nell’ambito della Stagione di Nuovoteatro del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, sabato 11 maggio alle ore 21 e domenica 12 maggio alle ore 19, per poi spostarsi, dal 14 al 22 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Attorno alla tavola de La Cena, assieme agli spettatori, siedono l’attore modicano Andrea Tidona, nel ruolo del padre, affiancato da Chiara Condrò (la figlia), Stefano Skalkotos (il genero), Cristiano Marzio Penna (il maggiordomo) che avviano una discussione riguardante misteriosi affari di famiglia che turberanno gli invitati.
Il testo, scritto dal drammaturgo Giuseppe Manfridi, restituisce un’opera carica di tensione drammatica e di ironia. Lo spettacolo, che vide il suo debutto a Roma nel 1992, ha visitato i più importanti teatri nazionali e ha preso nuovamente vita nel 2016 approdando, in alcuni dei più importanti teatri d’Italia e inaugurando, nel novembre 2018 la Stagione di Nuovoteatro al Piccolo Teatro della Città.
La pièce si innesta come anello fondamentale all’interno di quel “Teatro della Persona”, con cui il critico Ugo Ronfani, nel 1993, sintetizzò il senso della poetica espresso dal percorso registico del regista messinese Manfrè. Un percorso che ha preso forma in una serie di spettacoli caratterizzati da particolari qualità quali, ad esempio, l’annullamento della distanza tra pubblico e spettatore nonché l’assegnazione a quest’ultimo di una parte all’interno della rappresentazione senza che ciò possa cambiare lo svolgimento della “trama”. Durante La Cena “la tavola trasmuta da aggregante perno conviviale, in ara sacrificale, in scandaloso palcoscenico allestito per turpi rappresentazioni”. La scena è quella del ritorno a casa di una figlia, allontanatasi da qualche tempo: un rappacificamento è ciò che tutti si attendono, ma non il malefico padre che prepara una macchinazione infernale e un inganno per la figlia e per il futuro genero. L’uomo riesce a solleticare gli istinti dei due giovani e opera magistralmente per far venire a galla i lati peggiori di tutti: il giovane è debole e avido, il maggiordomo assetato di denaro, la figlia ha la forza di reagire ma si accontenta di un amore forse non vero.
La cena
di Giuseppe Manfridi
regia Walter Manfrè
con Andrea Tidona
e con Chiara Condrò, Stefano Skalkotos, Cristiano Marzio Penna