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Lampemusa: storie e memorie in mezzo al mare

Eventi L'11 novembre alla piazzetta dei Libri di Gammazita a Catania , il cantautore lampedusano Giacomo Sferlazzo canta e narra le storie della sua isola

Dalla colonizzazione di Lampedusa, avvenuta il 22 settembre del 1843, alla crescente militarizzazione dell’isola. Dalle storie di pesca, prima risorsa economica fino agli anni ottanta, alle migrazioni che hanno interessato e interessano l’isola e il Mediterraneo. La fuga di Enrico Malatesta e la tradizione “epica” di questa terra: Ariosto ambientò a Lampedusa lo scontro dei tre cavalieri cristiani contro i tre saraceni. E ancora: piccole storie di donne e uomini, che il cantautore Giacomo Sferlazzo ha raccolto dai racconti degli anziani dell’isola, salvandole dall’estinzione e tramandandole attraverso l’arte e le musica. Il santuario della Madonna di Porto Salvo, luogo di culto ove per secoli cristiani e musulmani hanno pregato insieme, alimentando la lampada ad olio posta sotto l’effige della Madonna. U Violu, luogo rievocato dai ricordi del comandante Vito Gallo e scomparso per sempre dal centro abitato di Lampedusa. I sacchi a leva, le barche per la pesca delle spugne nei ricordi di Giuseppe Balistreri, maestro d’ascia locale. Ed ancora tanti racconti su Lampedusa, meravigliosa isola siciliana, ultimo posto d’Europa primo avamposto dell’Africa. Terra di scambio, ponte culturale e lembo di ristoro nel Mediterraneo. Luogo intriso di storia e storie, troppo spesso offuscate e martorizzate dalle cronache contemporanee, nefaste e dissacranti.

Canzoni e racconti su Lampedusa di Giacomo Sferlazzo

Con il progetto “Lampemusa: storie e memorie in mezzo al mare” il musicista, cantautore, poeta e scultore Giacomo Sferlazzo riprende la tradizione dei cantastorie siciliani. Suona la chitarra, il marranzano, la percussione a cornice e altri strumenti da lui inventati. Le storie – i cunti – si alternano alle canzoni nate dalla penna di Sferlazzo o a quelle riprese dalla tradizione popolare, come “Li pirati a Palermu” testo di Ignazio Buttitta e musica di Rosa Balistreri o “Il Galeone” con testo di Belgrado Pedrini e musica di Paola Nicolazzi.

Lo spettacolo di teatro canzone sarà preceduto da un dibattito ed incontro sul tema “Lampedusa: migrazioni e militarizzazione” con Giacomo Sferlazzo del collettivo Askavusa. Giacomo Sferlazzo è un attivista politico di Lampedusa, cantautore e (ri)assemblatore di materia, colori, oggetti, fotogrammi e spazzatura. Ha inciso quattro dischi come cantautore ed insieme a Jacopo Andreini ha realizzato l’album di musica sperimentale “Nella pancia della balena”. Da anni porta avanti un lavoro di ricerca di storie e memorie dell’isola di Lampedusa, materiali con i quali ha realizzato “Lampemusa, uno spettacolo di canzoni e racconti su Lampedusa”. Sferlazzo è co-fondatore del collettivo Askavusa, nato nel marzo del 2009 a Lampedusa a seguito delle proteste contro la creazione di un secondo centro detentivo per migranti. Nel corso degli anni il collettivo si è impegnato attivamente sul territorio lampedusano con un forte lavoro di denuncia e controinformazione sulle cause e sulle conseguenze dei fenomeni migratori che attraversano il Mediterraneo. Il collettivo Askavusa è anche organizzatore e promotore del LampedusaInFestival, evento cinematografico che tratta argomenti quali la migrazione, le libertà civili e gli effetti della globalizzazione sulla società; organizzatore di numerosi eventi culturali; promotore di pratiche comunitarie e politiche e di attività di turismo responsabile. Il gruppo inoltre ha portato avanti un lungo lavoro di raccolta e conservazione di oggetti rinvenuti sui barconi usati dai migranti per attraversare lo stretto di Sicilia, da cui è nato PortoM: un’esposizione permanente, un archivio itinerante e uno spazio polifunzionale che testimonia il passaggio di migliaia di esseri umani dall’isola di Lampedusa. Negli anni il collettivo ha continuato a lavorare anche grazie all’aiuto di associazioni, reti di cittadini solidali e volontari che hanno garantito un supporto prezioso e costante ad Askavusa e al suo preziosissimo impegno.

 

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