Libri e Fumetti Presentato in Vaticano "Poesie-preghiere da San Francesco ad oggi" una raccolta di 209 testi di 58 autori, dal Duecento ad oggi, a cura di Maria Pia Risa. Non solo santi, beati, preti e suore, ma anche nomi dichiaratamente lontani dal Cristianesimo, tra cui Leopardi, D'Annunzio e Montale
«Un libro che sonda religiosamente le varie epoche della letteratura italiana, evidenziando i poeti che si candidano a portavoce dell’eternità». Con queste parole il saggista e critico letterario don Santino Spartà ha introdotto nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano la presentazione del libro “” (editoriale Agorà), curato dalla siciliana Maria Pia Risa.
Il volume raccoglie 209 poesie-preghiere scritte dal Duecento ai giorni nostri, attribuite complessivamente a 58 autori. L’opera esordisce con San Francesco d’Assisi per giungere ai contemporanei, passando per figure prestigiose come Dante Alighieri e san Giovanni Paolo II; le loro orazioni sono state selezionate con un paziente lavoro di ricerca, svolto quasi esclusivamente nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma.
«Tutti gli autori – ha aggiunto don Spartà, che ha curato l’introduzione dell’antologia – hanno affidato stilisticamente all’Altissimo gioie intime e problematiche esistenziali tramite le loro appassionate invocazioni. Ecco quindi sfilare tra le pagine le figure di santi, beati, preti, suore, laici, ma anche nomi dichiaratamente lontani dal Cristianesimo, tra cui Leopardi, D’Annunzio e Montale, che la curatrice ha individuato quali autori di poesie-preghiere»
Monsignor Emery Kabongo, per sette anni segretario particolare di San Giovanni Paolo II, intervenendo alla presentazione ha raccontato alcuni aneddoti della sua collaborazione con il Papa polacco, ricordandone il grande amore per l’arte poetica. «La poesia si può realmente definire un dono di Dio – ha osservato il prelato –, è un veicolo che ci aiuta a riflettere e a rendere migliore la società in cui viviamo, oltre ad essere una formidabile modalità di preghiera».
«L’incontro fra poesia e religione non è scontato – ha aggiunto il vaticanista Rai Raffaele Luise -. Eppure nel dinamismo della poesia autentica c’è sempre un’interrogazione profonda al mistero della creatura, che rappresenta il vero fil rouge dell’antologia di Maria Pia Risa». Luise si è soffermato sul “Cantico di Frate Sole” di san Francesco d’Assisi, che apre il florilegio, «un testo profetico, continua fonte di ispirazione per il nostro Pontefice, come dimostra l’enciclicaLaudato si’. In un tempo in cui si assiste alla crisi dell’invocazione – ha concluso il vaticanista Rai -, il volume che presentiamo ci dona una memoria viva, capace di fecondare il deserto in cui viviamo».“Il libro curato da Maria Pia Risa merita di essere conosciuto per il suo argomento profondo e per la sua grande validità formativa ed educativa, specie per le nuove generazioni”, ha aggiunto il giornalista Giuseppe Vecchio. “Un ulteriore merito va alla caparbietà e al coraggio di concepirlo in Sicilia, dove le difficoltà di fare cultura sono rilevanti, specie nell’ambito della carta stampata».
L’opera curata da Maria Pia Risa si distingue per il contenuto e la monumentalità. Per il contenuto, in quanto raccoglie esclusivamente poesie-preghiere, abbracciando oltre otto secoli. Per la monumentalità, perché contiene poesie-preghiere composte in un lungo arco temporale, da quelle in volgare scritte da San Francesco d’Assisi a quelle in lingua corrente. I testi sono raccolti in rigoroso ordine cronologico, mantenendo la trascrizione originale. Per agevolare il lettore, ogni autore è accompagnato da una breve biografia, mentre le note esplicative non sono concentrate alla fine del libro, ma poste a piè di pagina. L’antologia “Poesie-preghiere da San Francesco ad oggi” è arricchita da un’introduzione di don Santino Spartà e da una prefazione di Antonino Blandini, giornalista e dottore in Diritto canonico. In copertina reca uno scatto di Gabriele Roncati e Gianni Caggegi.
«Realizzare questa raccolta è stato come tessere una tela – ha spiegato la curatrice Maria Pia Risa -. Nel cercare un filo conduttore fra i diversi autori e selezionare i testi, ho tenuto ben presente la sottile, ma nodale differenza fra poesia-preghiera e poesia-religiosa: solo la prima, infatti, contiene un’invocazione. È importante ricordare che non si prega solo frequentando le celebrazioni religiose; si può pregare anche facendo poesia, a volte senza accorgersene. Il linguaggio poetico diventa così una cassa di risonanza per gli interrogativi che da sempre attanagliano l’uomo».
Il lavoro della Risa ambisce a porsi controcorrente: in un periodo storico in cui la poesia è sempre più negletta, la rilettura di questi testi immortali può essere di aiuto per rifugiarsi con profitto nell’interiorità del proprio essere. Non solo: può rappresentare un valido sussidio divulgativo e didattico, specie per le nuove generazioni. «Agli studenti di oggi è praticamente negata dalle antologie letterarie ‘ufficiali’ dei cosiddetti ‘libri di testo’ la conoscenza dei candidi fiori di preghiere-poesie espresse dai nostri grandi letterati, ormai classificati in categorie intoccabili e mummificate – fa notare Blandini nella prefazione-. Da qui scaturisce l’opportunità, anzi la necessità, di leggere, meditare, studiare per il bene dello spirito e della mente la presente antologia ‘orazionale’, una formidabile ‘catechesi poetica’, accessibile, godibile, leggibile e intellegibile a tutti coloro che apprezzano le geniali intuizioni poetiche contenute in tante preghiere che arricchiscono la storia della prestigiosa letteratura italiana”.
La presentazione dell’antologia – moderata dall’annunciatrice Rai Rosanna Vaudetti – è stata arricchita dalla declamazione cantata di alcune poesie-preghiere musicate dal maestro Gesuele Sciacca, accompagnato dalla sua band. Tra le liriche eseguite ci sono il “Cantico di Frate Sole” di san Francesco d’Assisi, “Infondi la saggezza della pace” di san Giovanni Paolo II, “A filo di cielo” di Angelo Barile, “Non senti Tu, o Signore” di Luca Ghiselli, “Tu navighi sul fiume” di David Maria Turoldo, e due testi di Giuseppe Ungaretti: “La madre” e “Dannazione”.
Maria Pia Risa risiede a Randazzo (in provincia di Catania) e opera nel settore della formazione. Giornalista, ha collaborato con la cattedra di Sociologia generale della Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università degli studi di Catania, per la quale ha pubblicato il volume “Prometeo al cibermondo” (Bonanno editore, 2010), e ha contribuito nel collettaneo “L’agonia di Apollo” di M. Calandra (Bonanno, 2008). Scrive per “La Voce dell’Jonio”, “La rivista dell’arma”, “Bioetica e cultura”. Ha relazionato in un convegno internazionale sulla criminalistica tenutosi a Montecitorio.