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Marsala omaggia il M° Consagra, la scultura “divertimento del vivere”

Arte A 50 anni dalla pubblicazione de “La città frontaleè dedicata al maestro grande mostra a cura di Sergio Troisi, visitabile dal 6 luglio

Scultura e spazio urbano. Scultura e dimensione ambientale. Ma anche scultura come confine tra materia e tempo, come movimento e trasformazione delle cose che pervade anche l’architettura e la sua percezione logica e spaziale. Scultura come “divertimento del vivere”. A distanza di cinquant’anni dalla pubblicazione de “La città frontale”, volume in cui lo scultore Pietro Consagra – l’autore della monumentale “Stella”, icona di Gibellina e dell’utopica rinascita del Belìce nel segno dell’arte – espone ed articola la sua profonda riflessione teorica sull’architettura e sul suo personale e felice percorso di ricerca, il Convento del Carmine di Marsala dedica al maestro una grande mostra dal titolo “Consagra. Architettura”, in programma dal 6 luglio e fino al 20 ottobre 2019. A cura di Sergio Troisi, è realizzata in collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra di Milano ed organizzata dall’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala”. Inaugurazione sabato 6 luglio, ore 18.30.

Pietro Consagra, modello, Acciaio inox, Lastra tagliata e saldata

Pietro Consagra, modello, Acciaio inox, Lastra tagliata e saldata

Una cinquantina le opere oggetto dell’allestimento e impaginate fra le sale dell’antico convento e alcune incursioni nel paesaggio: a cielo aperto, nella luce inflessibile del Sud e tra le essenze mediterranee dell’antico chiostro dei padri carmelitani. Selezionate dal curatore, sono il paradigma della poetica di Consagra (Mazara del Vallo 1920 – Milano 2005) e del legame dell’autore fra la propria scultura e l’architettura, enunciato proprio ne “La città frontale”, dove scrive: “Quando ho pensato ad una scultura, la città era presente come umore e come istigazione formale, come classe estetica e come creatura sensibile, come emozione politica e come sentimento”. Lo stesso Consagra che, per l’opera prospiciente il mare, in Piazza Mokarta a Mazara del Vallo (1964), introduce il tema del “confine conturbante fra materia e tempo” e quel concetto di “divertimento del vivere” che è quasi un manifesto programmatico della nuova imminente e florida fase creativa: la scoperta del colore, lo sciogliersi della forma, l’andamento curvilineo, la conquista della leggerezza dei cicli Piani Sospesi, dei Ferri trasparenti e dei Giardini.

Il M° Pietro Consagra nel suo studio a Roma (1996) - ph Carlo Orsi

Il M° Pietro Consagra nel suo studio a Roma (1996) – ph Carlo Orsi

Spiega il curatore, Sergio Troisi: «Proporremo i modelli, i colorati progetti di facciate, la serie delle “Porte del Cremlino” e un nucleo di dipinti, ordinati in un percorso che vuole evidenziare come, nella visione dell’architettura, confluiscano alcuni temi centrali della ricerca di Consagra, quali il colore e la trasparenza, indagati durante gli anni Sessanta anche con i “Piani appesi” in faesite e le “Sottilissime” in acciaio».

Pietro Consagra, Ferro rosso, ferro dipinto, lastra traforata, saldata alla base e dipinta (1995)

Pietro Consagra, Ferro rosso, ferro dipinto, lastra traforata, saldata alla base e dipinta (1995)

E non è casuale la scelta di allestire a Marsala una mostra dedicata a questo aspetto dell’opera di Consagra.
«E’ qui, infatti, nella provincia di Trapani – continua Troisi – che l’artista ebbe modo di elaborare in forma compiuta i suoi progetti: con le architetture di Gibellina – il “Meeting”, il cui restauro è in fase conclusiva, il Teatro rimasto incompiuto e la grande Stella divenuta simbolo del Belìce (presenti i modelli) – e per Mazara del Vallo, la sua città natale, con il progetto di facciata per il Palazzo del Comune con cui voleva rimediare allo scempio edilizio che dagli anni Settanta oltraggia una delle più belle piazze siciliane. L’interesse di Consagra per l’architettura, cui ha dedicato numerosi scritti e interventi, muove infatti da una posizione innanzitutto morale: riscattare, attraverso la libertà e l’immaginazione dell’arte, la città da quel destino di puro strumento economico a cui le pratiche urbanistiche del dopoguerra l’hanno consegnata».
Alla mostra è dedicato un catalogo (Edizioni Caracol, Palermo).
Visite dal martedì alla domenica ore 10-13 e ore 19-21, lunedì chiuso, ingresso 3 euro.

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