Eventi Venerdì 17 febbraio a Paternò il fortunato spettacolo sulla mattanza di e con Gaspare Balsamo
E’ stata affidata a Gaspare Balsamo, apprezzato attore, cuntista, autore e regista di origini trapanesi, l’inaugurazione della rassegna teatrale “Narratori di Sicilia”, dedicata alla tradizione di cantastorie e cuntastorie, con i più interessanti narratori del panorama siciliano. Venerdì 17 febbraio alle ore 21, al Piccolo Teatro di Paternò sarà messo in scena “Muciara. Non è più un mare per tonni”, spettacolo di e con Gaspare Balsamo e con Giuseppe Sanfilippo alla fisarmonica, che prende spunto dalla cultura della pesca del tonno in Sicilia e in particolar modo a Trapani. “Muciara. Non è più un mare per tonni” non vuole essere una riproduzione nostalgica di un microcosmo culturale come quello del rais e della sua ciurma, piuttosto un percorso personale, quello della memoria dell’autore, delle sue emozioni e sensazioni. Un tuffo nel suo passato, quando bambino percorrendo la strada del mare sentiva l’odore aspro del tonno e cercava il punto, e in un presente dove la visita alla vecchia tonnara abbandonata e distrutta, metafora di una realtà piena di merce/munnizza contemporanea, racconta il tentativo di ricucire la nostra identità spezzata tra quello che siamo e quello che non riusciamo più ad essere.
Tra narrazione civile e epica, il racconto si snoda e si intreccia dentro una drammaturgia a incastri: la ricerca delle vecchie tonnare, l’autobiografia autoriale, il racconto delle nuove tecniche di pesca e il cunto epico della mattanza che introduce quello dell’amore dei tonni e quello della traversata del migrante che abbandonato sopra i bordi delle vasche d’allevamento ittico, al largo nel mare, narra al tonno ingabbiato dagli occhi tondi e buoni la sua tragica esperienza tra le sabbie del deserto e le acque del Mediterraneo. La narrazione non lineare di Muciara procede per frammenti senza soluzione cronologica, come frammenti sparsi di un reperto-documento ritrovato sotto delle macerie. Né sono un esempio nel testo, le parti del vangelo secondo rais, frammenti di episodi di vita di tonnara, staccati l’uno dall’atro, come se fossero stati da me trovati sotto le macerie della chiesetta ormai distrutta e abbandonata della vecchia tonnara visitata.
Non è teatro della memoria, come la s’intende, ma del retaggio, dell’estinto che torna, che manifesta, svela, evoca un altro mondo im-possibile.