Eventi A Catania visioni, dibattiti, solidarietà e musica: con la direzione del musicista Jali Diabate lunedì 26 e martedì 27 settembre la città etnea ospita il primo festival dedicato alla cultura africana
Musica live, dibattiti, mostre fotografiche, proiezioni. Per due giorni, il 26 e 27 settembre prossimi, Catania accoglierà “Out of Africa”, primo festival dedicato alla cultura africana che sarà esplorata con l’aiuto di una nutrita schiera di testimonial provenienti dal mondo delle arti e delle istituzioni. “Out of Africa” – come il romanzo autobiografico della scrittrice Karen Blixen, la cui trasposizione cinematografica conquistò un Oscar nel 1985 – sarà ospitato a Palazzo Platamone e sarà un’occasione straordinaria per conoscere da vicino la cultura del continente dirimpettaio della Sicilia: un momento di analisi, con il supporto scientifico di intellettuali, studiosi e accademici; un’opportunità di conoscenza, filtrata dall’esperienza di istituzioni e mediatori culturali; un’imperdibile occasione di confronto sul piano artistico attraverso la musica, il cinema, la fotografia, la danza e l’artigianato musicale che arricchirà tutti i visitatori sia sul piano culturale che emotivo nel tentativo di comprendere l’altro, la sua storia passata, presente e futura.
Organizzata dalle associazioni Areasud e Darshan in collaborazione con l’Onlus Balouo Salo – Un ponte per la vita e il Festival internazionale del Cinema di Frontiera di Marzamemi, “Out Of Africa” nasce da un’idea del musicista senegalese Jalì Diabate, che ne cura la direzione artistica. «Parleremo di globalizzazione, emigrazione e possibile integrazione – spiegano gli organizzatori Mario Gulisano e Maurizio Cuzzocrea – che al momento sembrano le principali minacce alla cultura occidentale. Attraverso il dialogo e il confronto cercheremo di comprendere meglio il presente guardando all’Africa che è stata culla dell’umanità, ma anche terra di conquista e sfruttamento, saccheggio e traffico di esseri umani come adesso. E insieme un continente fertile di tradizioni e culture, dove la musica e la danza sono ancora l’espressione più autentica e originale della vita comunitaria delle tribù».
L’evento contribuirà a sostenere il progetto Balouo Salo di cui Diabate è presidente onorario. Balouo Salo è un’associazione di beneficienza in Senegal creata da Diabate con l’ingegnere catanese Raoul Vecchio. Balouo Salo sta portando avanti il progetto umanitario nato per iniziativa di giovani ingegneri siciliani che hanno realizzato, ed intendono donare, alle popolazioni dell’Africa centrale il progetto di un “ponte-diga” per arrestare le maree oceaniche e rendere così coltivabili oltre 10.000 ettari di terreni, risolvendo così una gravissima emergenza oggi causa di morte e povertà.
“Out of Africa” comincia lunedì 26 settembre alle ore 17 al Cortile Platamone, dove istituzioni e operatori socioculturali presenteranno il progetto alla città. A seguire inaugurazione della mostra fotografica “Perfect Holidays” di Gianmarco Vetrano; quindi l’intervento di Raoul Vecchio (rappresentante della Onlus Balouo Salo). La serata prosegue con due proiezioni a cura del Festival del Cinema di Frontiera di Marzamemi e a ingresso libero: alle 21.30 il cortometraggio “Rashid” di G. Cicciò (Italia, 2016, 20′); alle 22 il film “Appena apro gli occhi”, di L. Bouzid (Tunisia, 2016, 104’).
Martedì 27, “Out of Africa” propone al mattino, dalle 10 alle 13 e sempre al Cortile Platamone, un workshop gratuito, previa iscrizione, sugli strumenti musicali della tradizione africana con Gabin Dabirè (chitarra africana), Naby Camara (balafon) e Madya Diabate (kora). Nel pomeriggio, dalle 17 alle 19, è in programma un seminario su musica africana e migrazioni moderato dal musicista e ricercatore Maurizio Cuzzocrea, presidente dell’associazione Areasud, e al quale prenderanno parte il produttore discografico Giovanni Amighetti (che interverrà sulla world music) e l’antropologo Paolo Apolito che affronterà il tema di come le migrazioni ci trasformano. Alle 21, preceduto da un talk che vedrà come ospite di rilievo il viceministro all’economia Enrico Zanetti intervistato dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso sul tema dei migranti e sulle opportunità e criticità per l’Italia e l’Europa legate a questo fenomeno epocale, il concerto finale con musicisti provenienti dai paesi africani e che proporranno inedite contaminazioni fra generi e culture. Sul palco Madya Diebate, Jalì Diabate (Senegal), Naby Camara (Guinea), Gabin Dabirè & Paul Dabirè (Burkina Faso). Ingresso a pagamento.