Eventi Dal 7 all'11 ottobre la città ospita il 1° Festival delle letterature migranti - Palermo arabo-normanna, evento letterario internazionale con autori e narratori che raccontano il grande fenomeno delle migrazioni dei popoli e dei linguaggi, che aderisce al progetto di "Carta di Palermo", che vuole far riconoscere la mobilità come diritto umano
Un Festival che parla di migrazioni, grandi esodi e modernità attraverso le letterature, tracciando i profili di chi ha riportato nei diversi linguaggi narrativi le storie di improvvisi mutamenti culturali. Dal 7 all’11 ottobre Palermo accoglie il I Festival delle Letterature migranti – Palermo arabo-normanna, evento letterario internazionale con autori e narratori, italiani e stranieri, che raccontano il grande fenomeno delle migrazioni dei popoli e dei linguaggi e la complessità delle sue conseguenze. «Un Festival generalista e contemporaneo che dice del grande cambiamento che stiamo vivendo. Di culture, di idee – spiega Davide Camarrone, direttore artistico dell’evento -. Palermo ha nel suo dna la convivenza tra culture e oggi grazie alle migrazioni torna ad essere quel luogo straordinario che fu fino al 1492, prima delle cacciate. La letteratura, la circolazione delle idee, il confronto tra culture, sono la soluzione dinanzi alla smemoratezza e alle reazioni violente al cambiamento”.
«Sempre più spesso la migrazione negli ultimi anni è stata mostrata ed agitata per evocare paure, conflitti, tensioni. Per nascondere la crisi, quella vera, dei sistemi democratici e dei valori – aggiunge Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo -. Ma l’esperienza di Palermo, l’esperienza millenaria e l’esperienza quotidiana ci dicono che migrazione è ricchezza, contaminazione positiva, apertura mentale, umanità, calore, solidarietà. Ci dicono soprattutto che la migrazione è cultura, perché la cultura è per sua natura la capacità di unire i popoli, farne fondere e contaminare i valori e le esperienze. E a Palermo, grazie al lavoro svolto negli ultimi anni, la migrazione-cultura è diventata agire quotidiano ed agire politico – continua Orlando -. Il quotidiano della Consulta delle culture che da voce, rappresentanza e spazio di espressione a tutti i “Cittadini di Palermo, nati fuori Palermo”; il quotidiano dell’impegno di accoglienza dei migranti che arrivano al porto, soppravvivendo a criminali leggi e regolamenti inumani. L’agire politico, rappresentanto dalla “Carta di Palermo”, un documento sottoscritto da giuristi, intellettuali, rappresentanti delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo e che getta le basi culturali e politiche per il riconoscimento della mobilità come diritto umano. Ecco allora che il Festival delle letterature migranti diventa simbolo di Palermo, – conclude il Sindaco – della sua capacità di unire, far dialogare, far ragionare. Soprattutto diventa simbolo della necessità di ri-partire proprio dalle migrazioni per ri-costruire i rapporti fra le persone, fra i popoli, fra gli Stati. Un dialogo che, nella migliore tradizione mediterranea, parte dalla condivisione della parola, della storia narrata, dell’immaginazione. Della voglia di immaginare e costruire il futuro».
Dodici diversi luoghi storici che raccontano epoche differenti della città (dal Museo Internazionale delle Marionette “A. Pasqualino” all’Archivio storico comunale, da Palazzo Branciforte al Teatro Massimo e Teatro Biondo) insieme ai nuovi luoghi d’intercultura, ospitano due programmi paralleli: con “Le parole”, la città apre ai dialoghi tra autori, docenti, critici e testimoni, coinvolgendo il pubblico in una rassegna che conduce dal realismo magico di Meir Shalev, tra i maggiori esponenti della letteratura israeliana contemporanea, al dibattito sulle nuove forme di narrazione giornalistica usate per raccontare guerre e migrazioni. Con gli appuntamenti di “Suoni e immagini”, si propone un ricco calendario di eventi tra concerti e rassegne audiovisuali. E ancora, agli incontri con ospiti d’eccezione, come Mohammed Moulessehoul, conosciuto con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra, si affiancano spettacoli teatrali presso la Fondazione Teatro Massimo, Teatro Biondo ed altri centri culturali della città.
La rassegna è diffusa su una larga parte del territorio cittadino, da mattino a sera, e coinvolge grandi nomi e piccole storie, associazioni, istituzioni e organizzazioni umanitarie attive sul tema dei migranti e della coesione sociale. Un’operazione collettiva, capace di creare sinergia tra molteplici realtà culturali fortemente radicate nel territorio della città di Palermo, quali la Fondazione Ignazio Buttitta, l’Università degli Studi di Palermo, il Museo Internazionale delle Marionette “A. Pasqualino”, il Comune di Palermo e la Consulta delle Culture, l’Ersu, la Regione Siciliana, la Fondazione Federico II.
«Abbiamo costruito questo Festival con l’aiuto e l’entusiasmo di tante istituzioni e in primo luogo del Comune di Palermo, e di tanti giovani – aggiunge Camarrone -. Il Festival delle Letterature Migranti vuol essere il luogo di incontro di una città scalza, umile, che con la Letteratura parla al mondo”. Un Festival con gli autori migranti e per i migranti autori. Perché Palermo resti fedele alla sua vocazione all’accoglienza anche attraverso la Letteratura».