Teatro e opera Domenica 7 aprile a Catania lo spettacolo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella
Domenica 7 aprile, in doppia replica alle ore 18 e alle ore 21, sul palco del Centro Zo di Catania, per Altrescene – Rassegna di creazioni contemporanee e Nuove Forme -arrivano Antonio Rezza e Flavia Mastrella con il loro “Pitecus”.
Un vero e proprio evento per il mondo del teatro, organizzato in tandem da Zo Centro Culture Contemporaneee Teatro Mobile di Catania che portano in città due grandi autori come Antonio Rezza e Flavia Mastrella, ovvero RezzaMastrella, un combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, ai quali la Biennale di Venezia ha assegnato sono i Leoni d’oro alla carriera per il Teatro 2018. Entrambi calcano le scene dall’87, l’uno performer-autore e l’altra artista-autrice, sempre firmando a quattro mani l’ideazione e il progetto artistico degli spettacoli, che hanno raggiunto un pubblico di fan ampio e soprattutto trasversale.
“Pitecus” (di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con Antonio Rezza, assistente alla creazione Massimo Camilli, disegno luci Mattia Vigo, Produzione Rezza Mastrella, TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello) analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni. Un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, tutti si sentono vittime, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.
La storia. Gidio è chiuso in casa, Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il professor Stella, videodittatore dipendente, mostra a migliaia di telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita dell’omosessualità del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la vita così come viene, cosciente del suo fascino fuggevole. Mirella prega intensamente le divinità per essere assunta alle poste, Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano a tracotanza. La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci, tenta di asfissiare il corpicino bambino. Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la radiosveglia mentre mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti. Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo-droga, un signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perché a sprazzi, non la riconoscono più. Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e convinzioni, esseri senza ottimismo dividono il proprio corpo pur mantenendo intatto l’istinto luciferino.
Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi dei vasi di stoffa variopinti, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dalle sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell’incomprensione media. Il quadro di scena è la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato.
È uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
Pitecus acconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
Pitecus
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
con Antonio Rezza
habitat: Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione: Massimo Camilli
disegno luci: Mattia Vigo
organizzazione generale: Stefania Saltarelli
macchinista: Andrea Zanarini
Sartoria Nennella
produzione: REZZAMASTRELLA e TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello