«Vorrei partire dal mio viaggio rocambolesco, perché penso che l’inviato non possa perdere il contatto con la realtà, altrimenti si rompe un patto di
«Vorrei partire dal mio viaggio rocambolesco, perché penso che l’inviato non possa perdere il contatto con la realtà, altrimenti si rompe un patto di serietà con il pubblico. E senza vedere le cose da vicino questo mestiere non sarei in grado di farlo». Corrado Formigli ricorda così il reportage girato a Kobane, la città siriana assediata dall’Isis, con cui il giornalista e conduttore di Piazzapulita ha vinto la XVIII edizione del Premio giornalistico intitolato a Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979.
La cerimonia, organizzata come ogni anno dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con l’associazione Uomini del Colorado, si è svolta stamane nell’aula magna dell’antica sede del liceo scientifico Benedetto Croce, a Palermo, con la partecipazione di oltre 150 ragazzi dell’istituto diretto da Simonetta Calafiore.
Formigli, intervistato dal presidente della giuria del Premio, Gaetano Savatteri, da Felice Cavallaro e Giulio Francese, ha ricordato anche le difficoltà del mestiere di giornalista, «tutt’altro che morto – ha sottolineato – ma anzi più vivo ed importante che mai».
Il Premio dedicato ai giovani giornalisti emergenti, in memoria di Giuseppe Francese, è stato invece assegnato al siracusano Saul Caia, autore di video reportage, diffusi sul web e sui social, sullo scempio ambientale di alcune aree della Sicilia. «Cerco di raccontare quello che raramente i giornali dicono – ha detto – cioè la devastazione ambientale della Sicilia. Sono onorato di ricevere questo premio. È proprio grazie a giornalisti come Mario Francese che oggi è più facile scrivere di mafia»
«Con l’edizione numero 18 il Premio diventa maggiorenne – ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena -. Abbiamo voluto dedicarlo al tema della guerra, partendo da uno scritto di Mario Francese sui bombardamenti nell’Isola, pubblicato sul numero del centenario del Giornale di Sicilia, nel 1960, oggi elaborato e adattato da Franco Nicastro e arricchito da un lavoro di Mario Genco, e ne abbiamo fatto un libro, ‘Quando avevamo la guerra in casa’, per ricordare quel che fu il conflitto bellico in Sicilia. Mario Francese non sapeva fare solo la giudiziaria ma era cronista nell’anima. Premi e riconoscimenti sono tutti legati dal filo rosso delle tante guerre che si sono combattute qui, a casa nostra»
Il volume, edito da Mohicani e pubblicato a cura dell’Ordine, è arricchito dalle fotografie gentilmente concesse dall’archivio dei Vigili del fuoco di Palermo e sarà donato a scuole e istituzioni che ne faranno richiesta. Un riconoscimento speciale è andato a Vanessa Neri, giovane giornalista che ha denunciato i ricatti subiti per iscriversi all’albo, e ai fotografi Mike Palazzotto, la cui carriera dura da oltre 40 anni, e Tony Gentile, autore della famosa foto dello scambio di sorrisi tra Falcone e Borsellino.Tra i premiati anche Alfonso Giordano, presidente del maxiprocesso, del quale quest’anno ricorre il trentesimo anniversario, e Mario Lombardo, pubblicista, che allora fu giudice popolare. I protagonisti di allora sono stati ricordati anche dal giornalista Antonio Calabrò, autore del libro “I mille morti di Palermo, intervenuto in collegamento skype.