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Quando Palermo era il “Nord” d’Italia grazie a Santa Rosalia

Arte Inaugurata a Palazzo Reale a Palermo la mostra "Rosalia eris in peste patrona" promossa dalla Fondazione Federico II, 41 opere più disegni praparatori sul culto di Rosalia Sinibaldi divenuta santa per aver liberato la città dalla peste. Culto diffuso in Lombardia terra dalla quale tra il XVI e il XIX sec. si partiva per la Sicilia in cerca di fortuna

Al
Palazzo Reale di Palermo è stata presentata la mostra Rosalia eris in peste patrona che sarà visitabile dalle 18 del 4 settembre al 5 maggio 2019. Promossa dalla Fondazione Federico II, in sinergia con l’Assemblea Regionale Siciliana e con la collaborazione del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, la Soprintendenza per i Beni Culturali e l’Arcidiocesi di Palermo, racconta attraverso 41 opere più disegni preparatori e materiali a stampa e d’archivio il culto devozionale a Rosalia Sinibaldi, divenuta Santa per avere liberato Palermo dalla peste. Questi gli enti presatatori: Prefettura di Palermo; Ufficio Fec; Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, Palermo; Museo Regionale “Agostino Pepoli”, Trapani; Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace” Palermo; Museo Diocesano, Palermo; Presidenza Assemblea Regionale Siciliana, Palazzo Reale, Palermo; Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli; Chiesa di San Giacomo, Livo (Co); Chiesa dei Santi Nazario e Celso martiri, Castiglione Delle Stiviere (Mn); Chiesa di Sant’Eusebio, Peglio (Co); Chiesa dell’Immacolata Concezione di Sarria, Floriana (Malta); Chiesa di San Francesco Saverio, Palermo; Santuario di Santa Rosalia, Palermo; Chiesa di Sant’Antonio da Padova, Palermo; Chiesa di Casa Professa, Palermo; Confraternita del Porto e Riporto, Palermo; Chiesa di Sant’Anna la Misericordia, Palermo; Oratorio dei Santi Pietro e Paolo, Palermo; Chiesa Madre di San Giorgio, Caccamo (Pa); Chiesa Madre di Santa Maria Maddalena, Ciminna (Pa); Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, Petralia Soprana (Pa); Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, Polizzi Generosa (Pa); Chiesa Madre di Santa Maria, Piraino (Me); Fundacion Casa de Alba, Siviglia (Spagna); Antonello Governale, Palermo.

Particolare di Santa Rosalia intercede per la peste di Palermo di Pietro Novelli, Castiglione delle Stiviere

Particolare di Santa Rosalia intercede per la peste di Palermo di Pietro Novelli, Castiglione delle Stiviere

La mostra

Tutto quello che avreste voluto sapere su
Santa Rosalia. Per la prima volta una mostra, intitolata Rosalia eris in peste patrona racconta la vera storia di Rosalia de’ Sinibaldi, che salvò Palermo dalla peste del 1624 e ne divenne la Patrona incontrastata. Ma siamo certi che fosse venerata solo dai palermitani? Ebbene, il miracolo compiuto nel capoluogo siciliano in realtà fece il giro del mondo: colpiti dalla peste nel Seicento, a lei si affidarono cittadini di San Paolo del Brasile, di Caracas in Venezuela, di Monterey in California, la lista è lunghissima. Ma ciò che più sorprende, nell’era delle divisioni, non è la devozione d’oltreoceano quanto quella accertata in Lombardia, testimonianza di rapporti costanti tra il XV e il XIX secolo, quando il processo emigratorio aveva un flusso inverso, da Nord verso la Sicilia. Non a caso tra il Cinquecento e l’Ottocento nell’Alto Lario l’espressione “ha fatto Palermo”, significava “ha fatto fortuna”. Ciò risulta evidente già da uno dei capolavori esposti in questa mostra, attribuito a Pietro Novelli. Nel dipinto di qualità superba, infatti, Santa Rosalia, in quanto protettrice contro la peste, si rivolge alla Trinità per intercedere in favore della cittadina Castiglione delle Stiviere, posta ai piedi delle alture che delimitano il lago di Garda verso la pianura padana. L’angelo espone un cartigliodiploma con scritto “Eris in peste patrona”, sgombrando ogni dubbio: è lei la protettrice della peste, ovunque essa si manifesti.

L'ingresso alla mostra

Una popolarità senza confini antesignana della “globalizzazione”, merito anzitutto di opere d’arte commissionate in primis ad
Anton Van Dyck, che contribuirono concretamente a diffondere il culto di una Santa “internazionale”.

A
Palazzo Reale di Palermo, dove Rosalia nobildonna abitava alla corte di Ruggero II, torna a casa da Santa per una mostra attesa non solo dagli appassionati d’arte, che potranno ammirare i capolavori raffiguranti la Santa di Van Dyck, Novelli, Preti, La Barbera, oltre a sculture, argenti, manoscritti. L’interesse è anche di studiosi e curiosi in generale: nell’anno di Palermo Capitale della Cultura, infatti, la Fondazione Federico II ha voluto dedicare tutte le energie per rendere onore alla Patrona, pensando una mostra al di là della tradizione, che finora ha rappresentato al contempo la forza e in qualche modo anche il limite di Santa Rosalia. E proprio per dar forza alla sacralità della tradizione, la cui apoteosi coincide annualmente col Festino del 14 luglio tra processione e “babbaluci”, eccoci allora di fronte ad una mostra “verità” che toglie una nube dai misteri, non senza inaspettate sorprese, ricostruendo la vita di Rosalia.

L'allestimento di Rosalia a Palazzo reale di Palermo

L’allestimento di Rosalia a Palazzo reale di Palermo

«Questa mostra – ha detto
Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II – fa emergere la grandezza di Santa Rosalia in grado – non solo di guarire gli appestati – ma di fare un altro miracolo: unire territori che sotto altri aspetti sono molto distanti. La devozione per la Patrona persino nell’Alta Padana è un messaggio inconfutabile di stretta attualità. E se la devozione per Santa Rosalia da Sud a Nord è la prova e l’auspicio che la religione unisca, anche l’arte ancora una volta crea collegamenti impensabili al di là dei confini geografici e delle divisioni. Questa mostra inoltre ha il pregio di essere una prima assoluta.La Fondazione Federico II continua a rifiutare le mostre pacchetto chiavi in mano, uscendo dalle logiche del prodotto confezionato. Si tratta di mostre costruite per l’occasione con l’ambizione di generare un processo culturale, che in questo caso riguarda la nostra amata Patrona».

«Ma c’è di più – prosegue
Miccichè – Rosalia è tornata a casa dal portone principale. L’inaugurazione della mostra a Palazzo Reale, dove Rosalia abitò, coincide infatti con l’apertura dopo tempo immemore del Portone Monumentale Vice Regio seicentesco, che dà il via al nuovo percorso turistico di uno dei siti più visitati in Sicilia e in vertiginosa crescita. I visitatori, finora entrati da un ingresso defilato, posso finalmente accedere da Piazza Parlamento, situata nel cuore dell’itinerario arabo normanno Patrimonio dell’Unesco. Ad accoglierla la mostra, un’edicola votiva che rimarrà all’interno del palazzo,ma anche R, lo spettacolo a lei dedicato che mi ha emozionato e ha riscosso il gradimento del pubblico e della critica. Oggi la Patrona di Palermo torna a Palazzo Reale dove ha vissuto e da cui è fuggita Santa Rosalia ci ha salvato dalla peste nel 1624. Oggi le chiediamo di liberarci dalle pesti moderne: dall’intolleranza verso i migranti, dall’odio, dal razzismo e dalla cattiveria verso gli altri». La ricorrenza di Santa Rosalia stasera sarà festeggiata alle 21 in piazza del Parlamento con lo spettacolo “R”, da un’idea di Peppino Sottile, dai canovacci di Salvo Licata, drammaturgia di Luigi Maria Burruano e regia di Clara Congera, con Salvo Piparo e Costanza Licata, spettacolo che accompagna l’apertura del portone monumentale chiuso dal 1840, da cui entreranno i turisti che troveranno un nuovo e inedito percorso del Palazzo Reale che li porterà direttamente nella Sala Duca di Montalto dove è esposta la mostra. «L’apertura dell’ingresso monumentale di Palazzo Reale – conclude Miccichè – è un progetto che avevo iniziato dieci anni fa, quando venni eletto presidente dell’Ars per la prima volta: progetto che aveva subito uno stop ma che, grazie alla collaborazione degli uffici dell’amministrazione, guidati dal segretario generale, Fabrizio Scimè e di tutti coloro che hanno collaborato, ci consentono oggi di raggiungere questo straordinario risultato».

Albarello con Santa Rosalia, maiolica policroma del 1667 Palermo, Palazzo Abatellis

Albarello con Santa Rosalia, maiolica policroma del 1667 Palermo, Palazzo Abatellis

L’esposizione, fortemente voluta dal direttore generale della Fondazione Federico II
Patrizia Monterosso, ripercorre uno dei momenti drammatici della storia di Palermo: i cinquant’anni in cui la città fu colpita da due terribili pestilenze, nel 1575 e nel 1624; la popolazione inerme e decimata cerca conforto eprotezione nei tradizionali Patroni, le Sante cinque Vergini Palermitane, i Santi Rocco e Sebastiano cui subito si aggiunge in quegli stessi anni anche San Carlo Borromeo, grazie al culto introdotto in città dalla ricca “Nazione” mercantile dei Lombardi. Monterosso ha sottolineato come sia cambiato il modo di promuovere e organizzare mostre da parte della Fondazione e dell’Assemblea Regionale Siciliana: «Abbiamo invertito la rotta. Il nostro è un metodo di lavoro più difficile, complesso ma di profonda trasformazione e risultati straordinari. Tanta fatica e altrettanta energia impegnata nella ricerca e nello studio ci hanno regalato una sorpresa: scoprire quanto la grandiosità delle opere attorno alla Santa e alla sua devozione non sia un fatto esclusivo della storia e delle tradizioni siciliane. Questa mostra ne sottolinea, dopo attente e dettagliate ricerche,infatti, quell’elemento che la vede travalicare i confini dell’Isola. Un miracolo, quello dalla liberazione dalla peste, compiuto nel capoluogo siciliano che fece il giro del mondo: colpiti dalla peste nel Seicento, alla Santa si affidarono cittadini di San Paolo del Brasile, di Caracas in Venezuela, di Monterey in California. Una popolarità che non ha mai avuto confini con un merito, più di altri artisti, che spetta ad Anton Van Dyck; contribuendo in questo modo a diffondere il culto di una Santa internazionale. Quello per Santa Rosalia è un culto così radicato nel territorio che finisce con il conquistare una tale forza comunicativa capace, nei secoli, di delineare un tratto fortemente diffusivo. La Patrona di Palermo racchiude in se un alto valore simbolico, significativo e fondante di una certa religiosità che, andando oltre tradizione, valorizza la dimensione ascetica pur mantenendo, nello stesso tempo, un ruolo concreto nei confronti della cittadinanza. Riappropriarsi della figura di Santa Rosalia rappresenta un’urgenza per stimolare la ricerca e la Fondazione Federico II se ne è intestata la paternità, anche delle radici storiche e culturali di Palazzo Reale».

Santa Rosalia

Santa Rosalia

Ma nel 1624, allo scoppio di una pestilenza ancor più devastante, il ritrovamento dei sacri resti sul Monte Pellegrino di Rosalia, romita palermitana vissuta nel Medioevo, e la contemporanea immediata cessazione del morbo, fanno sì che a lei vengano riconosciuti speciali poteri taumaturgici, da farla acclamare unica patrona contro il terribile morbo. Il trionfo del culto, immediatamente diffusosi grazie ai Gesuiti e ai Francescani in tutta Europa, ma non solo, impone subito scelte precise sull’iconografia della Santa, cui darà contributo particolare Anton Van Dyck, il grande pittore fiammingo trovatosi a Palermo in quei tristi frangenti. Su tali presupposti, la mostra si snoda attraverso un percorso che partendo dalla devozione ai Santi Patroni tradizionali, esemplificata da una serie di importanti dipinti e sculture cinquecentesche realizzate in quegli anni, arriva sino al trionfo del culto di Rosalia quale unica patrona, configurato da altrettante opere, soprattutto pale d’altare, commissionate ad artisti famosi. Ai dipinti e alle sculture si affiancheranno numerosi disegni preparatori dei grandi dipinti, opere d’arte decorativa, materiali a stampa e d’archivio.

Santa Rosalia intercede per Palermo di Vincenzo La Barbera, Museo diocesano Palermo

anta Rosalia intercede per Palermo di Vincenzo La Barbera, Museo diocesano Palermo

 

Un altro scorcio dell'allestimento di Palazzo reale

Un altro scorcio dell’allestimento di Palazzo reale

Ma la grande novità è un’altra: le ricerche effettuate dagli organizzatori della mostra rivelano che il culto di Santa Rosalia non è fatto esclusivo della storia e delle tradizioni siciliane. La Fondazione Federico II con questa mostra sottolinea, dopo attente e dettagliate ricerche, quell’elemento che la vede travalicare i confini dell’Isola. È nel rapporto con la “Nazione” dei lombardi che se ne trova una delle massime espressioni. L’Alta Lombardia, tra il XV e il XIX secolo, fu caratterizzata da un processo emigratorio verso la città di Palermo. Un flusso che si sviluppò, principalmente, nel Seicento. Ciò che ne venne fuori fu una collaborazione volta alla raccolta di offerte in danaro destinate all’acquisto di beni materiali da inviare alle comunità ecclesiali di origine.
Fra i doni, si annoverano varie suppellettili sacre in argento, ancor oggi conservate nelle chiese lombarde.

L’azione promossa dalla Fondazione Federico II prosegue con un operazione corale interistituzionale che coinvolge con
l’Assemblea Regionale Siciliana, il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, la Soprintendenza per i Beni Culturali e l’Arcidiocesi di Palermo.volta alla tutela del patrimonio storico artistico, nel più stretto significato, di restituire la nostra storia, la nostra cultura, le nostre arti e i nostri saperi a tutta la comunità, in particolar modo alle nuove generazioni. Per una Santa “globale” è stato necessario ricorrere ad un gruppo di critici d’arte e curatori non solo siciliani: Vincenzo Abbate, Maddalena De Luca e Gaetano Bongiovanni, curatori dei saggi Aldo Gerbino, Pieralda Albonico, Marcello Fagiolo e Orietta Sorgi.

Chiesa Madre di Caccamo, statua reliquiario in argento

Chiesa Madre di Caccamo, statua reliquiario in argento

INFORMAZIONI

Ingresso da Piazza del Parlamento

ORARI Da lunedì al sabato dalle ore 8.15 alle ore 17.40 (ultimo biglietto ore 16.40). Domenica e festivi dalle ore 8.15 alle ore 13.00 (ultimo biglietto ore 12.00)

Mese di settembre 2018: mercoledì 5, giovedì 6, venerdì 7, sabato 8, lunedì 10, martedì 11, mercoledì 12, giovedì 13, sabato 15, lunedì 17, martedì 18, mercoledì 19, giovedì 20, venerdì 21, sabato 22, lunedì 24, martedì 25, mercoledì 26, giovedì 27, venerdì 28, sabato 29 la biglietteria emetterà l’ultimo titolo di ingresso alle ore 16,00.

Santa Rosalia entro una ghirlanda di fiori di Guilliam Walsgart, Palermo, San Francesco Saverio

Santa Rosalia entro una ghirlanda di fiori di Guilliam Walsgart, Palermo, San Francesco Saverio

COSTO BIGLIETTI

Ingresso solo mostra Intero € 6,00; Ridotto ragazzi di età compresa tra 14/17 anni € 3,00; studenti in visita didattica scolastica € 1,00

Ingresso solo Giardini Reali tutti i giorni € 2,00. Ingresso mostra, Cappella Palatina e Appartamenti Reali da venerdì a lunedì e festivi e quando gli appartamenti reali sono visitabili Intero € 12,00 Ridotto € 10,00

Ingresso mostra e Cappella Palatina da martedì a giovedì e quando gli Appartamenti Reali non sono visitabili Intero € 10,00 ridotto € 8,00

Hanno diritto al biglietto ridotto gli insegnanti di ruolo e i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Costo biglietti ridotti tutti i giorni Cittadini di età pari o superiore ai 65 anni € 8,00; ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni € 4,00, studenti in visita didattica scolastica € 2,00. È possibile effettuare la prenotazione per la visita alla mostra e al Complesso Monumentale inviando una mail a fondazione@federicosecondo.org (info +39 091 6262833)

Madonna delle Grazie e Santa Rosalia di Pietro Novelli, Palermo, Palazzo Abatellis

Madonna delle Grazie e Santa Rosalia di Pietro Novelli, Palermo, Palazzo Abatellis

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