Via le vecchie vernici ingiallite, le microlesioni sono state stuccate e sono state ridipinte alcune zone. Il Crocifisso di fra Umile da Petralia, con
Via le vecchie vernici ingiallite, le microlesioni sono state stuccate e sono state ridipinte alcune zone. Il Crocifisso di fra Umile da Petralia, conservato nella chiesa madre di Campobello di Mazara, torna a nuova vita. Il restauro della statua è stato presentato, tra gli altri, da Gaetano Correnti, colui che ha provveduto all’intervento, di Maurizio Vitella dell’Università di Palermo e del Vescovo monsignor Domenico Mogavero. La statua lignea si presentava annerita sulla superfice pittorica originale, dovuta allo strato di vernice ossidata e ai vari passaggi che nel tempo si sono sovrapposti. Da qui la necessità del restauro, voluto dal parroco don Nicola Patti e sostenuta dal Lions Club “Fata Morgana” e anche dal Comune di Campobello di Mazara.
Il prezioso Crocifisso è uno dei pochi che realizzò fra Umile da Petralia, mastro dei Padri Zucculanti di Antonino di Palermo. Nel terzo volume del “Liber Mortuorum” è raccontato il giorno in cui la statua fu donata alla città: l’opera giunse in paese il 19 maggio del 1666 come dono di Giuseppe Di Napoli-Barresi, principe di Resuttano e duca di Campobello. L’opera è considerata tra gli ultimi che il frate francescano realizzò, proprio per le ridotte dimensioni della statua rispetto agli altri.
«Ciò che conferma l’autografia di frate Umile è la massima cura prestata alla realizzazione del volto – spiega Maurizio Vitella – è nella puntuale trattazione dei dati fisiognomici che culmina l’intera drammaticità dell’opera, manifestata negli occhi soc-chiusi ed evidenziata dalla bocca semiaperta da cui si intravedono i denti e la lingua». Il Crocifisso, conservato all’interno di una vara in ferro e legno, verrà portato in processione per le vie di Campobello di Mazara, domenica 29 settembre, al termine della santa messa che sarà presieduta dal Vescovo, monsignor Domenico Mogavero.