Premi e bandi Le domande di ammissione per la scuola diretta da Emma Dante devono essere presentate entro il 16 aprile, la selezione è aperta a candidati di tutte le nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 28 anni
Il Teatro Biondo di Palermo bandisce il secondo Corso triennale della “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” diretta da Emma Dante. Una Commissione, presieduta da Emma Dante, selezionerà venti allievi, che saranno ammessi al primo anno del nuovo Corso triennale per attori che avrà inizio il prossimo ottobre. La selezione è aperta a candidati di tutte le nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 28 anni. C’è tempo fino al 16 aprile per presentare le domande di ammissione alle selezioni, che si svolgeranno in due fasi, la prima delle quali prevede esercitazioni per valutare l’attitudine alla metodologia della Scuola; i candidati ammessi alla seconda fase dovranno cimentarsi in prove di improvvisazione e di espressività fisica e vocale.
Il corso, che prevede lezioni teoriche e un laboratorio permanente condotto da Emma Dante, avrà la durata di tre anni, al termine dei quali gli allievi saranno impegnati nella realizzazione di uno spettacolo. Nel sito del Teatro Biondo tutte le informazioni e il modulo per presentare la candidatura. La “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo, diretta da Emma Dante, è una realtà unica nel panorama italiano. I 23 allievi del primo corso per attori, ancor prima di completare il triennio di studi, hanno debuttato non solo al Teatro Biondo ma anche sui prestigiosi palcoscenici dell’Olimpico di Vicenza, del Festival dei 2 Mondi di Spoleto, del Bellini di Napoli e dell’Argentina di Roma, interpretando Odissea a/r scritto e diretto per loro da Emma Dante. Lo spettacolo ha ottenuto un eccezionale successo di pubblico e di critica, realizzando il tutto esaurito in tutte le piazze.
«Sono felice di continuare questa esperienza che è stata formativa soprattutto per me – afferma Emma Dante – ho imparato moltissimo dai giovani allievi. In un certo senso posso dire che sono stati loro i miei insegnanti ed io l’allieva. Credo che l’insegnamento nasconda essenzialmente un grande desiderio di imparare. Non ho mai creduto di averne la vocazione perché non ho mai creduto che il teatro, come la vita, si potesse insegnare. Questa scuola mi ha ricordato cose del mio metodo che avevo dimenticato, ha rimesso in moto un meccanismo di ricerca e scoperta, mi ha stimolata a portare avanti, anche nel fallimento, la cosa più importante per me del fare il teatro: l’esperimento».