Eventi A Palermo fino al 26 giugno il festival del cinema documentario. Il programma del 21 e 22 giugno
La seconda giornata del “Sole Luna”, martedì 21 giugno, si aprirà al Cinema De Seta, alle 17, con Les tours d’ailleurs in cui il regista Anatoly Stolnikoff svela l’intimità familiare di una coppia (la sua) unita nell’arte, animata da una abilità rarissima nel produrre ceramiche, pitture e sculture che risuonano di connessioni con altre civiltà, con gli Altrove del nostro tempo. Un bambino, il figlio, vive il privilegio di scoprire e toccare con mano l’atto della creazione che si rinnova ogni giorno, nella quotidianità d’artista dei genitori. Seguiranno: Eurovillage di François Pirot, incursione in un non-luogo della contemporaneità, ossia un centro di accoglienza per richiedenti asilo creato sulle ceneri di un complesso turistico nel cuore della foresta belga, e Un condor del greco Yiannis Kolozis, dove si racconta dell’abbandono della propria casa e della rinascita accompagnata da ottimismo ed energia positiva di Sergio Contreras, un cileno sfuggito al golpe di Pinochet.
Alle 21, sempre al De Seta, si inaugurerà la rassegna di proiezioni fuori concorso dedicata all’imponente opera di indagine e analisi dell’assedio di Sarajevo realizzata dagli anni ’90 fino a oggi da Giancarlo Bocchi. Si comincia con la proiezione de L’assedio. Mille giorni a Sarajevo. Nell’aprile del 1992 il cinquantenne Hidajet, ateo di famiglia musulmana, lascia il lavoro di manager e si ritrova in prima linea. Lui non crede alla guerra, eppure imbraccia il fucile e combatte. Vent’anni dopo, chiede loro di ritornare con la memoria a quel maledetto assedio. Seguiranno, le proiezioni di opere in concorso: Italiani d’Eritrea alla presenza del regista Giampaolo Montesanto, che restituisce sullo schermo un pezzo di storia italiana forse archiviata troppo in fretta: quella dei connazionali che nel Dopoguerra decisero di rimanere nella colonia eritrea, contribuendo a far prosperare l’Africa Orientale; My enemy, my brother della canadese Ann Shin, dove si celebra l’amicizia tra Zahed e Najah, nemici durante la Guerra Iran-Iraq, ritrovatisi per caso in Canada. Ricca di commozione, la storia ci ricorda che l’umanità esige di trascendere i dictat e confini politici.
Nello Spazio Arena allestito ai Cantieri culturali, dalle ore 21, l’anteprima mondiale di Tides. A History Of Lives And Dream Lost And Found di Alessandro Negrini, alla presenza del regista. La storia incredibile di un fiume, che è esso stesso narratore e che ci invita a scoprire coloro che ne hanno abitato le rive ai tempi del sanguinoso conflitto irlandese. Il suo nome, asservito alle ragioni dell’una e dell’altra parte, è doppio: Derry per i cattolici, Londonderry per i protestanti. A che servono i confini? Quanti sogni muoiono di fronte a essi? Seguiranno Di là di Giulio Tonincelli, memoria di un fotografo albanese giunto in Italia su una di quelle navi che la televisione vent’anni fa ha immortalato, a simbolo di una lunga stagione di nuove migrazioni che interessa il nostro Paese, e ##MyEscape del tedesco Elke Sasse alla presenza dell’autore: la fuga di coloro che abbandonano Afghanistan, Siria ed Eritrea è cosa che siamo soliti farci raccontare da reporter e filmmaker. Con questo film, si infrange per la prima volta il limite: a narrarsi con un telefono cellulare, sono i rifugiati stessi. Bombe, macerie, interminabili maratone nella notte, attraverso i confini. Ma anche sogni e promesse.
Il terzo giorno di Festival, mercoledì 22 giugno, incomincia alle 17al Cinema De Seta con la proiezione di The Jerusalem Dream, film dell’israeliano Meni Elias, omaggio ai primi ebrei etiopi che negli anni ’70 arrivarono in Israele, animati dal desiderio di Gerusalemme. Seguirà Jungle Sisters di Chloe Ruthven che catapulta lo spettatore in India, dove due giovani, Bhanu e Bhuntu offrono le proprie braccia a industrie tessili al servizio di colossi come Gap. Alle 19,30, il secondo appuntamento con la rassegna fuori concorso Sarajevo. Storie di un assedio, di Giancarlo Bocchi: sarà proiettato Diario di un assedio, preziosissimo documentario che dà voce a 10 giornalisti di guerra, tra cui spicca quella indimenticata e intensa di Ettore Mo, capace di offrire alla città colpita un omaggio che non ha eguali.
Nello Spazio Arena, alle 21, Southeast Asian Cinema di Leonardo Cinieri Lombroso, una produzione italo-cinese che informa sulla prolificità del cinema del Sudest asiatico, sulla poetica che connota alcuni dei suoi più solidi autori e sulla gravità di censure e norme che compromettono la libera espressione creativa. A seguire, sempre nello spazio Arena, Asmarina di Alan Maglio e Medhin Paolos, un film prodotto a 4 mani che getta luce sulla ampia comunità eritrea presente in Italia da oltre mezzo secolo, con una narrazione corale capace di comporre un archivio densissimo che è una vera e propria eredità.
Alle 22.45 il Cinema De Seta proporrà un film che è già un caso italiano: Loro di Napoli. Afro-Napoli United alla presenza del regista Pierfrancesco Li Donni, una grande storia di rinascita sociale e personale dove i protagonisti sono calciatori stranieri provenienti da Senegal, Brasile, Costa d’Avorio, Capo Verde, che inseguono la prospettiva di integrazione sociale come un pallone sul prato verde, malgrado la “buropazzia” del nostro Paese.